Dall'alto, il pianeta
non appariva molto diverso da tutti quelli che ospitano la vita, persino bello,
con l'azzurro degli oceani che contrastava con il verde delle zone ricche di
vegetazione, e le striature di nuvole bianche che solcavano l'atmosfera, ma
quando si scendeva di quota, le cose cambiavano aspetto: le foreste
cominciavano a mostrare il loro volto intricato, cupo e minaccioso, le catene
montuose si alzavano ripide e acuminate come denti famelici di bocche gigantesche,
e si stentava a riconoscere le “città” delle creature native, giganteschi
tumuli di fango essiccato, il cui interno doveva essere traforato da
innumerevoli gallerie.
L'astronave Franz Kafka
decelerò ulteriormente immettendosi in un'orbita bassa che si andava
trasformando in un'ampia spirale che l'avrebbe portata ad atterrare sul suolo
di quel mondo.
Il capitano, che era un
uomo di una certa cultura, pensò per l'ennesima volta che chi aveva scelto il
nome della nave doveva essere dotato di un senso dell'umorismo alquanto
perverso.
La nave stava sorvolando
un'immensa pianura erbosa che pareva sgombra da ostacoli naturali, il luogo
scelto per l'atterraggio. Poco più avanti c'era una grande “città” degli
alieni. Il capitano ordinò al navigatore di accendere i retrorazzi in maniera
da rendere la decelerazione più rapida.
Con un lieve urto, il
velivolo terrestre si posò sul suolo del mondo alieno: un atterraggio da
manuale.
Una sezione laterale
della nave si aprì. La paratia che si era aperta immetteva direttamente nel
cubicolo di Gregor, l'ambasciatore. Gregor era una creatura che per le sue
anomalie era stato giudicato il più adatto a fungere da ambasciatore
dell'umanità per quel particolare tipo di alieni. Durante tutto il viaggio, era
rimasto segregato in quel cubicolo sigillato, senza contatti fisici con il
resto dell'equipaggio. Anche l'ingresso da cui era salito a bordo era separato
da tutto il resto, era la stessa paratia che ora si era aperta per farlo
uscire.
Per tutto il viaggio,
gli unici contatti che Gregor aveva avuto con il resto della nave e
dell'equipaggio, erano rappresentati dai supporti vitali tramite i quali gli
arrivava il nutrimento ed erano asportate le deiezioni, e il collegamento
audio. L'apparecchio che era stato impiantato al collo di Gregor era un piccolo
gioiello di tecnologia, non era una semplice radio, ma trasformava in suoni
udibili e in onde radio i movimenti mandibolari di Gregor che era sprovvisto di
corde vocali.
L'ambasciatore scese
zampettando e cominciò a inoltrarsi nella pianura di quel mondo alieno. La
“città” degli esseri nativi non era molto distante.
“Gregor”, chiese il
capitano chiamandolo dalla radio di bordo, “Tutto bene?”
“Si, capitano”, rispose
Gregor, la “voce” dell'apparecchio aveva un timbro stranamente metallico,
“Respiro regolarmente”.
“Bene...”.
Poco più avanti Gregor
incontrò uno dei nativi, e rimase sorpreso nel constatare quanto gli
somigliasse. La creatura aveva un paio di lunghe antenne con le quali toccò la
testa di Gregor.
L'ambasciatore rimase
più che sorpreso, stupefatto: quello era un modo di comunicare che non avrebbe
mai immaginato, di colpo i pensieri della creatura gli furono chiari nella
mente. L'essere si chiamava Kwwlkwx, e Wwwkkllmtp era invece il nome che dava
al suo popolo; il pianeta nella loro lingua si chiamava Tmssklptm, tutti
termini che Gregor disperava di riuscire a rendere in suoni umani, ma non era
questo l'essenziale. L'alieno era sorpreso più di lui di aver incontrato una
creatura proveniente da un mondo remoto negli spazi, ma il suo atteggiamento
era amichevole, gli trasmise che la sua gente sarebbe stata lieta di conoscere
gli stranieri provenienti da un mondo lontano.
Gregor comunicò
all'astronave.
“Ho contattato un
alieno. Per ora tutto bene, capitano. Sembrano amichevoli”.
Poi si mise a seguire
Kwwlkwx diretto alla “città” dei Wwwkkllmtp.
Nelle ore seguenti ci fu
un fitto scambio di messaggi.
Il capitano era molto
interessato al modo di comunicare telepatico degli alieni.
“Non credo che possa
funzionare con voi”, disse Gregor, ma a ogni modo io posso farvi da
interprete”.
I terrestri si misero al
lavoro, erigendo subito fuori dall'astronave una spaziosa tenda a cupola per
l'incontro con gli alieni, mentre il popolo di
Wwwkkllmtp preparava una delegazione per incontrare i nuovi venuti
provenienti da oltre lo spazio.
Un'oretta più tardi,
Gregor era di ritorno portando con sé la delegazione degli alieni. La tenda a
cupola fu aperta e furono fatti entrare alla presenza della delegazione
terrestre.
I terrestri fecero
appena in tempo a pensare quanto gli alieni fossero grossi, brutti e schifosi.
La reazione dei Wwwkkllmtp fu ancora più
rapida e li prese del tutto alla sprovvista. Come un uomo che senza pensarci,
schiaccia istintivamente un insetto, così i nativi si buttarono sui nuovi
arrivati, dura chitina contro tenera carne, e li fecero rapidamente a pezzi,
cominciando subito a divorarli.
Kwwlkwx mise di nuovo le
sue antenne sul capo di Gregor.
“Perché non mi hai
detto”, gli chiese, “Che il tuo pianeta è infestato da queste ripugnanti
creature?”
Imbarazzato, Gregor
Samsa non seppe cosa rispondere.
E' sempre un piacere leggerti, Fabio.
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