Per un fenomeno di non-località legato alla meccanica quantistica
secondo l’equazione di Scrhödinger, l’affresco, il giorno prima terminato, ebbe
una trasfigurazione. Là dove apparivano il Cristo risorto e la Maddalena c’erano
immagini sataniche di dipinto surreale firmato Francis Bacon, pittore inglese
del Novecento. Il quattro - cinquecentesco Noli
me tangere del domenicano Beato
Angelico sostituito da Tre studi di
figura per la base di una crocifissione (1944) di Francis Bacon, impregnatasi
in parete come affresco.
Il fatto riportato in un racconto degli Ecatommiti di Giraldi Cintio, letterato vissuto una sessantina di
anni dopo. C’è l’ipotesi che il Giraldi avesse raccolto la notizia da un disperso
libello del poeta Gian Giorgio Trissino. Il Giraldi accenna a un portento
accaduto in Firenze la notte tra il diciotto ed il diciannove maggio, anno
Domini 1443. Per la precisione, il fatto si verificò nella VII cella,
appena finita di affrescare nel convento di San Marco. Il Giraldi dice che
sebbene beato ed angelico, oltre che frate domenicano con papale protezione,
Beato Angelico stette per svenire dallo shock. Il novizio che l’accompagnava
aveva esclamato:
“Frate Angelico, la pittura s’è
squagliata.”
Era mattutino. Tra veglia e sonno,
Angelico Beato disse: “Come?”
“Forse l’umido. La pittura s’è
squagliata. Vedete.”
Sgomento. Al posto delle sue
composite figure in geometrici spazi, apparivano macchie informi dalla parvenza
umana. C’era però la firma in chiare lettere: Francis Bacon. Il cognome era
inglese. C’era da indagare. All’albeggiante tremolio, Angelico Beato mandò via
il novizio, si chiuse dentro ed osservò il portento: la sua pittura armoniosa e
calma dai contorni netti, i volti santi e immacolati discioltisi, ma non del
tutto. Come se una mano creativa si fosse sovrapposta alla sua e nella notte avesse
ricomposto quei corpi santi in orribili carcasse, uscite da un carnaio. A
vedere bene, la pittura si era sciolta e ricomposta in figure umane deformate.
Realtà evocanti gl’incubi dei sogni. Non salvezza, ma perdizione. Non causa
dell’umido, non dell’impasto sottostante, o di friabile parete. C’era una
logica soggiacente, difficile da capire. Opera demoniaca, alchimia e
stregoneria. Corpi umani nudi e deformi, al limite della comprensione. Facce
stravolte e tarlate dipinte con colori strani, l’opposto delle sue
composizioni. Là dove c’era la certezza dello spirito, appariva l’orrore della
carne. Beato Angelico, ne udiva i lamenti, i rantoli e i gemiti.
È questo dunque l’inferno? Nel suo
Noli me tangere, le mani del Cristo
puntavano sicure verso il cielo. Indicavano la strada da seguire per il
paradiso. Lì, il Cristo stava per elevarsi alla destra di Dio onnipotente, Onnipotens Deus. Pater nostre qui es in coelis. Accadeva che le mani del Signore e
quelle della Maddalena giungessero quasi a toccarsi. Però la sovrapposizione
dei piani non ne dava certezza. Le dita della Maddalena toccavano solo i raggi
della gloria. La fede annullava il dubbio. La celeste ambiguità sostituita
dallo sfacelo umano, opera di un diavolo di nome Francis Bacon. Beato Angelico
aveva dipinto le mani della Maddalena tese verso Gesù: le dita allungate
cercano di afferrarlo, di toccarne il corpo, carpirne la presenza. Le mani del
Cristo la tengono a distanza, come dovuto. Tutto combacia secondo i canoni del
Vangelo. Figure che si articolano nello spazio con sicurezza, sottolineata
dagl’insistiti scorci delle mani e dalla calcolata inclinazione delle teste. Il
Cristo dice alla Maddalena: “Non
toccarmi, perché non sono ancora asceso al Padre, ma ora va’ dai miei discepoli
e di’ loro: Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro.”
Maria Maddalena corse ad
annunciare ai discepoli: “Ho visto il Signore.” E raccontò ciò che le aveva
detto.
