lunedì 20 maggio 2013

RICORDO DI JOSEPH PAYNE BRENNAN di Sergio Bissoli

C’è una grande differenza fra le storie di Brennan (1918 - 1990) e quelle degli altri autori americani.
Solitamente gli autori americani descrivono l’ambiente in modo frettoloso e marginale: una cittadina qualunque, una metropoli, un appartamento anonimo (oppure una ambientazione esotica che suona falsa).
Brennan invece è molto più accurato e convincente.
Egli predilige vecchie case, paesi rurali, villaggi decrepiti che posseggono tutta la potenza e l’intensità del vissuto.
Altra caratteristica presente unicamente in Brennan: questo autore descrive la sofferenza provocata dallo scorrere del tempo. Come conseguenza del passare del tempo, le case, i paesi, i luoghi cambiano e questo dà all’uomo un senso di insicurezza, un dolore psicologico per la perdita di capisaldi nel percorso della vita.

2 commenti:

  1. Non ho mai letto niente di lui. In effetti le città e i paesi degli Stati Uniti hanno per lo più quel senso di anonimo e di standardizzato che rende superflua la descrizione. I centri urbani americani sono senza piazze... un intrico di strade che si intersecano con le solite insegne luminose, i simboli della Coca Cola, gli empori, i supermarket, i parcheggi, le villette in fila con davanti il solito prato.
    Solo qualche eccezione: le strade di San Francisco, il centro di New York, lo stile coloniale di New Orleans, Boston, che, mi pare, abbia gli unici esempi di piazze all'europea.

    Giuseppe Novellino

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    1. Tradotto in italiano UN EPISODIO IN CAIN STREET su Psycho 1 Armenia 1979

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