A Giuseppe Novellino, che con
la sua fissa dei Rokes mi ha fatto venir voglia di scrivere qualcosa di
musicale
E a Tommy Johnson, cui qualcosa di simile è
effettivamente accaduto
Siedo in terra a un incrocio
affamato sotto la pioggia
Siedo in terra a un incrocio
senza un soldo sotto la pioggia
Siedo in terra a un incrocio
senza un soldo nella notte
Le dita rigide sulle corde della mia chitarra
L'uomo in nero sorride
e il gelo avvolge il mio cuore
L'uomo in nero sorride
e qualcosa cambia nel mio cuore
L'uomo in nero sorride
e mi tende una mano nella notte
Io la prendo perché ormai sono un uomo finito
Oh baby, ora le mie dita sono fulmini lungo le
corde della mia chitarra
Oh baby, ora la mia voce fa venire una donna giusto
col suo suono
Ho la pancia piena ora, baby, e dormo su un letto
di piume
La mia chitarra nuova urla e geme, e l'uomo in
nero è giusto un ricordo
A volte mi chiedo, baby
quanti incroci può passare un uomo
A volte mi chiedo, baby
quanti incroci può aggirare un uomo
Oh quanti incroci, baby
prima di incontrare un uomo in nero
Perchè, baby, lo sai, l'uomo in nero prende sempre la sua paga
Simpatica ballata fantasy-rock
RispondiEliminaGrazie, Sauro, di cuore!
RispondiEliminaUn blues davvero intenso, pieno di sentimento. Rileggendolo, mi sembra un inno alla vita, alla vita intesa nella sua meravigliosa naturalità... con la morte, appunto, che arriva inevitabile, quasi a renderle omaggio. Sì, perchè alla fine è solo la vita che esiste. E la musica qui diventa il canto e il simbolo stesso dell'esistenza.
Molto bello!
Giuseppe Novellino