Quella volta dio era
davvero in grave imbarazzo: non riusciva a decidere, pur nella sua infinita
sapienza, cosa fosse meglio per la sua creazione.
Ci pensava e ripensava,
ed ogni volta ricadeva nel dubbio, ogni volta dentro se stesso trovava
soluzioni e subito ragioni opposte. Non ne veniva fuori.
Poi ebbe un'idea
straordinaria, un'idea da dio, di cui si compiacque: chiamò al suo cospetto un
poeta, un marinaio e un contadino e chiese loro quale fosse la cosa più
importante per il mondo che stava per nascere.
Il marinaio rispose
subito:
"La terra, signore,
perché dopo ogni viaggio l'approdo è necessario, è il senso e la sicurezza
dell'andare".
Il poeta sorrise e
disse:
"L'amore è la cosa
più importante perché è il più vasto e nobile dei sentimenti".
Il contadino taceva
assorto; ci pensò ancora un po', si grattò il mento e disse:
"L'acqua, signore,
perché fa vivere".
E fu così che dio creò
il mondo... con qualche gesto d'amore,
con un po' di terre e tanta, tanta acqua.
Molto bella, questa "piccola" favola moderna.
RispondiEliminaBel racconto di speranza, del amico Murro.
RispondiEliminaPoetico e delicato, con questo dio che si dà da fare e nello stesso tempo dubita della riuscita del suo operato. Bel raccontino che ha le caratteristiche della parabola.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino