ai tuoi piedi depongo il mio anelito;
la tua superba figura di ghiaccio
mi imprigiona nel suo místico incanto. (*)
Li
distesa, con gli occhi ancora chiusi e le braccia stese a croce, mi sembra
quasi inerme... L'effetto magnificatore della coperta che la cinge permette di
distinguere, anche dalla relativa distanza a cui mi trovo, perfino l'ombra sottile
di ogni ciglia sulla guancia. Bella come è sempre stata, senza dubbio; ma... arresa,
come se infine fosse giunto il momento della consunzione.
Mi
schiarisco la gola senza farmi notare. Mi sentó un po' a disagio tra tanto
privilegiato quoziente intellettuale. Non ignoro che, di norma, non mi
spetterebbe presenziare all'avvenimento (ufficialmente, non sonó nessuno); ma
siccome non avrei mai accettato l’idea di essere assente, a suo tempo mossi
letteralmente cielo e terra, supplicai, mentii, incorsi nelle più vergognose,
piccole bassezze, tutto pur di ottenere l’imprescindibile Permesso di
Assistenza, riservato solo ai Notabili.
Ancora
pochi istanti, mi dico, ed il velo cadrà... Avverto un autentico panico, lo
confesso, per quanto ne possa risultare; ma malgrado i clamori dell’istinto mi
spingano a fuggire, so che mi riuscirebbe impossibile pretendere di eludere il
mió destino. Forse, penso, l’evento intero della mia povera esistenza si è
pianificato in qualche luogo, un tempo, col proposito esclusivo di sfociare in
questo.
Impallidisco.
Non hanno tremato quelle ciglie d’oro? Sara già il momento di...?
—Imminente,
signori— annuncia la voce ingolata di Luthers.
Una nube
di mormorio la ratifica, con impeto assembleare. (Luthers somiglia ad un
fuggiasco della vendetta giudea, un'autentica caricatura di nazista stile
Hollywood, ma non per questo cessa di essere il più celebre psiconeurologo d’oggi.)
Insieme a lui ci sono altre celebrità: Mac Foxx, rappresentante del Popolo nel
noto caso dell’assassinio di Emmanuelle; la Papessa Lucia I, giunta
specialmen-te da Rome-sur-la-Seine per assistere all’evento, e Calvin Gerbhart,
il Presidente della Confederazione Nordoccidentale. (Manca solo Kung Eurinov,
Premier del Blocco Sudorientale: corre voce che la navetta su cui viaggiava sia
stata dirottata a Counterfeit, il mondo artificiale, nido di terroristi e
pirati.)
Per il
resto, una piccola folla circonda il cubicolo di maniplast ove ella giace, sul
punto di uscire dal suo sopore chirurgico. Forse il numero dei presenti supera
i duecento. Ma, certamente, mi dico, che cos’è questo, paragonato all’ingente
moltitudine che acclamò Christine nell'istante apoteotico del suo trionfale
ingresso in Parigi?
(Quanto tempo,
mi chiedo con amarezza, quanto tempo è trascorso da tutto ciò? Secoli, forse?
No, un po’meno di un anno appena. Ed ora...)
Io la
conobbi quando era Emmanuelle.
Lavoravamo
nello stesso ufficio, una filiale della Universal Press, incaricata di tenere
aggiornati sulle notizie mondiali i coloni di Marsopolis ed anche quelli della
Base Sincronica. Mi avvinse dal preciso istante in cui la sua immagine catturò
le mie pupille.
Per anni
sono stato un anacronismo: penso da romántico. In questi tempi di ambiguità
sessuale..., Emmanuelle splendeva così definitamente femminile! Perfino la
curva dell’estremitá di ciascuna delle sue unghie di madreperla suggeriva
squisitezze alla mia fantasía. Lei... si fissò in me, fragile e pallida.
La
disillusione, tuttavia, venne attraverso le mie orecchie.
La
sentii rispondere alie insaziabili avances della muta di cani che
permanentemente la attorniava: il suo linguaggio era di tale volgarità, che
semplicemente fece avvizzire senza rimedio le tenere gemme del mio sogno.
Impulsi
suicidi mi assalirono (in pieno secólo vítale, questo lírico insensibile anima
ancora tali arcaiche necrofilie); più tardi, comunque, temperati i miei geli,
caddi nella fredda riflessione:
—Lei
agita troppo l'atmosfera circostante... Finirá col trascinarla nel suo stesso
vento!
Ed ebbi
ragione: un esaltato psicopático la uccise.
Inizió
cosí.
Emmanuelle
smise di esistere (sebbene il suo corpo venne mantenuto in funzione mediante
gli strumenti della fantástica tecnología del XXII secolo di cui il Centro Medico
Uhiversale dispone); a tre giorni dal suo assassinio, Christine sorse in questo
mondo.
L'Era
della Seconda Possibilità era cominciata, anche se il portento non fu avvertito
súbito. La pubblica attenzione, allora, era assorbita dal più straordinario
caso criminale della storia: l’omicidio (?) di Emmanuelle.
Mac Foxx,
Pubblico Ministero, lanciò publicamente la sua rivoluzionaria asserzione, e la
sua voce tonante incise l’argilla dell’Eternità:
—Vi è
stato delitto! II popolo esige la massima pena per l’assassino! Accecato dal
turbine incontenibile delle sue esacerbate passioni, questo essere snaturato
strisciò nella notte, come un anímale da preda, e procurò alla vittima tante e
tali ferite che alla fine ne determinarono la morte! Deve ricevere il suo
castigo per aver ucciso!
”Si,
signori della giuria! Ho detto: ucciso. E non mi ritraggo di una virgola
da quanto ho affermato! Emmanuelle Du Barry è stata distrutta..., resta solo il
suo corpo delicato come prova esauriente dell’esecrabile delitto perpetrato!
