- L’hai
ucciso!
- Era già
morto!
Mac si fermò
a metà della discesa che portava al piano di quell’immobile malandato; niente a che vedere con i nuovi
padiglioni. Quelli almeno sono costruiti in piano!
Porse
l’orecchio. Ancora una trasmissione che si sentiva attraverso la parete, ancora
un teleromanzo giallo.
Mac ripartì
di buona lena; uno, due, gambe rigide, pianta piatta, ruotava l’anca destra,
poi la sinistra, ginocchia e piedi girati all’interno come un automa.
Con questa
marcia a scatti avanzava molto velocemente, quasi a passo di ginnastica.
Ciò lo
riscaldava un po’ perché faceva freddo sotto la calotta che impediva il
congelamento dell’atmosfera di Tevecittà.
All’esterno
l’inverno era duro. La mini glaciazione. Se ne parlava tra intenditori, esperti del meteo e del Sani. Nessun problema
per la popolazione al riparo sotto la bolla rotonda come la felicità.
Mac faceva
parte dei pedestri, cioè dei rari esseri
umani che avevano ancora l’uso delle gambe.
Mac
Grado: ISPETTORE,
Funzione: CDC
(controllo a domicilio)
Numero di
codice: BIF 5486425
Soprannome:
TELEMAC
Segni
particolari: capacità di memorizzare i programmi quotidiani di 365 canali
Anzianità: 10
anni, 5 mesi e 7 giorni
Stato civile:
riprodotto in un solo esemplare, maschio
Distinzione
: iridio, per servizi eccezionali
Oltrepassò il
pianerottolo. Un metro e venti con larghezza regolamentare che permetteva il
passaggio delle telepoltrone.
L’occupante
non era fuori misura come accadeva spesso fra i telemani che soffrivano di
ipertrofia del torace e della testa.
Di forme
generose e, spesso, debordanti, si davano il nome di testoni e lo giustificavano con il lavoro della vista e dell’udito.
Dietro la
porta un cane abbaiava ferocemente.
Mac si
posizionò dietro il sensore che trasmetteva la sua immagine all’interno. Il
sensore scattò e la porta si aprì dopo il controllo sullo schermo interno.
Una voce
tentava di calmare l’animale. Voce troppo calma. Sintetica. L’androide di
servizio. Andy. Li chiamavano tutti Andy. Il cane abbaiava ancora di più.
Andy fece
entrare l’ispettore; aveva l’atteggiamento
troppo servile che caratterizzava i robot della ventitreesima generazione.
Schiena morbida e una corona di capelli intorno a un cranio lucente.
Perché davano
loro sempre più l’aspetto dei vecchi servitori che si vedevano nei film
antichi?
I primi
androidi mostravano ciò che erano: dei meccanismi.
Il cane,
rotondo, pelo raso, di una razza alla moda, detto mortadella, fiutò le scarpe
di Telemac: un uomo in piedi! L’animale non era abituato e riprese ad abbaiare.
- Fallo
tacere! disse Mac.
Andy alzò la
mano sinistra in segno di impotenza. Pregò Mac di sedersi, chiamò il bar che
uscì dal suo armadio a muro e si posizionò davanti al visitatore girando
lentamente su se stesso per offrire una bibita a scelta.
L’ispettore
rifiutò. Mai in servizio.
Si diresse
verso la vittima.
In fondo alla
stanza, davanti al televisore, l’uomo era rannicchiato nella sua poltrona.
Seduto un po’ di traverso, sembrava dormire, il mento contro il petto.
Sulle gambe
la mano stringeva il telecomando. La cintura di sicurezza pendeva contro il suo
fianco.
Mac allontanò
il piatto che conteneva degli avanzi del pranzo. Andy non si era preoccupato di
pulirlo. Per un telemane della sua età, la vittima aveva delle gambe
straordinariamente lunghe, per questo aveva abbassato completamente il
poggiapiedi.
L’uomo era
proprio morto; il condotto escretore era asciutto; l’ultima minzione risaliva a
parecchie ore; non c’era traccia di feci.
Furioso di
vedere toccare il suo padrone, il cane mostrava i denti.
- Abbassa la
televisione, oppure occupati di questo animale! disse Mac.
- Io non sono
programmato per regolare la televisione. Il padrone lo fa sempre lui.
- Lo faceva,
vuoi dire.
Senza dubbio
non si era accorto che il suo padrone era morto, perché la morte non era nella
sua memoria.
Telemac tirò
fuori dalla sua borsa una serie di comandi e cambiando canale passò sul canale
Cane.
Nella stanza
si sparse l’odore di manzo che profumava la carne di canguro in scatola.
Affascinato
da una sequenza di ciao cagnolino, l’animale si mise
a sbavare e si accucciò con occhi sognanti.
