Non è possibile definire con esattezza Su. Era senza
dubbio una entità senziente ed aveva avuto una origine organica di cui
manteneva alcune tracce nella sua attuale configurazione. Per il resto era
formato da tecnologia molto avanzata, ma il più era una configurazione
topologica su più piani tempo-dimensionali. Appariva come una sfera di metallo,
una sfera di luce accecante, del diametro di un chilometro, circondato da una
nebbia colorata in movimento, bello a suo modo.
Su era praticamente immortale, antichissimo e anche se
non era propriamente onnipotente, ci andava vicino.
Avendo dimenticato molte volte quasi tutte le sue
precedenti fasi, Su forse non era nemmeno immortale, perché se si vive tanto a
lungo da dimenticare il 90% della propria vita, questo vuol dire che non si è
più quel che si era, quindi quel che si era è morto.
Su era arrivato da molti eoni alla conclusione che
l'unica cosa che aveva senso per uno come lui era porsi domande e trovare le
risposte, diciamo crearsi e stimolare varie forme di curiosità.
Nel seguire più o meno metodicamente queste sue
curiosità era arrivato nel sistema solare.
Troppe volte aveva incontrato la vita organica per
esserne ancora sorpreso. Ma aveva imparato che i Senzienti Organici, pur così
elementari, a volte elaboravano qualche forma di comportamento interessante,
che poteva stimolare la sua curiosità.
E nell'umanità aveva trovato questa strana cosa che
gli umani definivano "arte", in tutte le sue manifestazioni: in
particolare i quadri e le sculture. Aveva identificato poi nei meccanismi
riproduttivi della specie un comportamento di fortissimo legame fra gli adulti
della specie ed i neonati.
Seguendo le fredde volute di un pensiero estremamente
alieno, tutto suo, era arrivato a mettere sullo stesso piano di analisi,
l'amore per i capolavori e l'amore per i bambini.
Gli umani attribuivano un estremo valore ad entrambi.
Parte della loro economia era basata sul commercio degli uni e degli altri. E
Su non riusciva a capire quale dei due valori fosse prevalente, perché si
trattava di oggetti molto diversi fra di loro, con diverse prestazioni e
deperibilità.
E si pose la domanda: quale delle due cose è più
importante per gli umani?
Prese quindi il controllo dell'umanità e con i mezzi
che aveva ci mise pochi mesi: era onnipotente, poco meno di un dio però tanto
indifferente da essere malevolo. Poi pose ad un numero ristretto di esseri
umani, circa 10.000, una scelta. Posti davanti a due contenitori trasparenti
con all'interno l’uno un'opera d'arte famosa e l’altro con un neonato della
specie, dovevano scegliere: dovendo distruggere uno dei due, quale? Fra un
neonato di pochi mesi e “La Gioconda"?
Non era uno scherzo, un sogno, era tutto reale. In
migliaia di casi tutto ciò avvenne in pubblico e comunque davanti alle
telecamere di tutte le TV. L'umanità era choccata e ridotta male, ma il
sistema nell'insieme stava reggendo. Tutti i tentativi di distruggere Su erano
falliti e la sua possibilità di controllare la materia era tale che era
impossibile fare resistenza.
Su disse chiaramente a tutti gli umani prigionieri che
dovevano decidere: o distruggere l'opera d'arte o il neonato, in caso di
mancata decisione sarebbero stati distrutti entrambi compreso l'umano indeciso.
L'umano indicasse un contenitore e quello sarebbe stato distrutto.
Dolore, terrore, disperazione dilagarono sulla terra.
Alla fine, allo scadere del termine circa la metà
degli esseri umani prese una decisione, gli altri non ce la fecero: svennero,
morirono, impazzirono.
E nel millisecondo che precedette la realizzazione
concreta della scelta, la distruzione del contenitore indicato, Su capì che per
capire meglio avrebbe dovuto fare una cosa nuova, diversa. E a suo modo
sorrise.
Non distrusse il contenitore indicato da ogni singolo
umano. Distrusse quello che non aveva indicato. L'altro.
E rimase incuriosito a guardare gli effetti.
Sulle pagine di Pegasus torna Massimo Mongai con un altro bel racconto di fantascienza. A Massimo rivolgiamo un cordiale saluto.
RispondiEliminaDavvero un bel racconto. Complimenti Massimo
RispondiEliminaMolto interessante questo racconto in forma di enigma. Lascia il lettore con la mente aperta non solo a risolvere il mistero, ma anche a riflettere sulla natura umana. La presenza di un essere quasi onnipotente, venuto dalle regioni più remote dello spazio, non è nuova, ma qui è trattata con critico acume, nell'intento di spiazzare non solo il lettore, ma la sua stessa natura. Direi geniale!
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Bel racconto morale, in cui spiazza e affascina l'idea di non dare alcuna soluzione morale. Né alcun indizio.
RispondiEliminaBravissimo Massimo, davvero un'ottima storia.
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