sabato 15 marzo 2014

MAGIC SENSATION di Donato Altomare

VENGHINO, SIGNORI, VENGHINO,
per poche miserabili gocce potrete avere autentiche sensazioni, non quello stupido surrogato di immagini che vi rifilano ogni giorno, ma vere, verissime sensazioni d'altri tempi, di tempi felici, percezioni che vi manderanno in visibilio. Pensate, potrete provare il piacere dell'amore, l'estasi della droga, il morso della frusta, senza poi parlare dei gusti particolari. Avete soltanto da scegliere.
MAGIC SENSATION è il miglior computer del mondo. Ed è a vostra disposizione per una miseria. Non c'è trucco né inganno.
Potrà sembrare assurdo, ma nessuno vi toccherà davvero né dovrete toccare voi qualcuno. Conservate le tute anti-tatto, tenete pure attivi gli apparecchi medico-sanitari. Dovrete soltanto inserire nel vostro casco lo spinotto cerebrale di MAGIC SENSATION.
VENGHINO, VENGHINO,
vi sembrerà di TOCCARE gli altri, vi sembrerà di TOCCARE gli oggetti A MANI NUDE. O ADDIRITTURA DI ESSERE TOCCATI SENZA ALCUNA PROTEZIONE. Reprimete il disgusto e provate. L'apparecchio è sterilizzato e ogni spinotto, dopo l'esperienza, viene distrutto. Non c'è rischio di funghi, batteri o virus.
Lei... lei, signore. Bravo… finalmente una persona che vuole godersi la vita. Venga, venga pure, s'accomodi, segua le luci gialle così non si perderà nello smog. Un solo particolare, il biglietto. Bene, apra il rubinetto collegato alla vena... non indugi... e pensi alle meraviglie che sta per assaporare, le costa soltanto un decimo di litro di sangue, di buon sangue.
Cosa? Ha scelto? Bene, benissimo, magnifico. Si accomodi e buon divertimento.

