mercoledì 9 aprile 2014

NEMESI di Giuseppe Novellino



   
  Una colonna di fumo oleoso si alza dallo svincolo di Piacenza Nord. Deve esserci stato un incidente di classe B con incendio di un mezzo pesante.
     Claudio si sposta sulla corsia di emergenza e arresta la sua Asik Turbo L10 con cannoncino retrattile. Accende una sigaretta e abbassa il finestrino. Il contrasto fra l’aria condizionata e il clima esterno è violento. Un alito caldo, olezzante di gomma e di asfalto, gli accarezza la faccia.
     Ecco, adesso deve decidere cosa fare. L’uscita è bloccata. Chissà a che ora potrebbe raggiungere la sua dimora nell’elegante quartiere blindato degli automobilisti piacentini, dove lo attende la moglie per la partita serale con gli amici del CEPE (1).
     Da quando la loro figlia diciottenne, Martina, se n’è andata, la vita è diventata più tranquilla ma un po’ triste. Non è sufficiente appartenere alla categoria degli automobilisti, con tutti i vantaggi e le distrazioni che essa comporta. Ci vorrebbe qualcosa d’altro. I motori, le strade moderne, i nuovi modelli e gli accessori sempre più sofisticati non bastano più a riempire la vita. Forse una volta… Adesso, con i suoi cinquantasette anni, Claudio comincia ad essere stanco. Il rapporto con la moglie va abbastanza bene, non ha accusato contraccolpi. Ma il vuoto lasciato da Martina è notevole e non può essere facilmente colmato. Lui si sente il diretto responsabile del suo allontanamento. Con grande dolore ha dovuto cacciarla di casa, dopo che aveva rifiutato di sposare Vito Uber, campione nazionale di warcar. Ma questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Martina, da un po’ di tempo, era diventata incompatibile con il ruolo sociale di normale automobilista della classe media.
    Accende l’autoradio. Forse il notiziario darà le informazioni sull’incidente, i cui fumi si disperdono all’orizzonte. Sintonizza su Turboelite, la stazione più ascoltata dagli automobilisti.
   “… non interamente percorribile.” È la voce effeminata di Rosco Errani, il beniamino dell’emittente. Una musica elettronica si sente in sottofondo. “Ma non crediate che nelle altre zone siano tutte rose e fiori. Per esempio, ci segnalano proprio adesso un incidente all’uscita di Piacenza Nord. Ma non possiamo dirvi granché, in proposito, aspettiamo altre notizie. La bretella Brescia Sabbioneta Ferrara risulta ancora del tutto intasata. Che fare? Pare proprio che questa sera raggiungere Ferrara sia piuttosto problematico. Ci sarebbe la Cremona Mirandola Ferrara. Ma qui la Deambulans imperversa da tre giorni. Mi dicono che quei fanatici hanno assediato una stazione  gestita dall’APADE (2). Sono cavoli acidi, dunque, per chi viaggia da Mediolano, Tauri City e Genova in direzione Ferrara. Cari ascoltatori, una soluzione ci sarebbe, anzi due, ma mi vergogno un po’ al solo pensiero di suggerirvele.” Pausa, durante la quale la musica di sottofondo risuona più forte. “Beh, comunque non ho scelta. È mio dovere. Potreste dunque percorrere l’Autosole fino a Modena… Sì, proprio quella vecchia arteria piena di buche, attraversata ogni tanto da bisce e topi di campagna, che qualsiasi automobilista rispettabile non oserebbe neppure nominare. In quella località sarebbe agevole imboccare il raccordo con asfalto insonorizzato La Spezia Sassuolo Cento Ferrara. Ma attenzione: mi dicono che si è formata una coda di centodue chilometri.” Ancora breve pausa con musica. “Un tantino migliore, a questo punto, la seconda soluzione. Risalite fino a Verona, prendete per Venezia sulla Intereuropean Velocity Road con curve intelligenti, che vi porta rapidamente a Mestre; e da quella località potete raggiungere Codigorauto, uscire al chilometro 1.347 e raggiungere Ferrara con la iperstrada locale n°75 Padania Deltica. Insomma, un bel giro.” Ancora musica. “Ma se avete una buona auto, come la nuovissima Mercedes Charlotte modello 2043 con pneumatici prensili, il gioco è fatto. Anche perché, cari autoascoltatori, lasciatemelo dire, è ancora in vigore, fino alla mezzanotte, la grande offerta di supercarburante Chevron, che troverete in tutti i distributori Chevron, ma anche negli associati Zakka Petroli e New Shell. Buon viaggio!” Stacco musicale. “Ed ora…”
