"Fate attenzione ai serpenti!" dice un ragazzo che cammina a piedi nudi lungo il
sentiero in mezzo al bosco di eucalipto.
La valle fertile con terrazze coltivate e campi
verdi e gialli può essere vista tra i cespugli in lontananza. L'altopiano dove
si costruisce la diga è circondato da montagne che nascondono le loro cime
sotto le nuvole peregrine. Ha piovuto da poco e la strada è fangosa. Lui mi sorride
quando vede i miei capelli serpeggianti che ballano col vento. Con la mia infinita
curiosità femminile, lo guardo con gentilezza. Deve avere un nome.
“Mi
chiamo Neon perché sono nato sotto la luce al neon che avevano appena portato al
villaggio la settimana di Natale di otto anni fa, secondo quello che racconta
mio babbo."
Lo ascolto, divertita. Mi sembra quasi impossibile
quella sua vita che immagino ingenua ed innocente. Intanto, lui sceglie un
bastone di eucalipto e lo pulisce con il suo coltello. Poi me lo dà:
“Così non inciampi
negli arbusti e, soprattutto, tieni lontano le bisce. Sai, bisogna stare attenti, mordono anche ai loro parenti! E guarda sempre dove metti i piedi. Io vedo
dove vado soprattutto per le mie capre, che si spaventano a causa delle serpi.
Le porto a bere tenendole d’occhio perché sai, anche il fiume è infido, a volte
si alza così tanto che porta via tutto con la corrente”.
Certamente, l’acqua limpida del fiume è essenziale
per la vita di tutti. Dopo un po’, scopro il villaggio vicino con le sue case
di adobe essiccato al sole, circondate da fiori gialli e aloes che si
arrampicano su per il pendio.
"Da quando sono arrivate quelle macchine che fanno tanto rumore come i
draghi, le capre si spaventano e scappano. Devo continuare a correrle dietro. Mi
piaceva questo posto quando non c'era nessuno perché era così bello e così
tranquillo ma, soprattutto, perché tutto ciò che vedevo era mio. Ora, invece,
non riesco a scendere giù a valle con le capre perché gli uomini che lavorano
con quei draghi meccanici iniziano ad urlare e mi dicono di andare via. Le mie
caprette si offendono".
È un cantiere pericoloso ed anche le ruspe, se ti
avvicini, e io lo so. Non lasciano
avvicinare neanche a me. Neon sembra un ragazzo senza paura, ma dovrebbe essere
più responsabile. Non bisogna passeggiare vicino al cantiere di lavoro. Possono
scappare e rotolare delle rocce enormi. Dove avrà conosciuto i draghi?
“Se te lo
dico mi devi credere. Guardo le nuvole e alle volte prendono le forme di esseri
mostruosi. Anche di draghi con le code e
che sputano fuoco.
Penso che è sempre in giro con i suoi animaletti,
su e giù per le colline, ma sempre senza scarpe. Io guardo i miei stivaletti e mi sento
protetta.
"D'altra parte, io non sto così male adesso perché
ora ho le scarpe. Stai guardando i miei piedi nudi? Il fatto è che io ho le
scarpe anche se non le indosso tutti i giorni. Solo le metto con altri
pantaloni senza buchi, quando il babbo mi porta al paese. Perché se mi vedono
con i buchi e senza scarpe possono dire che sono figlio di nessuno. Mia mamma è
morta a Natale, otto anni fa e non la ricordo. Mio padre è buono e ogni tanto mi porta fino al
paese per fare di me un uomo e mi compera mezzo bicchiere di bibita e i tamales
di mais."
Deve avere una bella vita, tranquilla e felice in
questo posto sotto il cielo limpido e alte montagne col cappello di neve.
"Cosa vuoi che faccia tutto il giorno? Accudisco
gli animali e aiuto il babbo as coltivare patate. Ne abbiamo una infinità, di varietà diverse e
tutte buone. Patate e formaggio sono una
delizia da mangiare. Però, comunque, se si va in giro bisogna stare attenti
alle vipere... anche se loro nascono dai nostri stessi capelli.”
Ha troppa immaginazione,
mi sembra.
“Il babbo le caccia con un bastone a doppie punte e
vende il loro veleno alla farmacia del paese. Ma io ho troppa paura e non mi
avvicino. Credo che possono anche
volare...”
Mi sa che vede draghi
dappertutto.
“Una volta ho incontrato un serpente… mi si avvicinò
minaccioso ma io riuscì a fuggire. Ho urlato perché avevo paura quando
fischiava con la sua lingua nera fuori della bocca. Forse mi ha riconosciuto e sapeva che ero io perché
sicuramente era nato da un mio capello."
Intanto, io ascolto
farfugliare il ragazzo di come mette i suoi capelli nelle pozzanghere ed il
giorno dopo ci sono dentro le vipere. Immagino
che sia una idea tutta sua di fare allevamento di serpenti, vedendo i miei
capelli ondulati guizzare e sballottare con il vento. Il fatto è che non saprei se queste vipere
delle pozzanghere riconoscano le persone e sappiano chi sono.
"Credi che non sia possibile che mi abbia
riconosciuto? Non sai quindi che ogni serpente è un capello? Non ridere, perché
io non lo credevo fino a quando ho visto quella maledetta biscia che mi guardava
fischiettando. Un serpente nella pozza d’acqua, nato dai miei capelli! Da questi
miei capelli! Così gli ho dato un nome: Neon di Viper."
Da qualche parte dovrò trovare questa biscia con l’incredibile nome di Neon
di Viper. Deve essere una nuova specie di rettile, così come questo ragazzo
Neon è una nuova specie di ragazzo andino cresciuto aggrappato alle nuvole,
circondato da draghi e con una grande e vivace fantasia.
"Giuro che il serpe mi ha riconosciuto ed ho
allontanato le mie caprette. Ma ora dovrei tornare al campo, dal babbo, perché
devo aiutarlo a seminare. Intanto ti
saluto e mi raccomando: stai attenta perché ogni tanto queste vipere mordono
anche i loro parenti!”
Saluto il simpatico Neon che corre su per la
montagna dietro le sue capre.
Nella prima pozzanghera fangosa che trovo nel
tragitto verso il cantiere, entro con gli scarponi e muovo tutto per vedere se
viene fuori Neon di Viper, ma non si vede.
Prendo una manciata dei miei capelli e li butto nell’
acqua. Poco dopo vedo uscire la
testolina di un piccolo serpe che muove la sua linguetta biforcuta. Allora, il ragazzino aveva proprio ragione!
Questo è un paese di draghi e miracoli!
Torno al cantiere per raccontare al mio compagno e agli
altri lavoratori la nuova esperienza che ho vissuto in questi mondi aspri, ma
puliti e semplici, così lontani dai nostri macchinari, schermi e laboratori
scientifici.
Sento che ridono sotto i baffi e il mio compagno mi
suggerisce di togliermi il fango di dosso. Nessuno crede che quella vipera
della pozzanghera fangosa sia nata dai miei capelli!
In camera, mi guardo allo specchio. Vedo i miei capelli aggrovigliati di Medusa
che svolazzano intorno alla mia testa.
Qualcosa è nata da questa mia essenza serpeggiante e sono felice di aver
procreato un essere in questo mondo lontano, diverso, puro e divertente dove
abita un ragazzo chiamato Neon, nato una settimana prima di Natale sotto la
luce al neon e che vede draghi dappertutto, e dove si trova anche un serpe di
nome Neon di Viper, in una qualche pozzanghera di acqua piovana.