
Dal terreno spuntò dapprima una mano, poi l’altra,
infine la testa che, volgendosi intorno, parve esplorare il vecchio cimitero.
Un bambino di circa due anni sedeva tra l’erba a poca
distanza dalla tomba, sotto i tiepidi raggi di un sole primaverile. Indossava
maglietta e pantaloncini dai colori sgargianti.
Con un po’ di fatica lo zombie estrasse se stesso dal
terreno. Una volta in piedi, si avviò barcollando verso il bambino il quale,
appena lo vide, rimase a fissarlo incuriosito, poi gli sorrise.
Lo zombie, spalancata la bocca, emise un sordo
mugugno. Allorché fu vicino al bambino, digrignò con rabbia e tese le mani per
ghermirlo.
In quell’istante una detonazione ruppe il silenzio nel
vecchio cimitero.
La testa dello zombie esplose letteralmente. Spruzzi
di sangue, misti a frammenti di ossa e cervello, investirono il volto del
bambino, che scoppiò in un pianto dirotto.
Da dietro una lapide monumentale, con la statua di un
angelo in ginocchio, accorse una donna. Alzato il bambino da terra, lo strinse
con delicatezza tra le braccia.
«Da bravo, tesoro, non piangere!» lo esortò in modo
affettuoso, mentre con il fazzoletto gli detergeva il visino. «Non piangere,
amore! C’è la mamma con te… È tutto finito.»
«Può ben dirlo!» fece un uomo con tra le braccia un
lungo fucile, la cui canna ancora fumava.
Trasse di tasca alcune banconote che, con gesto
deciso, porse alla donna.
«Prenda. È ciò che avevamo pattuito.» Emise un
sospiro. «Stesso lavoro domani nel cimitero di M… Uguale compenso. Le sta
bene?»
«D’accordo!» rispose la donna, afferrando il denaro.
«L’aspetterò al cancello d’ingresso, questa volta dopo
il tramonto,» disse l’uomo. «Porti il bambino, ovviamente.»
«Come sempre.»
Dopo un rapido cenno di saluto, la donna andò via.
L’uomo rimase a osservarla mentre, con in braccio il piccino, si inoltrava fra
le tombe del vecchio cimitero invaso dalle erbacce.
Uno zombie pedofilo o un pedofilo zombie? Divertente, efficace pezzo breve. Mette i brividi e nello stesso tempo fa nascere un sorriso un po' amaro. L'ironia è sempre l'ingrediente migliore per l'horror.
RispondiEliminaScritto molto bene.
Giuseppe Novellino
sì, scritto molto bene, breve, nitido, rende la scena con incisività. E pone il tema della strumentalizzazione dei bambini, in senso lato, che é parte dell' horror del nostro quotidiano. Grazie. dmk
RispondiEliminaOttimo racconto, breve, senza sbavature e allo stesso tempo con un significato molto ben esplicitato.
RispondiEliminaDavvero incisivo. Sorprendente direi. Lascia molto spazio alla propria immaginazione...
RispondiEliminaPaola Bianchi