martedì 21 maggio 2013

IL QUINTO PRINCIPIO, romanzo di Vittorio Catani



 C’è molta carne al fuoco. Bisogna però dire che il contenitore è capace. Si tratta di un romanzo corale di ampio respiro, il cui disegno complesso viene tratteggiato con maestria da un decano della fantascienza italiana.
Il mondo evocato è il nostro amato pianeta nell’anno 2043.
Ne capitano di cotte e di crude. Il lettore si trova davanti una serie di avvenimenti che hanno tutta la caratteristica di una resa dei conti. Sì, la Terra è arrivata alla frutta, per il semplice fatto che l’evoluzione dei suoi abitanti ha raggiunto l’apice di un progresso alienante, dove gli egoismi privati la fanno da padrone, dove la tecnologia ha regalato all’uomo possibilità incontrollabili e dove si sta instaurando una nuova forma di globale tirannia.
I personaggi sono tanti, rappresentano un po’ tutte le condizioni sociali, ma si possono classificare in due categorie: gli schiavi e i padroni. Il maggiore rappresentante di questi ultimi è un certo Yarin. Egli e i suoi simili si stanno spartendo il mondo in tante proprietà private. Il capitalismo ha raggiunto la sua massima evoluzione (in senso negativo), che poi appare come una vera e propria involuzione. I super ricchi sono come dei signori feudali e si ritrovano per lo più concentrati a Diaspar, un’immensa città esclusiva nel bel mezzo della Foresta Amazzonica. I loro maggiori esponenti si scannano a vicenda (non solo metaforicamente) per arraffare il più possibile. E con immense somme di denaro provano a togliersi tutti gli sfizi. Quanto costa, per esempio, l’Antardide? Ebbene, Yarin deve fare i conti con un avversario altrettanto cocciuto e bramoso. Si celebra allora un’asta che ha dell’incredibile.
Miliardi di esseri umani sono soggetti al potere di pochi. Risultano semplici consumatori, ma devono acquistare beni sempre più esigui e sempre meno naturali. Vivono come le termiti in megalopoli degradate. New York, per esempio, è diventata un luogo invivibile e si è in gran parte sviluppata nel sottosuolo. Ma tutti (sia loro che gli abbienti) possono usufruire della PEM, l’ultima, sorprendente evoluzione del telefonino. È una specie di protesi, applicata sulla calotta cranica. Fornisce all’utente possibilità incredibili di comunicazione: parlare ma anche semplicemente trasmettere i pensieri. Come tutte le diavolerie che hanno a che vedere con l’informatica, la PEM è vulnerabile ai virus. Ma essendo il rapporto tra cervello e apparecchio talmente stretto, anche l’organo umano può subire aggressioni, e quindi anch’esso deve essere sottoposto a scansioni protettive.
In questo scenario molto variegato e complesso, si dipana una vicenda che sostanzialmente è molto semplice, pur nelle sue numerose ramificazioni: la lotta tra gli sfruttati e gli sfruttatori. Ma con qualche complicazione. Il mondo è soggetto a cataclismi inspiegabili, che poi verranno messi in relazione con l’avverarsi del misterioso Quinto Principio. Inoltre qualcuno ha trovato una terza via per la risoluzione del problema mondiale. All’alternativa se ribellarsi o sottomettersi, se ne è aggiunta un’altra: fare i bagagli, chiudere il gas, infilarsi nel Trasmettitore e trasferirsi nel Mondo B. Che cos’è? Lo scopra, con pazienza, il lettore.
Si tratta di una storia avvincente, narrata con un linguaggio moderno, spigliato, non privo di eleganza, dai toni ora lirici, ora avventurosi, ma anche speculativi e filosofici. Una bella lettura per riflettere sugli scenari futuri, e possibili, di questo nostro pianeta. Essi, infatti, si basano sui problemi di oggi e possiedono una carica di suggestione notevole.
Ma si dovrebbe segnalare un difetto. Il futuro immaginato, benché verosimile e inquietante, è troppo vicino. La data scelta dall’autore (2043) è proprio dietro l’angolo e certe cose, in quell’anno, risulterebbero (per fortuna) alquanto premature.
Giuseppe Novellino

2 commenti:

  1. Un saluto cordiale a Vittorio Catani, uno degli scrittori più interessanti della SF italiana.
    Un saluto e un ringraziamento a Giuseppe Novellino per la sua bella recensione.

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  2. Ciao Paolo,
    ho letto la recensione.
    Ti ringrazio per averla ospitata.
    Ringrazio subito anche il gentile autore:-)

    Vittorio Catani

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