Avendo
il computer ristrutturato
dopo
lunga, cibernetica panne,
da
orrendi mostri e da lor zanne
e
da tanti arcani errori liberato,
m’accingo
di nuovo indaffarato
a
maneggiar tasti come fosser canne
per
l’uomo primitivo, che non manne
chiedeva
al cielo ampio e colorato.
Tralasciando
numeri, schemi e celle,
orientato
piuttosto alle parole,
visualizzo
in word questo sonetto
che
far rider non vuole a crepapelle:
regalar
bensì verbali capriole…
e
sortir sappiano una gaio effetto.
Un sensazionale Giuseppe, poeta "tecnologico" e ironico, oltreché ottimo narratore.
RispondiEliminaMolto simpatico.
RispondiEliminaComplimenti a Giuseppe.
Antonio Ognibene
Al caro amico Giuseppe Novellino
RispondiEliminaChé con le sue parole m’ha inebriato
Consiglierei di lasciar stare il vino;
Un importante fatto ha trascurato
Ignora forse, Giuseppe, che l’ebbrezza
Dal sangue al verbo compie migrazione
Ed ancor migra, leggera come brezza
ad inebriar, di chi ode, la ragione
Tanto che tosto, letto il suo sonetto
Un capogiro mi catturò’l cervello;
Cascai come un ameba sul mio letto
Solo al momento, disteso e rilassato
Pensandoci, m’accorsi ch’era bello;
Chiedeva calma, per esser afferrato
Sauro nieddu
HAIKU
RispondiEliminaOrsù Giuseppe
alla tenzon rispondi
con aspri versi
Lieto per questi commenti,
RispondiEliminain versi leggiadri e sapienti.
Un sonetto quasi perfetto
precede, con sommo diletto,
quel che sognato avrei mai più:
un arioso e simpatico haiku.
Giuseppe Novellino
Giuseppe caro, spesso le tue trovate
Eliminaa volte strambe, ma certo ragionate,
pur devo ammetter darmi ispirazione.
In questo caso, per stimolar creazione
di buffe e (spero) divertenti rime.
Figurati che ormai, da oltre vent'anni
non mi provavo più in codesti panni,
di colui, cioè, che in versi esprime
pensieri chiari o vago sentimento.
Per un momento sembrò di bazzicare
tempi di Dante più che l'attual momento.
La tua replica, però, porta a tornare
non a Dante, o Cecco, o chicchessia,
piuttosto a petrarchesca cortesia
Sauro
Non aspro invero
RispondiEliminama deh molto cortese
poeta sei
Sauro,
RispondiEliminasono solo sonetti,
splendidi,
suadenti;
sono soffi soavi,
sensibilmente sussurrati,
sono semplici suoni,
sensazionali…
sorridenti.
Gentile Sauro, il tuo sonetto mi lusinga,
RispondiEliminaallieta il mio orecchio e scioglie la mia lingua.
In versi qui si scrive, non solo sibilanti...
e questo è buono, poiché la poesia
nobilita l'uomo e fa sognanti
color che la penna, con grande cortesia,
utilizzano ad uso costruttivo.
Ma consentitemi una cosa:
dimenticar non faccia questo agone
lo scopo ultimo di detto sito,
che fantascientifiche imprese sa e propone
a lettori attenti e appassionati.
Dunque, si usi pur la poesia,
ma che essa qualche volta si rivolga
agli spazi siderali e alle epoche future
a tutto quanto inquieta, alle congiunture
di possibili scenari da fuggire.
E si possa allor colpire
due bersagli con una freccia:
l'un del dolce poetare,
e l'altro ancor, quale aperta breccia,
di cose nuove vagheggiare.
Giuseppe Novellino
Non disperare, ne sono a conoscienza
RispondiEliminaeppure qui si tratta di un commento
slegato, quindi, di libero argomento.
Tra poco arriverà la fantascienza,
ché Paolo ha avuto ora un raccontino
che spero venga, a breve, pubblicato
e non, invece, di botto cestinato,
con la motivazion ch'è un po' cretino
Sauro Nieddu
La tua precisazione, Sauro, mi sembra opportuna.
RispondiEliminaEd auguro al tuo racconto: buona fortuna!
Giuseppe Novellino