mercoledì 5 febbraio 2014

AA. VV. ANNIVERSARIO DI PEGASUS – PRIMA PARTE



(La seguente pubblicazione raccoglie brevi scritti di vari autori per l’anniversario di PEGASUS, la cui denominazione era, in origine, Letteratura Fantastica. La seconda parte sarà pubblicata tra qualche giorno, subito dopo la presente.
La prima parte comprende scritti di Annalisa Seveso, Giuseppe C. Budetta, Peppe Murro, Pierre Jean Brouillaud, Sergio Gaut vel Hartman, Paolo Secondini, Adriana Alarco de Zadra)

LA VOCE DELLA MENTE di Annalisa Seveso
Karin stava osservando impietrita ciò che accadeva davanti a lei.
Era terrorizzata, ma non poteva smettere di guardare. Da sempre la sua parte razionale di psicoterapeuta e la sua parte cattolica lottavano all’interno di un corpo minuto.
Non era la prima volta che partecipava a un presunto esorcismo, ma ogni volta si era sempre rivelata tutta una montatura. Niente che una massiccia dose di Clopixol potesse sistemare.
Però quando era entrata, l’espressione del reverendo Bastian e il fatto che suor Mary le avesse allungato un crocifisso e un pugnale, non le avevano fatto presagire nulla di buono. Niente di ciò che aveva immaginato era comunque paragonabile a ciò che stava vedendo. Il corpo di quella donna si librava in aria, mentre pronunciava parole sconosciute mescolandole a insulti. La sua voce sembrava provenire dal profondo di una caverna, dall’oltretomba.
Improvvisamente Karin sentì qualcosa che cercava di intrufolarsi nella sua mente. Una voce malvagia, immagini terrificanti. Comprese che quel demone stava cercando di lasciare il suo corpo per entrare dentro di lei. No! Non lo avrebbe permesso. Senza perdere un secondo si avventò sulla posseduta e la pugnalò a morte. Meglio il manicomio che l’anima imprigionata negli inferi.

