La
ragazza, chiaramente una prostituta, stava lì immobile ad aspettare.
Quando
Marco le passò di fronte non poté fare a meno di notarla. Marco non
era il tipo che andasse abitualmente con le prostitute. Anzi, al
contrario, non era mai stato con una donna a pagamento. Neppure lo
aveva mai desiderato. Eppure... questa ragazza lo attirò con una
forza irresistibile, come il Maelström può attirare una barchetta
di carta.
Non
dovete pensare che fosse il suo corpo, per quanto eccellentemente
proporzionato e adeguatamente esposto, ad attrarlo con tale violenza.
Né si potrebbe dire che la calamita fosse celata in qualche
particolare nell'atteggiamento di lei. Forse tutto dipese solo dai
suoi occhi.
In
effetti, la prima cosa che fece voltare Marco verso la ragazza in
particolare, fu davvero la perfezione del suo corpo.
Certo,
che da lei emanasse una certa aura di innocenza, così diversa
dall'arrogante sensualità delle sue colleghe poco distanti, ebbe il
suo peso.
Ma
fu solo quando si fermò di fronte a lei, quando la guardò negli
occhi, che il desiderio di averla prevaricò tutti gli altri
sentimenti.
Quegli
occhi... occhi imperscrutabili, a cui sarebbe stato difficile
attribuire un colore o un umore. In quegli occhi pareva nuotare
un'infinità di riflessi, come pagliuzze cangianti che esprimevano
ciascuna una differente personalità. Per Marco il sesso a pagamento
era quasi un tabù, ma in quel momento il desiderio lo prese con una
forza irrefrenabile e avrebbe pagato qualunque prezzo pur di averla.
Allo stesso tempo, però, lo colse del tutto impreparato, e non poté
far altro che restare immobile di fronte a lei.
A
quanto pareva, nonostante l'aura d'innocenza, la ragazza sapeva il
suo mestiere.
Rendendosi
conto di averlo preso all'amo, semplicemente gli tenne la mano e lo
attirò verso l'androne del palazzo. Lui la seguì docilmente
attraverso l'entrata.
Mentre
salivano la prima rampa di scale, Marco fu colto da un’erezione,
inaspettata quanto violenta. Gli occhi non si staccarono per un solo
istante da quella figura ancheggiante, quasi temesse, assurdamente,
che dopo averlo adescato la ragazza potesse fuggire da lui.
Mentre
montavano la seconda rampa, si stupì di se stesso; non avrebbe mai
creduto di poter provare quel tipo di desiderio, quello che ti
costringe ad andare a fondo alla cosa, vada come vada.
Se
ne chiese il motivo.
Durante
la terza rampa trovò la soluzione. Erano i suoi occhi; dietro a
quegli occhi pareva non esserci una singola personalità, ma
centinaia, forse migliaia, forse tutte le personalità. E il suo
membro... avrebbe avuto tutto. Si immaginò a sposare quegli occhi,
ad averli accanto a ogni risveglio, e gli parve una cosa folle, o
meglio, una cosa che lo avrebbe portato alla follia; sarebbe stato
troppo.
Ma
averla ora... solo una volta certo, ma tutto; gli sarebbe bastato per
sempre.
Appena
lei richiuse la porta della camera, la gettò sul letto, le strappò
di dosso i pochi abiti che indossava. In un attimo fu sopra di lei,
poi dentro di lei. E mentre la possedeva con violenza ebbe, non uno,
ma mille orgasmi nello stesso istante.
Mentre
la possedeva, guardava i suoi occhi, occhi che contenevano una
miriade di mondi. Il suo sguardo entrò negli occhi di lei, e sentì
di possedere tutti quei mondi, era dentro di lei; in qualunque senso
possano essere intese queste parole. L'orgasmo finale lo scosse come
uno spasimo di epilessia, ottenebrò la sua mente fino ad annullarlo.
La
ragazza uscì sola, chiudendosi alle spalle la porta della stanza
vuota. A prima vista nulla era cambiato in lei. Soltanto chi avesse
osservato con molta attenzione i suoi occhi, avrebbe potuto notare
che una nuova pagliuzza cangiante, un nuovo riflesso tra i molti,
splendeva adesso in fondo al suo sguardo.
Bel racconto. Scritto bene. Finale inimmaginabile.
RispondiEliminaNotevole questa gnacchera killer! Pieno di suspense, si legge in un fiato. E il lettore maschio facilmente si può identificare nel protagonista. Buona mi sembra la delineazione psicologica, mentre la narrazione porta a un finale che è lasciato all'immaginazione e all'interpretazione del lettore... secondo alcune buone regole del fantastico.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino