Ho trattenuto il respiro
vedendo la pelle dell'uomo aprirsi con fuoriuscita di un liquido terreo, viscoso.
Quel mio compagno è stato l'unico che mi ha tenuto in vita in questo inferno.
Ora, che non è piú, non so cosa fare. Nuovi batteri mortali si diffondono
attraverso i condotti che portano ossigeno.
Sono sicuro che quella è
stata una manovra perversa del Robocátibo, la dannata macchina che è ormai
fuori controllo. Noi non dovevamo rimuoverla dal suo imballaggio per montarla.
Funziona perfettamente, ma è maligna, cattiva.
Ha analizzato la sostanza sconosciuta e invece di isolarla, l’ha immessa nei condotti ossigenanti del complesso di alloggi. Cosí, ora, ci sono decine di persone malate che si dolgono, strillano miseramente, sanguinano dal torace e hanno gli occhi sporgenti. Esse sono quelle che restano dell'ultima colonia umana, e il mio cuore batte all’impazzata, mentre sono in preda al terrore.
Ha analizzato la sostanza sconosciuta e invece di isolarla, l’ha immessa nei condotti ossigenanti del complesso di alloggi. Cosí, ora, ci sono decine di persone malate che si dolgono, strillano miseramente, sanguinano dal torace e hanno gli occhi sporgenti. Esse sono quelle che restano dell'ultima colonia umana, e il mio cuore batte all’impazzata, mentre sono in preda al terrore.
Non sono ancora infettato
ma non si sa mai... o è lui che mi tiene in vita?
Robocátibo mi ordina di liberarmi
dei corpi inermi dei miei compagni che accumulo uno sull’altro a formare dei mucchi.
Obbedisco. Li copro con pietre e rocce. I moribondi tirano fuori le braccia
freneticamente, cercando di scavare verso l’alto per respirare, aggrappandosi
alla vita. Finisco di coprirli. Piango dentro di me per non lasciare trasparire
le mie emozioni. Il robot è vigile. Infine, l'ultimo è stato sepolto sotto un
mucchio di rocce metalliche che brillano alla luce delle cinque lune. Egli
respirava ancora. Adesso si trova sotto una montagna di morte. Un monumento alla
distruzione. Non ho alcuna speranza di trovare altri esseri umani come me che
non siano stati infettati dalla morte grigia. Io sono l'ultimo rimasto della
razza umana. Diventerò il suo schiavo?
Il suo robot giocattolo? Ma no. Non può essere! Lo farò a pezzi con queste mie
mani. Intanto, sono io l'unico
sopravvissuto della colonia Symca che respira ossigeno.
Ed ora qui siamo rimasti
soli: io e lui.
Bello, avvincente, drammatico.
RispondiEliminaGrazie, Paolo, per rivedere l'italiano. Racconto un incubo che spero non succeda a nessuno...
RispondiEliminaInteressante fantascienza.
RispondiEliminaG.S.
Ottimo racconto.
RispondiEliminaCome una calamita. Ti stacchi dalla pagina solo all'ultima riga.
Brava.