IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI
Linee Infinite Edizioni
Il maresciallo dei Carabinieri Vincenzo Cargiulli comanda una piccola
caserma di provincia. Ha avuto una donna, nella sua vita, ma ora è solo e
trascorre l’esistenza vicino alla sorella Adalgisa. Lei lo chiama Vincenzino,
come faceva la mamma quando erano bambini.
Egli svolge con interesse e dedizione il suo lavoro di tutore della legge e
sa che anche in un paesino sperduto può succedere di tutto.
È la vigilia di Natale. Fuori fa freddo, mentre gli interni sonno
surriscaldati in modo malsano. Nella villa dell’avvocato Emilio Trenelli è
stato consumato un efferato omicidio. Proprio lui, il titolare, è stato trovato
riverso nel suo letto con un coltellaccio da cucina piantato nella schiena fino
al manico. Ma non ci sono segni di effrazione, quindi il fattaccio deve avere
come autore una persona conosciuta dall’avvocato. Il quale ha qualche vizietto,
che offusca un po’ la sua immagine di professionista appartenente all’alta
borghesia. Gli piacciono le donne, ma ha un’inclinazione un po’ perversa per
quelle di malaffare, prosperose e un tantino rozze.
Elisa Deretti, la moglie, è una signora avvenente, distinta e un po’
freddina. Con lei il maresciallo ha subito un incontro che gli consente di
capire il modo di vivere della coppia e l’andamento familiare. Nelle indagini è
aiutato dal fido e solerte appuntato Frinieri. Doverosa concessione al genere
narrativo, essendo ogni investigatore accompagnato da un socio o da un
subalterno sempre pronto a fornire i dovuti supporti.
Anche l’indagine segue i canoni consueti della narrazione poliziesca, ma
cattura fin dall’inizio l’attenzione del lettore, che si lascia accompagnare da
una prosa fluida e precisa, capace di rendere assai vivide alcune
caratterizzazioni psicologiche e ambientali.
Il romanzo (Linee Infinite Edizioni – 2019) si legge tutto d’un fiato.
Voltare le pagine è come mangiare ciliegie mature, dove al posto del sapore ci
sono la curiosità (tenuta viva con grande maestria) e il desiderio di svelare
il mistero.
Buon giallo, non lungo, incisivo e piacevole. Con qualche ammiccamento al
grande Simenon.
C’è da dire, però, che centosedici pagine non bastano per creare un forte
legame tra il lettore e il maresciallo Vincenzo Cargiulli, un tipo di uomo
dai marcati contrasti caratteriali, nel complesso mite e un po’ ironico. Aspettiamo
altre sue avventure, non solo per conoscerlo meglio, ma anche per apprezzare la
vena narrativa di Paolo Secondini… che già per questo romanzo mi sembra
notevole.
Giuseppe Novellino da:
Art – Litteram
…Il fine giustifica i mezzi è un bel romanzo di genere che si
lascia leggere d’un fiato, con un andamento lineare e un ritmo incalzante,
tutto racchiuso nelle ore di vigilia di un Natale qualsiasi di un qualsiasi
paesino d’Italia. Con una scrittura lieve e precisa e un’estrema pulizia
lessicale, Paolo Secondini ci accompagna nelle indagini del maresciallo
Cargiulli e, con sentimento e ironia, verso la conclusione inaspettata del caso
di omicidio di cui lo stesso si occupa. La trama non è monocorde, ma si gioca
tutta con una serie di figure ben tratteggiate, dal senzatetto Lappi allo
zelante appuntato Frinieri, dal loquace barbiere Alfredo Barba-capelli alla escort Elvira Benedetti, dalla vedova
Deretti alla saggia cameriera Antonietta Filangia: tutti personaggi con una
loro specifica identità e logica, perfettamente inseriti in una vicenda ben delineata…