La cantina era illuminata
fiocamente da una serie di lampadine natalizie intermittenti, che davano alla
stanza un'aria strana, più da discoteca che non da bottega di Babbo Natale.
Life aveva riunito altri tre gnomi
e, insieme, avevano iniziato a contestare segretamente il buon vecchio Santa
Klaus.
«Secondo me, il Santa comincia veramente a essere troppo
vecchio.»
«Mah, vecchio!» polemizzò Charly.
«Non è che cent'anni fa fosse più giovane! Sai com'è, quando hai duemila anni,
cento più, cento meno, che differenza vuoi che faccia? Il fatto è che si è
impuntato sui bambini. Per lui esistono solo quelli: bambini, bambini e ancora
bambini!»
«Esatto!» puntualizzò la Gerry. «E
quando cresceranno?... Lui che farà? Si dimenticherà di loro, li abbandonerà?»
«Come quelli che comprano i
cuccioli e li abbandonano in autostrada quando crescono,» concluse Benny. «Disdicevole.»
«Aberrante.»
«Mostruoso.»
«Crudele.»
«Basta!» riprese la parola Life. «Bisogna
fare qualcosa anche per gli adulti. Fare dei regali anche a loro, magari.»
«Naaa, sei fuori strada,» fece la
Gerry.
«Perché?»
«Perché gli adulti sono diversi
dai bambini.»
«Cioè?»
«Continuano a sognare, magari in
segreto, perché temono di essere presi in giro dagli altri adulti. Ma non
vogliono più ricevere regali: loro vorrebbero farne, di regali.»
«Continua, spiegati meglio,»
s'incuriosì Benny, allungando le gambe sotto il tavolo.
«Conosco una razza particolare di
adulti. Vorrebbero prendere i loro sogni, confezionarli, magari con dei bei
pacchettini infiocchettati, e donarli a tutti, grandi e piccoli, perché tutti
possano sognare con loro. Altrimenti, gli altri adulti si dimenticherebbero di come si faccia, a sognare.»
«Ma dài?!» fece Charly,
sporgendosi sul tavolo. «Una razza speciale di adulti?»
«Sì, sì!» confermò la Gerry. «Sono,»
bisbigliò con aria misteriosa, abbassando la voce, «gli scrittori!»
«Scrittori, già!» fece Life,
storcendo il naso in una smorfia. «Ne ho sentito parlare anch'io. Per quello,
ho iniziato a contestare il vecchio Santa!»
«Chi sono gli scrittori?»
«Sì, chi sono?» domandarono
ansiosamente Charly e Benny.
«Gente speciale. E dobbiamo fare
qualcosa per loro. La nostra missione sarà aiutarli a impacchettare i loro
sogni. Basta coi pacchetti regalo del Santa
destinati ai bambini! Basta! Se gli adulti non riuscissero più a sognare, come
potrebbero raccontare le favole ai loro piccini, la sera, prima di metterli a
nanna? Come farebbero, i bambini, a sognare, se non glielo insegnassero mamma e
papà? Finirebbero per non credere neanche più a Babbo Natale!»
«Dici bene, Life!» precisò la
Gerry. «Niente adulti che sognano, e il buon Babbo chiude bottega; va in
fallimento, e noi restiamo senza lavoro, con la crisi che c'è!»
«Bisogna cambiare
politica aziendale!»
«Bisogna aiutare gli adulti!»
«Siamo tutti d'accordo?»
«Sì!»
«Avanti gnomi... alla riscossa...
giacchetta rossa, giacchetta rossa...»
A un tratto, nella cantina, si
fece silenzio assoluto.
«C'è un problema,» disse Life. «A
me gli adulti sembrano tutti uguali. Come facciamo a riconoscere gli scrittori?»
«Ve lo spiego io,» sentenziò la
Gerry, saccente e sicura. «Li riconosceremo perché hanno lo sguardo sempre
perso altrove. Hanno le stelle negli occhi e il sole nelle mani. Sanno fare
magie. Possono farti ridere o piangere mescolando le parole, come i
prestigiatori ti incantano mescolando le carte. Usano la biro come un mago usa
la bacchetta magica, creando atmosfere incantate o scenari bui e tristi, a
seconda dell'umore.»
«E poi? Cos'altro fanno?» incalzò Benny.
«Sanno vedere oltre. Ovunque si
trovino. Qualunque cosa stiano facendo, loro sono già oltre, nei loro sogni.»
«Tipo?»
