venerdì 29 marzo 2013

TUTTI IN CARROZZA di Rita Di Sotto

                              


Il treno partì ch’era quasi mezzanotte. Dapprima scivolò lentamente lungo i binari illuminati della grande stazione, poi, appena fuori da questa, la sua velocità andò aumentando.
Era uno dei treni più moderni che la compagnia avesse mai messo su rotaie.
Qualcuno – veramente ispirato – si era divertito ad affrescarne i molti vagoni, tanto da farlo somigliare a un grande murales. Scritte, paesaggi, figure e quanto di meglio la fantasia avesse suggerito al pittore, erano impressi, a colori vivaci, sulle fiancate delle carrozze.
Ma il vero capolavoro era la vettura di testa.
Due file di denti enormi campeggiavano al centro di labbra esageratamente rosse e atteggiate a un ghigno grottesco. Tuttavia, ciò che catturava l’attenzione di quanti vedevano il treno sfrecciare da stazione a stazione erano gli occhi: due enormi fari di un giallo intenso... che ora fendevano la nebbia in quell’umida notte di novembre.
Erano in pochi ad aspettare quel treno alla prima stazione, le mani sprofondate nelle tasche e i baveri dei cappotti rialzati sul collo, impazienti di entrare nei caldi vagoni.
Da lontano si iniziò a sentire il suo sferragliare sui vecchi binari e il suo ritmo pareva dicesse: tutti in carrozza, tutti in carrozza, tutti in carrozza...
Via via che si avvicinava, il ritmo si faceva più distinto, incalzante: tutti in carrozza, tutti in carrozza, tutti in carrozza...
Nessun segno di rallentamento, solo il ritmo sempre monotono, ossessivo, in crescendo: tutti in carrozza, tutti in carrozza, tutti in carrozza…
E come un lampo i fari del treno accecarono i passeggeri fermi sulla banchina della stazione. Le due file di denti enormi scomparvero dalla bocca che, in un attimo, si spalancò a dismisura, mostrando una buia cavità in cui tutti furono risucchiati.

(Per gentile concessione dell’Autrice)

5 commenti:

  1. Bel racconto, scritto bene, con buona dose di suspense.

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  2. Una specie di versione moderna della barca di Caronte, l'infernale trghettatore. Il treno (sia nella letteratura, sia nel cinema)è sempre stato un ottimo elemento d'ispirazione.
    Racconto scritto bene: una bella sequenza narrativa che si legge con piacere... il piacere di sentire un brivido.

    Giuseppe Novellino

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  3. Grazie a Paolo e a Giuseppe dei lusinghieri giudizi.
    Rita

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  4. molto bello. molto fluido. suggestivo.
    Paola bianchi

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  5. Grazie, Paola, del commento
    Rita

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