Angelico Beato, domenicano monaco aveva riportato la visione: la Maddalena vede che la
pietra del sepolcro è rovesciata e vede il Cristo risorto. Il demoniaco dipinto
di Francis Bacon era arte, ma con una stravolta verità: “Tu vedi, ma è visione pura non palpabile. Tu vedi qualcosa che non è
presente. Tu vedi colui che va via. Tu vedi il transeunte. Tu vuoi toccare ciò
che sfugge.”
Il maligno aveva distrutto l’aureo dipinto sostituendolo con infernale
visione dove tutto è opinabile e si offre alla perdizione. Osservando bene, il
domenicano si rese conto che il dipinto del Bacon operava nel profondo: entrava
nell’anima e la stravolgeva. Le certezze vacillavano. Il diavolo Bacon mostrava
l’esistenza umana abbandonata a se stessa. L’uomo solo davanti al mistero
eterno. Il diavolo dal nome inglese Bacon aveva dunque osato portare i lumi
dell’arte oltre la cristianità, oltre le tenebre della morte, oltre l’odio e
l’amore, oltre la luce e la speranza e le nebbie dei vorticosi sogni. Bacon
mostrava l’uomo e l’angoscia del Tempo: saecula
saeculorum. L’Uomo e la vanità della vita. L’Uomo e la gloria effimera.
Tutto cede allo sfacelo. Deriva del destino: il nulla eterno.
Angelico Beato capì: non è il Diavolo, ma Arte. Non finzione, ma verità.
La storia umana è un mostro che gronda sangue. Ecco cosa mostrava colui che si
era firmato come Francis Bacon. Noli me
tangere: non toccare lo sfacelo che gli uomini fanno, chiusi nell’egoismo e
nell’odio.
Beato Angelico non volle distruggere il dipinto. Disse all’abate che
intendeva affrescare le restanti pareti della cella secondo i canoni usuali, ma
che non toccassero quella parete. Sarebbe stata coperta da una tenda. L’abate non
ci capì gran che. Disse:
“Frate Angelico, ma perchè
lasciare sulla parete quell’obbrobrio che fa paura solo se lo si guarda?”
“Un giorno ci dipingerò una
visione angelica. Lasciamolo così. Mi dà ispirazione. Un giorno, aggrazierò
quelle deformità.”
“Fanno paura.”
“Nascondiamole dietro una tenda.”
Chi crede nel Figlio ha vita eterna; chi si rifiuta di credere nel
Figlio non vedrà la vita. Giov. 3-15.
Credere nel Figlio, significa
credere nell’Uomo? Significa accettarne la possibile perdizione eterna?
Si dice che il Michelangelo dormendo in quella cella come ospite del
convento, avesse scostato il manto che copriva il diabolico dipinto e ne avesse
tratto ispirazione per il suo Giudizio
universale alla Sistina.
Il nobel Dawkins (2005) dichiara
che non c’è cultura umana che non abbia sviluppato un senso religioso. Per
capirlo bisogna esplorare strade diverse. Lo scienziato fa l’esempio dei
bambini che secondo leggi di sopravvivenza evolutiva devono credere ai genitori
ed ai nonni. Egli afferma: ”Per ottime
ragioni di sopravvivenza, il cervello del bambino deve credere ai genitori, e
deve credere ai capi ai quali i genitori gli dicono di credere. Ciò vuole dire
che chi crede non ha modo di distinguere un consiglio buono da uno cattivo. Un
bambino non è in grado di dire che un
buon consiglio è «se nuoti nel fiume,
i coccodrilli ti mangeranno», e che è un
consiglio cattivo «se non sacrifichi una capra sotto la luna piena, il raccolto
andrà male». Entrambi sembrano altrettanto degni di fiducia. Provengono
entrambi da una fonte fidata e dispensati con la stessa convinzione che impone
rispetto e richiede obbedienza. Lo stesso avviene con le asserzioni sul mondo,
sull'universo, sulla moralità, sulla natura umana. E, naturalmente, quando il
bambino cresce e a sua volta diventa genitore, trasmette ai figli tutto ciò -
sia il senso che il non-senso - con lo stesso tono grave ed efficace.”
Il Bacon Francis e il Michelangelo spezzano certezze millenarie, aprendo
squarci su nuove realtà.
(Per gentile concessione dell’Autore. Illustrazione: Noli me tangere –
Beato Angelico)
Molto interessamte. Arte, filosofia e religione si mescolano in un racconto pieno di attesa e di sorprese.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Un po' il gusto del complesso nei racconti di Budetta, scritti molto bene
RispondiElimina