È con immenso piacere che
pubblichiamo un breve racconto di Pierre Jean Brouillaud, uno tra i più
interessanti scrittori francesi di science-fiction e letteratura fantastica in
generale. Speriamo sia molto benevolo da perdonare la nostra traduzione che,
probabilmente, non ha reso perfettamente il sottile surrealismo che permea il
suo scritto.
Nel mezzo della pianura, brulla e bruciata dal sole, c’era un albero. Uno solo. Nell’ombra striminzita che proiettava sul terreno era seduta una donna. Aveva in grembo un bambino, che lei proteggeva dai raggi del sole con miseri stracci.
L’albero
cominciava a seccarsi. Sui rami restavano appena sette foglie, ricoperte di
polvere grigia, che un vecchio toglieva servendosi di un panno.
Sapendo
quanto fossero assai delicate, fragili, egli agiva con molta cautela.
Il
vecchio sentì che mi stavo avvicinando. Ma, tutto preso da quel che faceva, non
si voltò. Quando fui dietro di lui, mi disse, ancora senza girarsi:
«Ogni
giorno pulisco le foglie, per permettere loro di respirare. Tuttavia è la
polvere che, alla fine, la spunta sempre. Devo fare molta attenzione ogni volta
che ho una foglia nella mano.»
Voltandosi
verso di me, mi mostrò cos’aveva nell’altra mano: foglie, appunto.
Stavo
per dirgli che, nello stato in cui si trovava, l'albero, ormai, serviva a ben
poco.
Ma
il vecchio mi precedette :
«Vedete,
signore. Abbiamo lavorato duramente, tanto atteso, tanto sperato e pregato. Lo
abbiamo amato, moltissimo. Ma invano. Quest’albero è l'ultimo oggetto della
nostra venerazione. Diritto, teso verso la luce, era l’immagine stessa della
vita. Le nostre lacrime – ahimé ! – non sono bastate a rinverdirlo.
Ai
suoi piedi c’era una specie d’annaffiatoio. E nel fondo di questo un po’
d’acqua.
Il
vecchio si accorse che la stavo osservando; disse:
«Quale
migliore regalo, per un albero, dell’acqua, che anch’essa è vita?»
In
quel momento tre foglie caddero al suolo.
Il
vecchio scosse la testa.
Il
bambino si mise a piangere.
«Ha
sete,» disse la madre.
Tese
un fazzoletto al vecchio che lo poggiò sul becco dell’annaffiatoio. Poi inclinò
quest’ultimo per bagnare il tessuto.
Infine
lo restituì alla donna, la quale umettò le labbra riarse del bambino.
«Comprendete, adesso, signore ?» fece il vecchio, mentre da terra raccoglieva altre tre foglie. «La poca acqua che daremmo all’albero, dovremmo negarla a uno dei nostri fanciulli. Bisogna scegliere... A dire il vero, è molto tempo che abbiamo già scelto.»
«Comprendete, adesso, signore ?» fece il vecchio, mentre da terra raccoglieva altre tre foglie. «La poca acqua che daremmo all’albero, dovremmo negarla a uno dei nostri fanciulli. Bisogna scegliere... A dire il vero, è molto tempo che abbiamo già scelto.»
Il
fanciullo, intanto, aveva smesso di piangere.
Il
vento si levò. Portò via l’ultima foglia.
(Per gentile concessione dell’Autore)
Un sincero, caloroso ringraziamento a Pierre Jean, e un benvenuto tra i nostri collaboratori.
RispondiEliminaPaolo
Anche da parte mia un caloroso benvenuto a Pierre Jean!
RispondiEliminaHo gustato questo racconto, che mi ha riportato agli scenari apocalittici di "Terra bruciata" di Ballard. Si tratta di un breve racconto pieno di struggente poesia sulla vita che se ne sta andando: la vita vegetale come quella animale. Con efficaci pennellate l'autore ci proietta in un ambiente dove l'arsura porta i sopravvissuti a fare la drammatica scelta. E quelle tre foglie, che per ultime se ne vanno, rimangono indelebili nella nostra immaginazione.
Giuseppe Novellino
Una scelta ininfluente, in un mondo in cui l'uomo, la vita stessa, paiono aver perso d'influenza, destinate all'estinzione. L'idea inespressa, che questo scenario, possa essere causato dall'influenza passata dell'uomo stesso, aleggia su questo bel racconto.
RispondiEliminaNonostante la narrazione avvenga sotto il sole cocente, difficile immaginare qualcosa di più cupo.
Sauro Nieddu
Racconto apocalittico, anche se delicato, poetico. Lascia la bocca secca. Una dolce, anche se per me mostruosa, eutanasia.
RispondiEliminaBonjour, Paolo, veux-tu transmettre à tous ceux qui ont donné ces commentaires aimables :
RispondiEliminaGrazie a tutti
I più cordiali saluti
Pierre Jean Brouillaud