«Vedono un vecchio copertone e ti
raccontano di un pilota di rally perduto nel deserto, salvato da una carovana
di nomadi sui cammelli. Toccano un pezzo di tela e vedono i velieri dei pirati
attraversare il mare in tempesta, in cerca di una nuova battaglia. Trovano un
fazzolettino usato e inventano una storia d'amore struggente in cui una bella
sivigliana piange per il fidanzato torero morto nell'ultima corrida. Per loro,
qualunque spunto è proprio quello che cercavano per un racconto nuovo. Hanno la
magia nel sangue e l'elettricità nella punta delle dita.»
«Ci sono dei test, per
riconoscerli?» domandò Charly.
«Come, no? Te ne faccio uno. La
vedi la neve, qua fuori?»
«Come si fa a non vederla? Ce n'è
un metro,» rispose lui.
«Bene: cosa diventa, la
neve, quando si scioglie?»
«Boh?» tergiversò, indeciso. «Acqua.»
«Primavera. Rami di pesco
in fiore. Bambini che giocano nei prati. Ragazzi innamorati che si baciano di
nascosto dove la neve resiste ancora e piange per loro le lacrime dei dolori a
venire. Questo è quello che risponderebbe uno scrittore.»
«Che bello, cavolo!» esclamò Benny
entusiasta.
«Aiutiamoli!» esclamò Charly.
«Doneremo l'inchiostro agli
scrittori come Prometeo donò il fuoco agli uomini,» profetizzò la Gerry.
«Sì, va bene, ma... visto che
vogliamo aiutarli, dove li troveremo, gli scrittori?» chiese Life, perplesso.
«Ci troveranno loro, non c'è
problema. Perché sono anime inquiete sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Prova a mettere internet nelle mani di uno scrittore, e vedi cosa ti combina...
pensi che non riesca ad arrivare fino a noi? Anche se siamo nascosti qui in
cantina e nessuno sa di noi, ci troveranno.»
«Basta così, allora: è deciso! Da
domani inizieremo la nostra missione, e gli permetteremo di impacchettare i
loro sogni,» decretò Life. «Opereremo in Italia: lì, di scrittori, è pieno.»
«Allora bisognerà cambiarci i nomi,»
suggerì la Gerry, «Io, per esempio, diventerò Gerarda.»
«Io, allora, dovrei
essere... Ma sono un maschio!»
«Beh, facile: invece che Vita, ti
chiamerai Vito. È lo stesso, no?»
«Io, allora, sono Benedetto.»
«E io, Carlo.»
«E tutti insieme?>>
«Gli Gnomi Ribelli di Babbo
Natale?» suggerì Benny.
«Già, così ci riconoscono subito!»
«Booksprint, vi piace?»
«Ma sì, vada.»
«D'accordo, ma adesso tutti a
dormire, che è tardi e domani si lavora.»
«Ho sonno anch'io!»
«Buonanotte a tutti, ragazzi!»
Life spense le lucine
intermittenti. Diedero un'occhiata furtiva oltre la porta della cantina, e
vedendo tutto buio e silenzioso, sgattaiolarono, quatti quatti, fino alle loro
stanze. Santa Klaus russava, addormentato sulla sedia a dondolo, con i piedi
protesi verso il calore del fuoco che languiva nel camino.
Così ebbe inizio una favola...
Ogni riferimento a cose e persone
viventi non è per niente
casuale.
Grazie di esistere. Salutatemi il
vecchio Santa.
(Per gentile concessione dell’Autrice)
Grazie a Erika per questo racconto davvero simpatico.
RispondiEliminaDivertente e arguta variazione sull'inossidabile tema di Babbo Natale. Mi è piaciuta la struttura: un'unica, lunga sequenza dialogica, dove con efficacia si accennano temi importanti che riguardano la fantasia, la creatività, la scrittura. E il tutto condito con una lieve, garbata ironia. Viva, di taglio familiare e nello stesso tempo elegante, la prosa.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Bella la descrizione della 'razza' degli scrittori. un po' idealizzata, ma, tutto sommato, calzante.
RispondiElimina[COMUNICAZIONE DI SERVIZIO PER ERIKA CORVO] se ti fa piacere, dovresti gentilmente richiedermi l'amicizia su fb perché io riesca a risponderti, visto che ho l'account bloccato per qualche giorno e non mi è concesso né richiederla in prima persona né comunicare privatamente con coloro che non rientrano nella cerchia degli amici virtuali.. purtroppo capita, quando si una un NOTwork.. Grazie!
Eliminaby Pee Gee Daniel