venerdì 22 febbraio 2013

NEL BOSCO DI SHEPHERD di Paolo Secondini





Rowley, Massachusetts, 1691.

«Restate a dormire a casa mia, giudice Pym,» disse il reverendo Martin Smith. «È una vera imprudenza tornare al villaggio a quest’ora della notte. La strada è lunga e piena di insidie, dal momento che il territorio – lo sapete meglio di me – è infestato da ladri, vagabondi, assassini… Vi metterete in cammino domani mattina, con la luce del sole.»
«Vi ringrazio dell’ospitalità, reverendo. Siete davvero gentile. Ma ho con me due fedeli compagne che, all’occorrenza, sapranno difendermi a dovere,» rispose il giudice Pym, il quale, allargando i lembi del proprio mantello, mostrò due grosse pistole infilate nella cintura. «Preferisco mettermi subito in viaggio, se non vi dispiace.»
«Non insisto,» concluse il reverendo Smith. «Che Dio vi accompagni e protegga da ogni pericolo!»
«Amen!»


Il giudice era in cammino da un po’ di tempo quando decise d’abbandonare la strada e attraversare il bosco di Shepherd. Avrebbe accorciato il tragitto di circa due miglia.
Dopo avere percorso un tratto fitto di tronchi e di cespugli, sbucò in una radura illuminata dai vividi raggi della luna.
Ebbe un sussulto allorché egli vide, seduta di spalle su una pietra, la sagoma inconfondibile di una vecchia. Con trepidazione le si avvicinò, le poggiò la mano sulla spalla e la scosse leggermente.
«Chi siete?» chiese. «Che fate nel bosco a quest’ora della notte?»
La vecchia, senza rispondere, si girò lentamente, mostrando il volto grinzoso e smunto di Rachel Hobswhort.
«Ma voi… voi…» balbettò il giudice indietreggiando di qualche passo. «Io vi conosco, strega maledetta!... Siete stata giustiziata sul rogo un mese fa, dopo un giusto processo da me presieduto.»
Velocemente allargò i lembi del proprio mantello e, estratte dalla cintura le grosse pistole, gliele puntò contro il petto.
«Per il vostro piacere e quello dei notabili di Rowley,» fece la vecchia, «ordinaste che fossi bruciata viva nella piazza del villaggio, su una grossa catasta di legna.» Tacque un istante, mentre un lieve sorriso le distendeva le labbra sottili e violacee. «Oh, davvero uno spettacolo incandescente, non c’è che dire!»
Il giudice Pym inghiottì la propria saliva.
«Ma allora… allora…» balbettò nuovamente, «com’è possibile che voi siate qui, strega malefica, in carne e ossa, al mio cospetto?»
La vecchia rise sguaiatamente, scoprendo una fila di denti guasti.
«Come, non lo sapete?» disse infine con voce profonda. «Per ogni uomo, al momento della sua dipartita, la Morte, l’inesorabile mietitrice, assume le sembianze del suo peggiore nemico… Io sono la Morte, venuta appositamente per voi, giudice Pym, nell’aspetto di Rachel Hobswhort, che vi maledisse più volte prima di spirare sul rogo… La vostra ora è arrivata!... Vi condurrò diritto all’Inferno, tra le fiamme che sempre avete prediletto. »

Nessun commento:

Posta un commento