C’è molta carne
al fuoco. Bisogna però dire che il contenitore è capace. Si tratta
di un romanzo corale di ampio respiro, il cui disegno complesso viene
tratteggiato con maestria da un decano della fantascienza italiana.
Il mondo evocato è
il nostro amato pianeta nell’anno 2043.
Ne capitano di cotte
e di crude. Il lettore si trova davanti una serie di avvenimenti che
hanno tutta la caratteristica di una resa dei conti. Sì, la Terra è
arrivata alla frutta, per il semplice fatto che l’evoluzione dei
suoi abitanti ha raggiunto l’apice di un progresso alienante, dove
gli egoismi privati la fanno da padrone, dove la tecnologia ha
regalato all’uomo possibilità incontrollabili e dove si sta
instaurando una nuova forma di globale tirannia.
I personaggi sono
tanti, rappresentano un po’ tutte le condizioni sociali, ma si
possono classificare in due categorie: gli schiavi e i padroni. Il
maggiore rappresentante di questi ultimi è un certo Yarin. Egli e i
suoi simili si stanno spartendo il mondo in tante proprietà private.
Il capitalismo ha raggiunto la sua massima evoluzione (in senso
negativo), che poi appare come una vera e propria involuzione. I
super ricchi sono come dei signori feudali e si ritrovano per lo più
concentrati a Diaspar, un’immensa città esclusiva nel bel mezzo
della Foresta Amazzonica. I loro maggiori esponenti si scannano a
vicenda (non solo metaforicamente) per arraffare il più possibile. E
con immense somme di denaro provano a togliersi tutti gli sfizi.
Quanto costa, per esempio, l’Antardide? Ebbene, Yarin deve fare i
conti con un avversario altrettanto cocciuto e bramoso. Si celebra
allora un’asta che ha dell’incredibile.
Miliardi di esseri
umani sono soggetti al potere di pochi. Risultano semplici
consumatori, ma devono acquistare beni sempre più esigui e sempre
meno naturali. Vivono come le termiti in megalopoli degradate. New
York, per esempio, è diventata un luogo invivibile e si è in gran
parte sviluppata nel sottosuolo. Ma tutti (sia loro che gli abbienti)
possono usufruire della PEM, l’ultima, sorprendente evoluzione del
telefonino. È una specie di protesi, applicata sulla calotta
cranica. Fornisce all’utente possibilità incredibili di
comunicazione: parlare ma anche semplicemente trasmettere i pensieri.
Come tutte le diavolerie che hanno a che vedere con l’informatica,
la PEM è vulnerabile ai virus. Ma essendo il rapporto tra cervello e
apparecchio talmente stretto, anche l’organo umano può subire
aggressioni, e quindi anch’esso deve essere sottoposto a scansioni
protettive.
In questo scenario
molto variegato e complesso, si dipana una vicenda che
sostanzialmente è molto semplice, pur nelle sue numerose
ramificazioni: la lotta tra gli sfruttati e gli sfruttatori. Ma con
qualche complicazione. Il mondo è soggetto a cataclismi
inspiegabili, che poi verranno messi in relazione con l’avverarsi
del misterioso Quinto Principio. Inoltre qualcuno ha trovato una
terza via per la risoluzione del problema mondiale. All’alternativa
se ribellarsi o sottomettersi, se ne è aggiunta un’altra: fare i
bagagli, chiudere il gas, infilarsi nel Trasmettitore e trasferirsi
nel Mondo B. Che cos’è? Lo scopra, con pazienza, il lettore.
Si tratta di una
storia avvincente, narrata con un linguaggio moderno, spigliato, non
privo di eleganza, dai toni ora lirici, ora avventurosi, ma anche
speculativi e filosofici. Una bella lettura per riflettere sugli
scenari futuri, e possibili, di questo nostro pianeta. Essi, infatti,
si basano sui problemi di oggi e possiedono una carica di suggestione
notevole.
Ma si dovrebbe
segnalare un difetto. Il futuro immaginato, benché verosimile e
inquietante, è troppo vicino. La data scelta dall’autore (2043) è
proprio dietro l’angolo e certe cose, in quell’anno,
risulterebbero (per fortuna) alquanto premature.
Giuseppe Novellino
Un saluto cordiale a Vittorio Catani, uno degli scrittori più interessanti della SF italiana.
RispondiEliminaUn saluto e un ringraziamento a Giuseppe Novellino per la sua bella recensione.
Ciao Paolo,
RispondiEliminaho letto la recensione.
Ti ringrazio per averla ospitata.
Ringrazio subito anche il gentile autore:-)
Vittorio Catani