Si trovava su un'isola assolutamente deserta tranne che per la presenza di una donna. Era di una bellezza straordinaria. Oh, non che lui ricordasse esattamente come fosse fatta una donna, o che avesse chiaro il concetto di bellezza, ma sapeva che quella donna era molto attraente. Le si avvicinò per guardarla meglio. Lei sorrise e, quando meno se lo sarebbe aspettato, si tolse di dosso l'esile vestito restando nuda. Nuda? Doveva essere una pazza o una suicida. Stava ancora riprendendosi dalla sorpresa quando lei lo abbracciò e lo baciò su la bocca.
Un violentissimo conato di vomito gli salì per la gola bruciandogliela. Dal tubo che portava fisso tra le labbra gli fu immesso nello stomaco un composto a base di biossido di magnesio e alluminio che chetò subito l'acidità e gli impedì di rimettere. Ma gli occhi erano ancora sbarrati e, per prudenza, il servomeccanismo sanitario della tuta li spruzzò di collirio nebulizzato. Eppure la mente restava in subbuglio. L'aveva baciato. E toccato. Carne su carne, labbra su labbra. Milioni di microbi che assalivano il suo corpo. Si sentì pieno di prurito. Nubi di disinfettante l'avvolsero soltanto perché il suo odore lo tranquillizzasse. Non avrebbe mai creduto che fossero giunti al punto di creare l’effetto contatto. Corpo su corpo, senza alcuna protezione. Era sconcertato e disgustato. Doveva esserci una censura più severa che impedisse simili proiezioni mentali. Qualcuno poteva impazzire.
Pigiò il secondo tasto. La scena mutò radicalmente. Si trovava su una strada molto lunga. Provò un senso di panico poiché la visibilità era perfetta. Guardò in alto il cielo libero dallo smog, terso e infinito, e l'agorafobia s'impadronì di lui. Una piccola compressa scivolò in gola calmandolo. Gli parve di essere a una competizione sportiva. Centinaia e centinaia di persone gli facevano ala applaudendo e urlando. Si chiese perché fossero così accalcati quando intorno c'era tanto spazio vuoto. Capì di colpo che erano lì per lui. Era il primo, d’una antica competizione, e stava per tagliare il traguardo. Primo quindi unico… unico
Un'immensa eccitazione si impadronì di lui. Non capiva perché, ma sapeva che giungere prima degli altri era una cosa eccitante e straordinariamente bella. Vide lo striscione d'arrivo e la folla si stringeva ai suoi fianchi. Riusciva egualmente a muoversi con una certa agilità. Doveva vincere. Doveva. Tagliò il traguardo e centinaia di persone lo circondarono. Lui urlò di raccapriccio. Decine di mani lo toccarono, decine di uomini e donne l'abbracciarono. Violenti brividi cominciarono a scuoterlo mentre il cuore batteva all'impazzata.
Il servomeccanismo gli iniettò per vena una dose bilanciata di calmante mentre l'allarme della tuta lampeggiava sull'arancione. Era vicino al collasso. L'uomo urlò ancora quando percepì la sensazione delle mani, cariche di spore mortali, che lo afferravano e lo sollevavano da terra inneggiando alla sua vittoria. Per un istante fu certo di non farcela, poi lentamente i fluidi iniettati nelle vene cominciarono a far effetto. L'allarme divenne giallo, poi azzurro. Aveva superato la crisi.
Un fastidioso cicalio gli disse che la macchina si era spenta. Tutto era finito.
Cominciò a respirare più regolarmente. L'impianto di condizionamento interno faticava ad assorbire il sudore ancora abbondante del suo corpo. Ne avrebbe estratto preziosi sali da riutilizzare. Al suo fianco una decina di altri individui si stavano muovendo. Due non davano cenni di vita. La lucetta laterale era sul rosso cupo. Dovevano essere morti da poco poiché non era ancora nera. Avrebbero fatto in tempo a prendersi dal loro corpo tutto ciò che poteva essere riutilizzabile.
Ripensando alla precedente esperienza sentì ancora i brividi scuoterlo dalla testa ai piedi, ma un leggero piacere gli disse che, nell'inconscio, quell'esperienza gli era piaciuta. E non poco. Però la censura doveva essere più decisa. Tutti quei corpi a contatto diretto… disgustoso, orribile. Ma eccitante. Forse sarebbe tornato. Quando sarebbe stato di nuovo in grado di cedere un decimo di litro di sangue.

VENGHINO, SIGNORI, VENGHINO.
Guardate. So bene che non è possibile penetrare quei caschi luccicanti, ma vi assicuro che nascondono volti felici, cervelli che hanno vissuto un'esperienza unica, un divertimento inimmaginabile e presto torneranno a provare il gusto rancido della nausea.
Nei loro occhi allucinati…
VENGHINO
la ruota gira, ingigantisce…
VENGHINO
ci si sporca di tecnologia…
VENGHINO.
E CHE NESSUNO OSI TOCCARMI!

5 commenti:

  1. Caro Donato, non avevo dimenticato il tuo racconto, che peraltro è molto bello, ma tenuto in archivio per molto tempo perché l'ultimo racconto di te rimastomi. Ora che l'ho pubblicato (l'ho fatto ben volentieri per non privare i lettori di una piacevole lettura) non mi rimane, in archivio, nessun segno tangibile di te. Come rimediare?

    RispondiElimina
  2. Non temere, finisco le 125 cose che ho da fare e ti seleziono un altro paio di racconti brevi.
    Sempre in gamba per questa tua inziaitiva che va seguita e sostenuta.
    ciao

    RispondiElimina
  3. Veramente un bel racconto di fantascienza.
    G.S.

    RispondiElimina
  4. Il racconto mette in risalto una società in cui i contatti umani (nel senso anche materiale del termine) sono banditi, sacrificati sull'altare di una tecnologia alienizzante. Quindi induce il lettore a riflettere non solo su un possibile futuro, ma anche su un presente che offre già elementi inquietanti. Tutto ciò nella più perfetta tradizione fantascientifica.

    Giuseppe Novellino

    RispondiElimina