«E voglio concludere,» disse il
grande scienziato dai lunghi capelli bianchi, «con la mia massima abituale: Due
cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, ma quanto all’universo ho
ancora qualche dubbio.»
La sala risuonò degli applausi scroscianti
dei molti spettatori – uomini e donne – entusiasti. E quando, dopo alcuni
minuti, essa si vuotò, Helene Dukas, la segretaria, si avvicinò a Einstein, e
in tono confidenziale gli disse:
«Possibile, Albert, che ogni
volta tu debba terminare la conferenza con quelle parole? Sono noiose,
dopotutto.»
«Noiose?!... Non sono affatto
noiose, mia cara. Ognuno di noi, a cominciare da me stesso, ha bisogno di
sentirsele dire, continuamente… Giudica tu, Helene, da quanto m’è capitato di
vedere: dimmi se non ci sono stupidi, in gran quantità, sul nostro pianeta.»
«Stupidi in gran quantità, Albert?»
La segretaria incrociò le braccia sul petto. «E va bene, sentiamo. Cos’è che t’è
capitato di vedere?»
Ed Einstein, dopo essersi
alquanto schiarita la voce, prese a raccontare:
«Il signor Bennett, un tizio che abita in fondo alla strada, l'altro ieri
girava con una sega in mano e una scala sulle spalle, bofonchiando improperi
disgustosi e lanciando occhiate micidiali verso la finestra del suo vicino, il
signor Wordfish. Dovevo passare di là e senza volerlo l'ho sentito mugugnare: “Gli faccio vedere io la magnolia… che ci
vuole a tagliare dei rami? Sì, sì... guarda pure,” rivolgendosi verso la
finestra. Lo vedo poggiare la scala e salirvi sopra, sempre in un mare di
brontolii. Si mette a cavalcioni su un ramo e comincia a segare… Signor Bennett,
cerco di dirgli, veda che... Mi interrompe con una abbaiata mortale: "Lei si faccia gli affari suoi" e
continua a segare… Ma, veda, vorrei solo dirle... "Vada a farsi fottere" mi apostrofa… Allora taccio, vado un po'
più avanti e mi fermo a osservare: Bennett sega furiosamente il ramo. Il mio
inveterato spirito di fratellanza umana mi spingerebbe a parlargli ancora, ma
poi un diavoletto malizioso mi dice: "Aspetta,
e taci." Non ci crederesti, ma, mentre Bennett lancia l'ennesima
occhiataccia alla finestra, il ramo quasi segato cade... e Bennett con lui. Si
era messo dal lato sbagliato, era questo che volevo dirgli… Però, che vuoi,
anche gli stupidi sanno segare. E sono miliardi.»
Nessun commento:
Posta un commento