     Claudio riduce il volume dell’autoradio. Un tizio si è avvicinato al finestrino. Ha una barba di quattro giorni, i capelli incolti e gli occhi spiritati.
     - Vieni con noi! Lascia questa infernale trappola di plastica e lamiera!
     Claudio capisce al volo. Si tratta di uno di quegli invasati della Deambulans. Aziona il comando per chiudere il finestrino. L’individuo ritira in tempo le mani, prima che il cristallo gliele tranci di netto.
     Ma subito Claudio vede l’auto assediata da altri forsennati. Certamente sono riusciti ad aprirsi un varco nella barriera protettiva parallela al nastro stradale e ora cercano di bloccare la circolazione.
     Dai veicoli che sfrecciano in quella direzione risuonano i clacson come protesta contro i temerari contestatori.
     Che fare?
     Claudio può azionare il cannoncino nascosto nel cofano. Tutto legale, trattandosi di pedoni esposti. Ma nessuno di loro, furbescamente, sta davanti al muso della macchina.
    Quelli cominciano a sballottare il veicolo. Qualcuno è salito sul tetto e ora si esibisce in una vera danza di guerra.
     Tutto il suo odio per la Deambulans esplode ad un tratto. Sarà pure in crisi, ma lui è un automobilista benpensante, perfettamente integrato nell’unica vera società: quella dei motori, degli pneumatici ultima generazione, della fitta rete autostradale, del guard-rail programmato e dei supercarburanti. E lui, checché ne dicano quei cialtroni, ama l’odore dell’olio bruciato e dell’asfalto. Gradisce immensamente abitare nei nuovi quartieri blindati per automobilisti perbene, lasciando i vecchi centri storici ai topi, alle erbacce, alle bisce e agli antichisti. È talmente convinto delle sue idee che presto si iscriverà al partito Interland Rotoforza.
     Lancia una bestemmia. Ingrana la prima e parte sgommando.
     Sente il ballerino volare dal tetto.
     Ma improvvisamente gli si para davanti una donna con le braccia alzate. Un tonfo sul cofano e quella fa un volo spettacolare.
     Da dove è sbucata?
     Chissà perché, dopo pochi metri, arresta la macchina. Eppure si tratta solo di un pedone più che mai esposto. È stato legittimo investirlo. Avrebbe anche potuto prenderlo a cannonate.
     Non fa in tempo a predisporre le difese del suo veicolo contro le minacce esterne, che i contestatori della Deambulans gli sono addosso. Spalancano lo sportello, lo trascinano fuori dall’abitacolo e lo fanno inginocchiare accanto al cadavere della donna investita.
     - Guarda che cosa hai fatto! – grida un barbuto capellone che deve essere il capo.
     La rabbia di Claudio si trasforma in angoscia.
     Ai suoi piedi, sporca di sangue e adagiata in un’assurda posizione, c’è sua figlia Martina.
     Il pianto di Claudio viene coperto dai clacson dei veicoli sfreccianti.
   

1)      C.E.P.E – Contrapposizione ai pedoni esposti
    2) A.P.A.D.E. – Associazione patriottica Automobilisti d’Europa

4 commenti:

  1. Bel racconto, Giuseppe, pieno di suspense e sorprendente nel finale. Scrittura, come il solito, piacevole.

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  2. Davvero un bel racconto. Scritto bene.
    G.S.

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  3. Bella sorpresa finale.
    Il racconto è scritto benissimo, come prevede ormai il piacevolissimo stile letterario di Giuseppe.

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  4. Bello Giuseppe! Un vero racconto di social SF hold style, ma scritto con stile moderno e strutturato benissimo, splendido l'uso delle nuove sigle e i nomi delle città!

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