* * *
IL RISULTATO È LO STESSO di Giuseppe C. Budetta
Come sia rimasto solo, non so. Svegliatomi, ho osservato colline e monti nel manto autunnale. Ho fatto colazione ed il gatto era assente. In paese, la strada deser­ta. Bar e tabacchino chiusi. Il paese è semideserto, ma qualcuno si vede ai bar, o per la via. Chiuso pure il munic­ipio con sindaco, vigili, ragioniere ed impiegati chissà dove. Idem, salumeria e farmacia. Sono andato a Salerno: se in città non c’è nessuno, allora è accaduto qualcosa. A Salerno, silenzio tomba. Tornato a casa, il gatto ancora assente. Intorno la natura inanimata con alberi spenti. Due erano le cose: o ero nell’altro mondo, o erano morti gli altri. Se cento persone ti dicono che sei pazzo e tu ritieni pazzi loro, è probabile che il pazzo sia tu. Il gatto se scorgeva una gattina, correva via. Il tabaccaio o il barista avevano con me rapporti com­merciali, nel senso che s’erano fatti il calcolo che in gior­nali e caffè con me avrebbero intascato tanto al mese. Vivevo nell’indifferenza generale ed io ero indifferente alla loro indifferenza. Sono perciò scomparso, o sono scomparsi loro. Invisibile io ad essi ed essi a me. Il risultato è lo stesso.
* * *
MALINCONIA DELL’OSSERVATORE di Peppe Murro
Stanotte ad oriente
la luna è sorta senza stelle
e Giove e Venere sono di nuovo amanti
dall’altra parte del cielo.
Il pastore albanese fischia ai suoi cani
l’ultimo richiamo
prima della nostalgia.
Guardo le cose
in questo buio di cristallo
dal muro compatto dei miei pensieri
e non so se è il mio aprile
o se marzo
festeggia il suo equinozio
con rinnovata distruzione.
* * *
LA CRONACA DI ALDILA di Pierre Jean Brouillaud
Non abbiamo visto che una sola persona la quale, dopo esservi entrata, sia tornata da Aldila. A dire il vero, per quel che ne sappiamo, è anche la sola che vi sia entrata. Non è difficile avvicinarsi, anche se la strada è lunga: fino alla collina che la sovrasta e da dove essa appare in tutta la sua affascinante bellezza. Bisognerebbe avere la saggezza di accontentarsi. Perché, dal momento che voi vi entrate, non esiste più.
(Traduzione dal francese di Paolo Secondini)
* * *
 CENA COMPLICATA AL PROCYON 4 di Sergio Gaut vel Hartman
– Cameriere, per favore! – Xodus è un personaggio ricco e chiede sempre che gli si portino pietanze esotiche.
– Cosa c'è che non va? – risponde il cameriere che si avvicina.
– Quest’uomo che mi ha servito è quasi vivo.
– Perché dice questo? – Il cameriere è di umili origini, odia il suo lavoro e i clienti che chiedono piatti esotici.
– Quando provo a tagliarlo emette grida spaventose.
– Forse l’uomo cerca di comunicare qualcosa… credo.
– Ma perché non controllate quello che servite?
– Non abbiamo fatto altro che soddisfare i suoi desideri, signore. Lo ha preteso appena cotto, quasi crudo.
– Dica allo chef che è un incapace. Mi porti qualcosa d'altro, e faccia in modo che sia mangiabile. Può andare.
* * *
RESPIRO di Paolo Secondini
Emergo, pian piano, dall’oscura nebbia del nulla, essere umano o entità sconosciuta…
Una voce mi chiama, mi guida.
Una voce di uomo o di donna?
Non so. Non riesco a capirlo.
A tratti mi parla flebilmente, a tratti forte. Ma comunque in modo imperioso, irresistibile.
Sento intorno il silenzio pulsare con violenza, come un cuore che batte all’impazzata.
Nelle narici ho odore di terra, umida, grassa, che ho scavato freneticamente con le unghie, con i denti, con la voglia dannata di uscire all’aperto.
Respiro spasmodicamente, come un bambino venuto alla luce o, piuttosto, alle tenebre fitte del mondo.
Respiro rumorosamente, a bocca spalancata.
Non lo facevo da molto (due, tre anni?). Ora posso. 
Finalmente!
Respiro, respiro, respiro…
Ed è bello farlo di nuovo… seppure da zombie.
*  *  *
FANTASMAGORICO di Adriana Alarco de Zadra
Per molto tempo me ne sono stata tranquilla e rilassata nel mio rifugio in campagna, ma la situazione è cambiata totalmente quando ho visto entrare in casa mia la famiglia al gran completo. Mio figlio Teofilo assieme a sua moglie Epifania, i loro sette rampolli, la tata Clementina e il cugino di Epifania, Yolando, senza tetto e senza lavoro.
La casa è grande, è vero, ma... mi lasceranno in pace? Potrò continuare con le mie solite abitudini mentre tanti bambini giocano, saltano e fanno giravolte? Con un'Epifania che sbatte le porte con violenza e suo cugino che beve e si ubriaca? Mio figlio Teofilo non è cattivo, ma sembra indifferente a tutti i problemi che crea questa famiglia numerosa. Lei lo manipola a suo piacimento. Forse è per questo che hanno avuto tanti figli e che lui non ha voce in capitolo. Ho provato ad avvisarli, a comunicare con loro, a dirgli di no, a disturbarli, a tenerli svegli notte intere, a essere onnipresente, ma niente ha avuto effetto.
Quando mi sono resa conto che non si accorgevano di me, che nemmeno mi vedevano, ho deciso di morire un'altra volta, e questa volta per sempre.
 

7 commenti:

  1. Finalmente oggi sono riuscita a dedicarmi alla lettura dei racconti e devo dire che mi sono piaciuti tutti moltissimo. Mi ha fatto sorridere la cena terrificante di Sergio e il ritorno alla vita di Paolo. Ad ogni modo: COMPLIMENTI A TUTTI NOI! ;)

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  2. Veramente un bel gruppo di scrittori. Sono lieto di aver conosciuto questa rivista online.
    G.S.

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  3. Un racconto in non più di duecento parole: un bel cimento! Tutti i racconti sono gradevoli, possiedono quella dose giusta di fantastico a volte orripilante, condito con ironia, senso visionario, acidità, malinconia, poesia... e un pizzico di pepe.

    Giuseppe Novellino

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  4. Scusate il ritardo!
    Che dire, i colleghi qui su Pegasus mi lasciano senza parole. Tutti racconti splendidi in cui, in uno spazio ristretto, gli artefici dei racconti son riusciti a creare atmosfera, suspense, a tratti perfino a far riflettere. Nient'altro da dire, complimenti agli autori di questo primo "scaglione"!

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  5. Complimenti a tutti. Si tratta veramente di piccole perle da leggere tutte d'un fiato.

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  6. Sono belli, stupefacenti, paurosi o ironici i racconti di Anniversario su Pegasus. Grazie di aver incluso il mio racconto. Invio le mie congratulazioni agli scrittori di questo sito..

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