Il vivatron
aveva trasmesso al centro documentale l’elettroencefalogramma piatto della
vittima senza indicare la diagnosi tra le cinquantadue cause di decesso
omologate.
Da ciò la
visita dell’ispettore per un supplemento di inchiesta.
Mac esaminò
il corpo; la morte risaliva a due ore prima; non c’erano tracce di violenza che
giustificassero una ricerca di impronte di DNA, che permettessero l’identificazione
di un eventuale aggressore.
L’ispettore
si girò verso Andy:
- Il tuo
padrone è morto.
- Una grande disgrazia - disse con voce di sintesi.
Un’ombra di
tristezza passò sulla fronte dell’androide che si inclinò ed unì le mani.
- Spiegami.
Com’è accaduto?
- Ero fuori,
a spasso con il cane. Non l’avevo fatto da 48 ore.
- Possibile.
Grazie ai progressi della genetica essi si mantengono. E allora?
- Doveva
succedere proprio allora!
Inutile
discutere sul caso. La nozione sfuggiva agli androidi.
- E quando
sei rientrato?
- Sembrava
che dormisse.
- A metà di
una trasmissione?
- Si,
ispettore.
- E allora?
- Di solito
quando uscivo mi chiedeva di stringere la cintura per non cadere, ma quando la
trasmissione cambiava si risvegliava sempre.
- E questa
volta non l’aveva chiesto?
- No.
- E tu l’hai
visto dormire senza amarra, e non ti sei allarmato?
Una luce si accende negli occhi di Andy.
Amarra. Allarme. Espressioni che non
facevano parte del suo vocabolario.
Mac riprese:
- E questo
non ti ha stupito?
- No ispettore,
avveniva anche questo.
- Davanti a
una situazione anormale tu dovevi prevenire la Sanità. Perché non l’hai fatto?
Un silenzio.
Poi:
- L’emozione,
ispettore.
Mac avrebbe
potuto credere che Andy ridesse di lui se i robot avessero avuto il senso dell’umorismo.
- Che cosa
vuoi dire?
- Io ho paura
della morte!
- Alla buonora!
Tu non avevi l’aria di sapere che era morto. Quindi non
sai che cosa è la morte.
- Sì!
- Sai che
cosa rischi per la tua negligenza?
- Sì, la
disintegrazione.
- Che vuol
dire?
- La
demolizione.
- Si smonta,
Andy, e non si rimonta più.
La luce si
ritirò dall’occhio giallo. Andy soffriva .
Provocare in
loro il dolore che nasce dal blocco dei circuiti di alimentazione. Questa era stata l’idea geniale, il mezzo migliore
per controllarli.
E l’androide?
Escluso. Loro
non potevano nuocere ai loro maestri, contrario alla prima legge della robotica
emanata dal Grande Asimov (sia sempre salva la sua memoria!) - aggiunse Mac per se
stesso e di riflesso.
Morte
naturale. Prima ipotesi: overdose di teleromanzo. Poco probabile. La vittima
non guardava che un solo schermo alla volta mentre gli altri ne tappezzano la
stanza e fanno lo zapping tutto il giorno e la notte.
A
dimostrazione di ciò Mac applicò il tastatore a livello della rotula. Nessun sintomo normale. Non vide apparire né la silhouette
del celebre animatore Philippe Bouffard né
il petto gonfiabile di Lyette.
Seconda
ipotesi: arresto cardiaco durante un film dell’orrore. La vittima avrà
dimenticato di prendere la pillola di antigore indispensabile per le persone
sensibili? Mac si ricordò i programmi
delle ultime ore: nessun film
fantastico.
Terza
ipotesi: caso di rammollimento cerebrale? Due ore dopo la morte si può ancora
verificare grazie all’applicazione di elettrodi sulla fronte e sull’occipite.
Rammollimento normale per un telemane di quell’età: niente di organico.
Mac cercò il
dossier della vittima che comparve sullo schermo.
Età: 42 anni
Paternità:
consultare l’account personale.
Frequenza: 7
giorni su 7.
Durata di
ascolto: 15 ore al giorno.
Livello di
attenzione: 18/20
Zapping: tre
volte in 24 ore.
Tutto
normale.
Mac scelse il
menu personale.
A metà della
scheda entrò nei dati della vittima.
Recuperò
prima il nome e il numero di codice dei genitori.
Passando
nell’account del padre ricostruì il suo telematrimonio. Scoprì che i genitori
si erano conosciuti nel programma Accoppiamento. Si erano piaciuti ed avevano
scambiato le loro foto, poi i loro piani all’americana.
