L’universo spirituale vibra di scintille e di colori.
L’Oltremondo è percorso da correnti di luci variegate, fluttuanti, pulsanti,
apportatrici di conoscenza e di bellezza.
Qui la pace è dinamismo, gioia, creatività,
potenzialità. Qui hanno origine molte cause in un armonioso susseguirsi di onde
attraverso le dimensioni.
E dimensioni misteriose e sublimi si profilano ancora
più in alto, ancora più aldilà della mia capacità di comprensione e intuizione.
Sopra tutto e dentro tutto si riflette l’Energia
Primordiale vivificatrice e tessitrice di questo multiforme schema.
I pensieri degli altri interlocutori fluiscono
attraverso me apportando scambi di informazioni e di esperienze. Uno fra gli
altri, che mi ha accompagnato e guidato durante il percorso dell’evoluzione,
adesso mi parla:
“Tu hai completato il lungo e doloroso ciclo delle
incarnazioni. Un cammino di luce si stende ora davanti a te in dimensioni
spirituali sempre più sottili e perfezionate. Questa è l’ultima possibilità che
hai di ridiscendere nella materia, non più come uomo ma come avatar, oppure di
abbandonare la materia per sempre. Che cosa scegli?”
Una parola si irraggia vibrante dal mio essere:
“Avatar. Sarà un piacere diventarlo, poiché ora
sceglierò di nascere nella ricchezza”.
“Sarebbe una incarnazione sprecata! Per poter vivere
intensamente la tua incarnazione, per avere più sensazioni, più esperienze, ti
conviene rinascere nella povertà. Perché vuoi discendere ancora una volta fra
la miseria, l’ignoranza, le malattie?”
“La compassione per gli incarnati, per tutti gli
incarnati, mi spinge a farlo”.
“Gli incarnati non ti riconosceranno. Se insegni a
loro, essi non ti crederanno. Se acceleri la loro evoluzione essi ti
ostacoleranno. Se li guarisci essi ti odieranno. Solo dopo la tua morte, solo
molto tempo dopo, alcuni incarnati godranno dei tuoi doni e ti riconosceranno.
Vuoi tu dunque?...”
“Avatar. Poiché adesso ho la certezza che tutta la
materia è solamente illusione”.
“Ma per poter vivere intensamente l’incarnazione nella
materia tu dovrai credere ciecamente nella materia. Così durante l’incarnazione
tu perderai la conoscenza dell’Oltremondo, ti sarà oscurata la memoria delle
tue vite passate e di tutte le tue esperienze. Vuoi tu ancora?...”
“Perderò momentaneamente queste consapevolezze, ma la
vita è così breve, è solo un lampo e poi tornerò di nuovo qui”.
“60 anni di vita ti sembreranno lunghi e
insopportabili. Sarai tormentato dai dubbi, dall’angoscia e da una inguaribile
nostalgia che è l’eco del ricordo di questo Oltremondo. Vuoi tu ancora?...”
“Sì. Ci sarai sempre tu, Spirito Guida, insieme a me”.
“Io ti seguirò nella discesa nella materia. Ti
proteggerò, ti ispirerò se me lo chiederai. Ma tu non mi vedrai e dunque non
crederai in me. Vuoi tu?...”
“Avatar”.
“Allora programma la tua incarnazione e poniti delle
tendenze per raggiungere i tuoi scopi e dei limiti che ti impediscano di
allontanarti da questi scopi. Attento adesso a non sopravvalutare le tue forze.
Sei pronto?”
“Sono pronto”.
Un turbine; un vortice che mi trascina giù, giù,
sempre più in giù, dentro l’oscurità, dentro la pesantezza, giù dentro
l’incoscienza di una nuova incarnazione.
Lettura piacevole, come il solito, quella di Sergio.
RispondiEliminaRacconto scritto bene, sciolto e capace di tenere desta la curiosità dall'inizio alla fine. Mi è piaciuto per i suoi risvolti filosofici, per quel suo tentativo di dare una risposta di sapore fantascientifico al mistero della vita e della morte.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Proprio un bel racconto. Complimenti!
RispondiEliminaMi è piaciuto molto (anche se generalmente non amo i racconti brevissimi); ha l'atmosfera di un sogno.
RispondiEliminaSauro Nieddu