giovedì 16 ottobre 2014

LAMENTAZIONI DI EFESTO di Peppe Murro e Paolo Secondini



«Per Zeus, padre e signore di tutti gli Dei!» imprecava furiosamente Efesto, andando su e giù nella grande fucina. «Proprio a me doveva capitare una moglie infedele? Non bastavano già le molte disgrazie che mi affliggono da sempre, come l’essere zoppo per colpa di mia madre Era, la quale, inorridita dalla mia bruttezza, mi scaraventò giù dall’Olimpo con un calcione nel didietro? Oh, per Zeus, per Era e per tutti gli Dei, me compreso! Come un allocco mi sono lasciato sedurre dalla bellezza di Afrodite. Ho fatto le bizze per impalmarla; ho perfino strillato e pestato i piedi per terra, proprio come un bambino capriccioso. Che idiota! Che mentecatto! Dovevo immaginarlo che la sua avvenenza nascondeva delle insidie… Che illuso! Sperare che amasse me solo, un goffo ranocchietto, per quanto geniale creatore di monili, elmi, armi e corazze; che fosse insensibile al fascino di quel bellimbusto di Ares, col suo stupido sguardo da triglia lessa!... Sbagliavo! È evidente che quel genere di donna è attratto da geometrie particolari, perché risulta chiaro a tutti che il ranocchietto è fatto a rombo, mentre la triglia ha una forma più allungata, suadente e tentatrice. Ben mi diceva il prode Febo, che di donne si intende, che non è la mente, anche se superiore, che le donne cercano: sono attratte da qualcosa più materiale e consistente, che dia soddisfazione e faccia dell'alcova una nube leggera che trasporti in alto... Che stupido a non capirlo subito! E ancora più stupido a recriminare ora sul disastro che mi è capitato! Bene, somiglierò un po' a Pan, ma sarò anche in buona compagnia, visto com'è l'Olimpo e come si comportano i miei simili, a cominciare dal padre Zeus. Dopo un po' ci si abitua a tutto e ogni danza sembra uguale alle altre: avrò anch'io le mie soddisfazioni, anzi, corro subito nella mia fucina a costruirmene una, la donna-automa più desiderabile e bella che ci sia, corpo mirabile e testa vuota. Olé!»

4 commenti:

  1. Qui il mito è stato dissacrato, trasformato, beffato anche, da me e il mio compagno di "penna", con l'intento di creare qualcosa di più faceto che serio. Ci perdonino gli inappuntabili cultori della mitologia antica se il mito ci è servito solo per un mero esercizio letterario dai risvolti fantastici.

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  2. Simpático racconto di un dío un po sciocchino

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  3. Esercizio letterario ben riuscito, quindi. E non si vede pure una nota sarcastica che prende di mira la società moderna? Mah...

    Danilo Concas

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  4. Dire che Efesto è sciocchino è graziarlo troppo; volgare e misogino come tutti quelli che non sanno accettare le scelte altrui, specie quelle della "loro" donna. Quanto all'ambiente in cui vivono questi "dei", beh, sì, assomiglia tanto a certa modernità. E non esiste vanto, forse neppure a scriverne. Del resto con Paolo abbiamo solo giocato a fare i cattivi.
    Peppe Murro

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