martedì 17 settembre 2013

LA MATRIOSKA di Massimo Licari



Mi rivolgo a tutti voi sperando di ricevere un suggerimento per uscire dalla situazione nella quale mi sono cacciato. Prima di descrivervi in dettaglio ciò che è accaduto, premetto che sono consapevole di aver fatto degli errori. Vi prego di non giudicarmi e di non concludere con un semplice: te la sei cercata. Non mi liquidate con un giudizio morale: qui c'è un problema reale da risolvere e ho bisogno di qualche suggerimento!
Allora, partiamo dall'inizio.
Avete presente il generatore neuronale?
Si, sto parlando di quel maledetto affare che va tanto di moda oggigiorno per viaggiare in luoghi che non potresti mai raggiungere fisicamente.
Ti attaccano al generatore, ti inducono a uno stato di sonno profondo e parte il viaggio. Non pensate che io sia come quelli che scaricano le proprie frustrazioni con i viaggi del sesso. Non metto in discussione la valenza morale di questa soluzione che ha eliminato la criminalità a sfondo sessuale. L'impatto sociale del generatore è stato decisamente positivo perché ha consentito a tanta gente di sfogare le proprie frustrazioni e perversioni all'interno della propria mente, mantenendo, al pari delle esperienze vissute nella cosiddetta realtà, ricordi di avvenimenti che hanno il sapore del vissuto.
Tutto molto bello e utile dal punto di vista sociale, ma io non sono uno di quelli.
Ho deciso di viaggiare perché ero curioso e volevo sperimentare di persona ciò che avevo letto e che mi era stato raccontato.
I tizi dell'agenzia erano un po' stupiti dal fatto che volevo semplicemente fare un viaggio a New York, ancora di più dalla mia scelta di farlo da solo, senza ninfomani, trans e altra roba del genere.
Insomma, alla fine si rassegnano alle mie scelte normali, mi attaccano gli stimolatori e mi addormentano.
New York è affascinante. Comincio a girarla in lungo e largo. E alla fine arrivo nella sede della Viaggi Fantastici.
Me ne rendo perfettamente conto: ho fatto un'idiozia. Ma a mia discolpa vi ricordo che una delle caratteristiche che rendono affascinanti questi viaggi è il limitato controllo della mente razionale del viaggiatore sul viaggiante.
Così il mio viaggiante è entrato e ha chiesto di fare un viaggio a Pechino.
L’hanno collegato al generatore, hanno indotto il sonno profondo e il mio viaggiante ha creato un altro viaggiante. Si, lo so, sembra un po' complicato leggendolo la prima volta, ma fatemi continuare con la mia storia.
Tutto sembrava perfetto, salvo che il viaggiante del mio viaggiante aveva un controllo ancora più limitato da parte mia, il viaggiatore. Così, il cretino – scusate l’espressione, ma non saprei come meglio definirlo – ha deciso di fare un viaggio a Las Vegas. Terzo livello. E poi un quarto, un quinto e non so quanti altri.
La teoria dice che quando stai facendo un sogno nel quale stai sognando, se ti svegli blocchi tutto, primo e secondo sogno. Ovvio. In teoria.
Nella realtà, le prove sono state fatte solo con due livelli e tutto ha funzionato come ci si aspettava: l'interruzione al primo livello blocca il secondo viaggio.
Quello che non hanno mai sperimentato è l’effetto matrioska.
Io ho scoperto che il livello superiore blocca quello inferiore ma non i livelli più profondi. Non chiedetemi perché, non sono uno scienziato.
Il quinto viaggiante proseguiva il viaggio nonostante il terzo si fosse svegliato. Incredibile, vero?
Ma nessuno era stato così stupido prima di me da provare questa anomalia.
Ora, io sono qui, ma non so se sono colui che ha iniziato il viaggio o sono uno dei viaggianti dispersi nei vari livelli.
Non so più chi sono.
Sono rimasto in attesa che succedesse qualcosa e ho sempre la speranza che, svegliandosi il primo me stesso, tutto cessi. Ma fino ad ora non è stato così.
So che il tempo all’interno dei viaggi è deformato e dieci minuti del viaggiatore nel generatore possono corrispondere a un anno per il viaggiante. Il problema è che ogni viaggiante si porta dietro tutti ricordi del viaggiatore e quindi non c'è un'interruzione nella sequela dei ricordi.
Io sono il viaggiatore o uno dei viaggianti?
Non so come uscirne e talvolta ho la sensazione di essermi frantumato come uno specchio in mille pezzi: ciascuno riflette immagini e, preso a se stante, può sembrare lo specchio.
Io sono uno dei frammenti o sono lo specchio intero? Non lo so.
Qualcuno tra voi ha idea di come possa uscire da questa situazione?

6 commenti:

  1. Racconto interessante, come il solito scritto magistralmente.

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  2. L'idea di questo racconto è davvero intrigante ed è qui presentata con una narrazione piana ed efficace, che rende bene l'idea della complicata situazione in cui si è cacciato il protagonista. Si tratta di un'altra riflessione sul quesito ultimo dell'uomo: chi siamo, perché viviamo, dove andiamo? Qui si prospetta, attraverso il viaggio virtuale, l'esistenza di piani o mondi paralleli, infiniti.
    Il racconto però mi sembra troppo breve per un'idea così interessante. Forse andrebbe ampliato un po', anche senza trasformarlo in un romanzo.

    Giuseppe Novellino

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  3. Devo ammettere che l'idea di trasformarlo in qualcosa di più di un breve racconto è stimolante.
    Non so se questo tema sia stato trattato da qualcun altro.
    Uno spunto per il racconto l'ho avuto ripensando al film Inception e un altro cogliendolo dal romanzo Limit di Schatzing, ma non ho memoria di qualcosa specificamente dedicato a questo tema.
    Proverò a buttare giù qualcosa.
    Grazie

    Massimo

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  4. Ciao Massimo; francamente il racconto in sé, pur interessandomi, non mi ha entusiasmato (forse troppe domande concentrate in poco spazio) ma concordo con Giuseppe sul fatto che sia ricco di spunti importanti.
    Personalmente, appena terminata la lettura, ho iniziato ha chiedermi a che regole dovrebbe sottostare una di questi sub-realtà e che possibilità offrirebbe a chi ci vivesse ma, contrariamente al narratore, non fosse consapevole della propria origine. Quale potrebbe essere l'essenza di un nativo di quel mondo? Una fantasia del narratore o un entità con una vita propria?
    Sauro Nieddu

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  5. Il racconto mi è piaciuto molto. Ho trovato l'idea interessante.
    Credo che se fosse durato qualche riga in più lo avrei sicuramente preferito. Questa breve storia si potrebbe considerare, eventualmente, come una specie di bozza in attesa di un racconto più lungo.
    Di sicuro è stata una lettura gustosa.

    Antonio Ognibene

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  6. Carino. Se devo dire, non mi sono sffermato gran che su tutta la logica del ragionamento, forse non ci ho capito molto, ma poco importa. Certo, di fatto è una lunga domanda, ma a me piacciono i racconti brevi per cui l'ho apprezzato.

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