Si erano
scambiati affettuosità corrispondendo tramite messaggeri e infine, secondo la
teleguida, avevano praticato autocarezze codificate; arrivati a un punto
sufficiente di stimolazione avevano
proceduto all’inseminazione. Lui aveva inviato il suo sperma attraverso
il Procreatore, servizio di posta espresso. In videopresenza, con l’assistenza
del maschio attraverso il suono e l’immagine, lei si era fecondata secondo il
metodo esposto nel programma fate i
vostri figli da soli.
Niente che
possa dargli un indizio. La vittima era stata concepita come milioni di altri
telemani. Il coito all’antica non si praticava che in circostanze eccezionali e
tendeva ad essere giudicato deviante e
perverso.
Mac rivide la
scheda della vittima.
Non restavano
che tracce sparse della sua giovinezza. Esercizi di didattica ricordavano
l’epoca in cui, come tutti i bambini, imparava a comunicare. Apparentemente non
era andato oltre le conoscenze di base. Perché aveva in memoria queste prove ed
errori di sintassi e altri? Erano rari i Telemani che riempivano i loro account
con tante puerilità.
Lo si
immaginava bene, seduto davanti all’apparecchio, che agitava le piccole gambe
già colpite da atrofia. A quell’età, in cui pure gli occhi cominciavano a
sporgere dalla testa, la fronte iniziava a stempiarsi, la mascella a ritrarsi,
la voce a cambiare abbassandosi, loro avevano ancora scatti di insofferenza, resti di eredità
genetica. Non si poteva chieder loro di rimanere immobili per più di 10 ore.
Smaniavano per il desiderio di passare sugli altri canali dalla fine del
programma telescuola che seguivano, ciascuno dal proprio box, sotto il
controllo del profandroide, robot sorvegliante soprannominato sempre
Hardware, che per controllarli deve bloccare gli altri programmi.
Poi Mac
recuperò un messaggio dimenticato negli appunti, senza indicazione del
destinatario. Un ultimo controllo. Per scrupolo di coscienza l’ispettore
consultò l’inquestron che, in
caso di crimine, riportava l’ immagine -
robot dell’omicida grazie ad
onde residue.
Nessun
risultato.
Forse
l’impregnazione non era sufficiente; niente da fare, non c’erano elementi a
sostegno di questa ipotesi.
Mac ebbe un
brivido. Il riscaldamento mandava aria appena tiepida; forse un’interruzione di
corrente?
Chiamò la
compagnia elettrica ma non c’era stata
interruzione del servizio.
- Andy, hai
tolto tu la corrente?
- Come avrei
potuto? Io sono alimentato dalla rete!
- Tu l’hai
chiusa!
- Quando ?
- Circa dieci
ore fa… non mi chiedi il perché di questo numero? Perché tu conosci la
risposta; è la durata della tua autonomia.
Andy non rispose.
All’inizio
dovette vincere la forza d’inerzia, poi non poté più mentire. Non poteva
rispondere. Il silenzio valeva un’ammissione.
Mac ripeté:
-
Tu hai tolto la corrente dieci ore fa.
…
-
Il tuo capo è morto in crisi di astinenza.
….
- In fondo
non vi si chiede di amarlo, ma tu, diciamolo pure, lo detestavi, vero?
Mac credette di cogliere un leggero diniego,
talmente leggero… si era sicuramente sbagliato.
-
Perché? Te lo
spiego io, Andy.
…
- Lui ti
toglieva la televisione per punirti. Di che? Delle tue mancanze? Poco
probabile, tu sei ben programmato ma sei troppo intelligente. Tu sai che il tuo
maestro tiene un diario. L’hai cancellato, ma non ti sei accorto del messaggio
ricalcato sugli appunti. Un messaggio che diceva: “Lui mi spia continuamente,
ho paura di Andy”. Parlava con la sua macchina perché non aveva altri
confidenti. Andy, il tuo maestro ti toglieva la televisione e allora tu gliela
hai tolta a tua volta. Lui non l’ha sopportato.
La luce si
accese impercettibilmente. Andy lottava contro la verità.
La luce si
spense. La lampadina era saltata.
Questa storia inficiava la prima legge. I sospetti della polizia
erano fondati? Il dolore aveva spinto gli androidi a far del male; ad uccidere.
La vendetta di Hardware.
Andy si
sconquassò.
E se questo
nuovo male si diffondesse?
Telemac
chiamò la squadra anticrimine.
Una faccenda
da seguire…
(Traduzione dal francese di Erica Secondini)
Testo peculiarmente innovativo e intensamente bello, avvincente, quello di Pierre Jean, cui rinnoviamo i nostri ringraziamenti per la cortese collaborazione.
RispondiEliminaBel racconto davvero. Si potrebbe classificare come un giallo fantascientifico?
RispondiEliminaG.S.
Molto, molto bello.
RispondiEliminaComplimenti a Pierre.
Antonio Ognibene