
Clink… clink… clink… clink… clink…
Goccia dopo goccia, il rubinetto versa le sue lacrime.
La notte è silenziosa, eccetto quel pianto monotono
senza interruzione.
Clink… clink… clink… clink… clink…
Supino sul letto, l’uomo tende l’orecchio nel buio.
Quel rubinetto sembra il suo cuore che stilla dolore.
L’uomo è solo. Tra le mani il rimpianto di un amore
perduto.
Come vorrebbe tornare indietro! Ma non può… non può
cambiare il proprio destino.
Clink… clink… clink… clink… clink…
Farebbe qualsiasi cosa pur di mutare il corso degli
eventi… Qualsiasi cosa perché il suo cuore non goccioli più.
Clink… clink… clink… clink… clink…
Ecco: cederebbe l’anima al demonio, se solo potesse.
Tanto, senza l’amore di lei, che se ne farebbe di un’anima?
Sì, la cederebbe volentieri. Anche subito.
Questo farebbe.
Con gioia.
Senza pentimento.
Clink… clink…
Ma che succede? Il rubinetto ha smesso di
gocciolare?... Così, all’improvviso?
Strano!
Anche il cuore dell’uomo, adesso, non stilla più
dolore.
Molto bello: il tema, lo svolgimento, la fine. Poche gocce d'acqua raccontano la vita di un uomo.
RispondiEliminaPoetico, intenso nella sua brevità. Interessante il simbolismo che utilizza un comune oggetto della vita quotidiana per parlare della vita umana nel suo scorrere... e nel suo finire.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Grazie dei commenti lusinghieri
RispondiEliminaVendere l'anima al diavolo: uno dei temi più sfruttati della letteratura.
RispondiEliminaEppure, a quanto pare, è ancora possibile raccontarlo in maniera originale, senza perdersi in descrizioni di corna o zoccoli caprini, ma solamente con qualche goccia d'acqua che stilla da un rubinetto.
Sauro Nieddu