lunedì 8 luglio 2019

SOTTO LA MADONNINA di Paolo Durando

La signora delle camelie indugiava sul davanzale. Stava per buttarsi di sotto, dal palazzo Dozzi;  le vie intorno erano piene di armadi, panche, tavoli accatastati. Delle donne parlavano fittamente con alcuni cospiratori. Poi l'eroina rientrò nell'appartamento.
“Non si è mica buttata,” disse agli ospiti una cameriera di casa Vidiserti.
C'era la rivoluzione  a Milano, ma tutto si riduceva, pareva,  ad una questione di fumo. La signora delle camelie, sventagliandosi, sorrideva saputa.
“Avete boicottato le sigarette austriache, ben vi sta!”  gorgheggiò a tabagisti in astinenza, stravaccati a terra, con la pancia gonfia e la lingua penzoloni.
“È proprio come se non mangiassero!” constatò una pescivendola tra le barricate, ridendo e agitando la mano.
“Perché, le sigarette sono forse cibo per l'inteleietura?” domandò un borghese di passaggio. I rivoluzionari erano consapevoli dell'inesistenza di quella parola: inteleietura.
“Ma no, siete voi che siete ignoranti,” disse il tipo lisciandosi grandi baffi rossi, “...vuol dire tessitura del futuro, salvando ciò che conta.”
“Angelo si chiamava!” approvò una ragazza da marito, ammiccando al giovane dello spaccio di alimentari “La Madùnina”, che fingeva di ignorarla. Poi si ritrovarono ancora nell'appartamento di via Montenapoleone. Un uomo longilineo si stava spogliando provocatoriamente e ognuno capiva che si sarebbe presto ritrovato nudo davvero, senza la possibilità di rimediare.
“È inaudito,“ affermò sdegnato il vice governatore O'Donnel, “Fa così per la rivoluzione...”
I presenti batterono le mani, mentre la signora delle Camelie sbuffava, alzando le spalle.