”Non
importa che ora contempliate davanti a voi quello stesso corpo, pulsante e
bello, traboccante di vita e fulgore! Quel corpo, signori, ormai non appartiene
a Emmanuelle Du Barry!! Non restano tracce di lei sotto quella pelle
trasparente!! Emmanuelle Du Barry morì letteralmente in sala operatoria;
la sua individualità scomparve per sempre. Sì, sì; lo so: so che il referto
patológico recita: “Amnesia permanente, indolla da shock traumatico!” Lo so! Ma
questi, signori, non sono altro che termini medici..., ed in questa Corte ci
riguarda unicamenle ed esclusivamente il linguaggio legale! Noi, il Popolo,
proclamiamo: “Omicidio!”
”E cos’è
l’omicidio, signori della giuria, se non la più grave offesa al Codice legale,
precisamenle per il suo carattere di irreversibilità? Io affermo che Emmanuelle
Du Barry è morta, vilmente assassinata, e non tornerà mai più tra noi come entitá
integrale! Senza dubbio questo è il crimine più inusitato di tutti i tempi...,
ma non per questo merita meno la sanzione che la giustizia impone!
Quello
fu miele per le mosche della stampa sensazionalistica... Io stesso vi fui
coinvolto, a causa del mio lavoro; ma mi limitai ad adempierlo, senza il
morboso diletto che mi pareva di captare in tutti i miei colleghi. Ogni volta
che li vedevo spintonarsi, per arrivare primi ai fonovisori, mi sentivo male.
—Maiali!
Uguali a porci che si immergono nel fango!
Tuttavia,
dovetti riconoscere che tutto ciò non cessava di essere umano. Così è la gente
di questi tempi, ammisi. Lungi da me era allora prevedere la tremenda
rivelazione che pure si approssimava!
L'avvento
della Seconda Possibilità... e di Christine!
Non
potrei rintracciare con esattezza le origini. In veritá ignoro quando iniziò
effettivamente. Ma, come qualche fantástica specie di edera universale, si
propagò con voracità crescente..., finchè il mondo intero acclamò Christine.
—Io sono
la Seconda Possibilità— predicava con accenti delicati.
”Avvicinatevi
a me, sentite il mio tocco, e vivrete per sempre nella beatitudine. Vi è stato
detto: al termine della Storia, l’Uomo tornerà per porvi in salvo. Ma io vi
dico: i tempi sono cambiati, ed il Padre mi creò, immacolata, per recarvi
questa nuova luce.
Fu
qualcosa di sublime e terrificante ad un tempo. Legioni immense, masse
gigantesche in cui si confondevano razze, lingue e costumi delle più diverse
nature, la seguirono. Intorno a lei fluttuava un’aura peculiare, splendente
come le onde dorate dei suoi capelli (“Colei che non nacque dalla carne, non è schiava della carne!”,) ed il solo lieve tocco delle sue dita
sottili operava prodigi negli uomini.
Io lo
sentii.
Fu come
se stille ineffabili di dolcezza e serenità mi si spandessero addosso; all’istante,
tutte le mie potenzialità, senza escludere le più oscure, si ricanalizzarono in
me (nulla si perse; tutto si trasformò per bene,) nuovi significati
sostituirono le nozioni obsolete della mia eredità secolare, e fui un altro
nuovo. Al di là di volgari bramosie, al di sopra di melmosi orizzonti. La
mia... Seconda Possibilità. Christine.
E innumerevoli esseri furono pure toccati da
quella Gracia differente: il movimento, in apparenza incontenibile, raggiunse i
limiti del pianeta.
Fu allora che la reazione attaccò: una
corrente luminosa come quella, inevitabilmente doveva ledere sordidi interessi.
Livello
dopo livello, scaltri colpi si susseguirono... Come cronista ufficiale di
Christine (almeno, cosí mi piaceva considerarmi) registrai tutto il deplorevole
processo di quell’infamia.
Ed ora
mi trovo qui, a un passo dall’atto finale.
(Incompetente,
hanno osato dichiararla. Un típico caso di personalitá schizoide, con perniciosa
devianza verso il mistico ed il megalomane. Non era possibile consentire che l’umana
stoltezza ratificasse quella formidabile frode di massa! E meschini influssi si
imposero, vili poteri esercitarono il loro gioco, e così lei, martirizzata dall’inumana
neurochirurgia laser di Luthers, giace nel suo cubicólo magnificatore —perché
nessuno si perda un dettaglio!— sul punto di risvegliarsi alla sua reale
natura.)
—Si
muove!
—Guardate,
sta aprendo gli occhi!
Dio! Quella specie d’ombra sulle pupille... Sarà
che...?
Improvvisamente
la nausea mi scuote, non posso evitare che il corpo si pieghi in due, e che l’acido
odore del vomito mi invada la cintola. Oh, Dio! I miei occhi, rivolti al
suolo, non possono osservare quel che accade nel cubicolo...
Un tumulto!
Esclamazioni. Ruggiti... Qualcuno mi spinge; cado sotto l’irresistibile
pressione della folla...
Non
riusciró ad alzarmi. Ormai insensibile al dolore, sotto un implacabile esercito
di piedi che mi spappolano, mi sento sprofondare irremissibilmente in un’oscurità
senza fondo..., anche se la raggiante immagine di Christine, crocifissa, tarda
a svanire.
(*) Cual leve tapiz de casto dibujo,
a tus pies deposito mi anhelo;
tu soberbia figura de hielo
me tiene cautivo en su místico embrujo.
—Del Salmo 22 a Christine (c.2145)
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