
Le
notti di fine anno le trascorriamo in stalla, io e il mio cane
Whisky. In questo periodo c’è una vacca gravida e il padrone non
vuole che si ripeta l’incidente dell’anno scorso quando il
vitello morì per mancanza di assistenza.
La
notte del 30 dicembre sono in stalla come al solito, disteso su una
brandina e vengo svegliato di soprassalto. Le vacche si muovono e
muggiscono. Il cane abbaia. Deve essere mezzanotte passata poiché la
temperatura si abbassa sempre a quest’ora. Dalle finestre a nord
entra il vento gelido di tramontana, così prendo stracci e paglia e
incomincio a tappare le fessure.
Mentre
sto facendo questo lavoro sento alcuni colpi battuti sulla porta
della stalla e mi sembra di udire una voce che chiama. Chi può
essere a quest’ora di notte?
La
fattoria è isolata. Fuori la campagna è murata di buio e nebbia. Il
cane abbaia forte. Le vacche sono diventate irrequiete. I colpi si
ripetono e io mi avvicino alla porta per controllare.
Quando
apro vedo un vecchio intabarrato con una lunga barba bianca. L’uomo
tiene una sporta e si appoggia a un bastone.
“Sono
un mendicante... Ho visto la luce accesa... cerco un posto dove
passare la notte...”
Dopo
un attimo di esitazione mi tiro da parte per lasciarlo entrare.
L’uomo camminando stancamente va a sedersi su un mucchio di paglia.
Si appoggia con la schiena a un palo, tira fuori del pane dalla
sporta e incomincia a mangiare. Quando ha finito resta immobile con
lo sguardo perduto nel vuoto.
Vorrei
chiedergli da dove viene e perché si trova per strada a quest’ora
di notte, ma mi trattengo. Suppongo che il vecchio si sia
addormentato e non oso disturbarlo.
Invece
dopo alcuni minuti egli volta la testa verso di me e parla a bassa
voce:
“Esistono
mondi bellissimi... coloratissimi... con piaceri mille volte
superiori a quelli terrestri... In questi mondi gli uomini realizzano
tutti i loro sogni, tutte le fantasie, tutti i miracoli e i
desideri...”
I
discorsi del vecchio suonano strani nell’ambiente povero della
stalla; i muri gocciano umidità, la lucerna attaccata alla carrucola
del palo centrale è annerita di fuliggine e ragnatele. Ma il vecchio
sconosciuto non sembra badare a queste cose e riprende a parlare:
“Sono
mondi luminosi fatti di materia sottile che vibra più velocemente.
Sono mondi popolati da esseri con una coscienza più profonda, più
estesa, più intensa. Una coscienza tanto diversa dalla nostra; una
coscienza talmente diversa dal nostro povero insieme di percezioni e
ricordi...”
“Che
belle favole sai raccontare nonno” sorrido.
“Non
sono favole. Io ho visto questi luoghi! Tutte le volte che mi trovo
fra i mondi io posso vederli.”
Adesso
si alza in piedi fra i mucchi di paglia. É alto, barbuto, e sembra
un Dio antico:
“...
Ma sopra questi mondi incomincio a intravedere altri mondi ancora
superiori di inconcepibile, stupefacente bellezza. Io ho solo
intravisto questi nuovi mondi superiori dove la luce è ancora mille
volte più luminosa e la materia ancora più sottile e vibra ancora
più veloce. In questi nuovi mondi il pensiero crea forme, luci,
suoni e comunica direttamente con le menti degli Dèi...”
Con
il trascorrere della notte anche io sono preso dalla magia di questi
strani mondi. Piano piano mi immergo nelle atmosfere dei racconti di
questo singolare viaggiatore dello spirito.
É
quasi l’alba. Il vecchio ha smesso di parlare adesso. Egli si è
allontanato per guardare la luce pallida che entra dai finestrini.
Dopo qualche minuto va verso la porta ed esce fuori.
Anche
io mi alzo. Corro al finestrino per guardarlo mentre si allontana.
Il
vecchio cammina piano appoggiandosi al suo bastone, e va verso la
luce del nuovo giorno.
Un carissimo saluto a Sergio, i cui racconti sono sempre di un fascino molto particolare.
RispondiEliminaUna storia narrata molto bene, e dotata di un certo magnetismo.
RispondiEliminaAntonio Ognibene
Bello questo sprazzo su mondi lontani, forse reali, forse meno (ma tutti noi appasionati scommetto che li abbiamo dati per veri, giusto?)
RispondiEliminaL'infinitamente grande (il cosmo) in contrasto con l'infinitamente piccolo (una stalla). Bel racconto d'atmosfera e d'effetto, con allusioni filosofiche molto interessanti.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino