Non piacciono evidentemente ai tanti che
preferiscono un abbigliamento più chiassoso e magari anche un comportamento più
vivace e, diciamolo pure, sfrontato e invadente; eppure sono convinta che i più
parlano per partito preso o perché non li hanno affatto conosciuti,
Personalmente amo alla follia quel loro modo
riservato, quasi titubante e schivo, di procedere, a capo chino ed occhi bassi,
quasi rasentando muri ed angoli fino a scomparire; mi delizia il loro
abbigliamento sobrio, di un’eleganza quasi demodé, che fa del nero una livrea
su cui stendere impercettibili sfumature dall’argento brunito al blu di Prussia,
fatte quasi per annegare le iridescenze nel cupo anonimato del nero.
Dio, quanto amo gli scarafaggi !
Soprattutto, devo confessarlo, degli scarafaggi
mi piace il loro sapore, quello scrocchiare del carapace nella bocca, il
fruscio delle antenne sotto il palato, il brivido sopraffino che ti danno
quelle zampette che schioccano vibrando fino alla gola: decisamente sono il
pasto degli dei.
Quanto mi piacciono gli scarafaggi !
E così pure oggi mi sono sdraiata su questa
pietra a scaldarmi al sole, muovo pigramente la testa e fingo di non guardare
quell’angolo di muro da cui, prima o poi, uscirà il mio pasto a darmi breve compagnia.
Affascinante e croccante racconto di Murro. Le mie congratulazioni!
RispondiEliminatroppo buona, come al solito
RispondiElimina