giovedì 19 giugno 2014

QUARANTENA di Fabio Calabrese



Con l'eleganza e la precisione di un balletto cosmico, i sette dischi si inserirono in una traiettoria tangente al campo gravitazionale del pianeta.
Sull'astronave XQB 3821, il Comandante XQB 3821 ordinò di inserire la protezione. Subito, i sette dischi volanti scomparvero dallo schermo di qualche migliaio di radar, mentre altrettanti tecnici elettronici di varie marine, aviazioni, servizi meteorologici del mondo sorridevano pensando che qualche dilettante avrebbe preso quel banale (sconosciuto, ma certamente banale) fenomeno elettromagnetico per uno sbarco di UFO.
La protezione era molto utile nell'esplorazione di pianeti nuovi e sconosciuti, potenzialmente ostili; essa rendeva del tutto trasparenti allo spettro elettromagnetico in tutta la sua lunghezza d'onda; non si poteva essere uditi, né il calore corporeo poteva essere rilevato, e nessun ricevitore posto sul pianeta poteva intercettare le loro comunicazioni radio.
C'era uno svantaggio, le astronavi non potevano comunicare fra loro, ma soltanto inviare messaggi radio al satellite orbitante che li rifletteva su Callisto approfittando di una distorsione spazio - temporale, ma questo non era un inconveniente grave, ogni astronauta sapeva perfettamente quello che doveva fare.
La formazione si divise e le astronavi scesero nell'atmosfera terrestre, raggiungendo ognuna le zone di esplorazione assegnate. XQB 3821 fece una lunga planata al di sopra delle acque del Pacifico.
L'acqua correva a velocità folle incontro al disco. Per miglia e miglia intorno non c'era assolutamente nulla al di fuori di quella enorme distesa di acqua verdastra, da cui non sporgeva nulla ad eccezione di qualche microscopico ed inabitabile scoglio corallino.
XQB 3821 imprecò. Questo, ai suoi capi, quei maledetti figli di madre partenogenetica, non sarebbe piaciuto affatto. Costruire isole artificiali costava moltissimo, e non lo si faceva che quando era assolutamente necessario colonizzare un pianeta acquatico.
XQB 3822 sorvolò New York. Gli indigeni del pianeta abitavano quelle enormi strutture cristalline, dei lunghi parallelepipedi grigiastri fatti di qualche strano minerale. Erano manufatti? Per un istante lo pensò, e subito capi che era un'idea assurda. La monotonia delle loro forme e di quell'orrendo colore grigiastro e, in contrasto con ciò, l'evidente irrazionalità delle loro strutture per essere abitazioni...
C'erano milioni di individui in quell'assurdo agglomerato. L'idea di milioni di esseri ammonticchiati insieme l'uno sull'altro come parassiti su di una pianta era semplicemente disgustosa.
Ebbe immense difficoltà a trovare un posto dove parcheggiare il disco; alla fine lo ancorò con un cavo, anch'esso invisibile, nella baia di Manhattan, a un'enorme statua dalla fronte cornuta raffigurante un indigeno forse di sesso femminile.
Si imbatté ad Harlem in un corteo di indigeni dalla pelle stranamente più scura del solito, che gridavano e portavano cartelli; c'erano altri indigeni vestiti di blu che cercavano di trattenerli, era una marcia per i diritti civili.
Un conflitto tra due varietà mutanti, concluse XQB 3822, e pensò con disgusto che quegli indigeni erano cosi primitivi che non avevano ancora realizzato il controllo genetico.
XQB 3823 era disperato, era atterrato in pieno Sahara. Quel pianeta era uno schifo; sabbia, sassi, rocce dalle strane forme modellate dal vento, non c'era acqua né traccia di esseri viventi.
XQB 3824 si era diretto al polo nord del pianeta ed era in difficoltà, era affondato per metà in un suolo malagevole in cui era impossibile camminare, una sostanza biancastra che pareva composta principalmente di H20 allo stato semisolido. Oltre tutto, faceva un freddo dannato, ma quel che era peggio, era che gli strumenti di rilevamento magnetico erano letteralmente impazziti, l'ago della bussola girava vorticosamente a vuoto.
XQB 3825 aveva fatto una fatica tremenda a trovare un pezzo di terreno sgombro su cui atterrare. Quel maledetto pianeta era fatto tutto di guglie, picchi e montagne altissime. Atterrò su di un pendio non troppo ripido, sperando che il disco non andasse a schiantarsi nel fondovalle. Era freddo e l'aria era troppo rarefatta: dovette prendere la maschera ad ossigeno prima di uscire.
C'era un indigeno, era un animale antropoide completamente al di fuori dell'habitat tipico degli antropoidi, camminava eretto e aveva la fronte alta; la conclusione era facile, era un essere della specie intelligente del pianeta, anche se primitivo. Stimò che dovesse pesare da un quintale e mezzo a due quintali, era alto circa due metri e venti e grosso in proporzione, aveva tutto il corpo coperto da un folto pelame rossiccio.
Mentre XQB 3825 annotava questi particolari per la relazione, lo yeti lo lasciava fare tranquillamente, anche perché non lo vedeva affatto.
XQB 3826 si era diretto verso il bacino mediterraneo. Atterrò sulla penisola italiana, in una zona non lontana da Pozzuoli, nota come i Campi Flegrei. Non c'erano indigeni, né animali in vista, ebbe però la possibilità di notare che la vegetazione era composta quasi esclusivamente da radi cespugli di ginestra e che il suolo rivelava un vulcanesimo estremamente attivo; solfare, vulcanelli, piccoli laghi di fango bollente, il maleodorante sentore dello zolfo che impestava l'aria, un vero inferno dantesco, anche se XQB 3826 non aveva mai letto la Divina Commedia. Ma la cosa che lo aveva colpito di più (e ne parlò diffusamente nella relazione), era che la superficie del mare di fronte a quelle coste era costituita praticamente da un’unica, riconoscibilissima macchia d’idrocarburi.
XQB 3827 era atterrato in Amazzonia e stilò una relazione terrificante di un pianeta dominato da una vita vegetale mostruosamente rigogliosa, di alberi cosi fitti da impedire di vedere il cielo, di serpenti lunghi parecchi metri, di insetti enormi e aggressivi.
* * *
Nella Sala del Consiglio, AXW 1011, Primo Segretario del Ministero della Colonizzazione Galattica e KTC 3463, Programmatore Capo del Computer Governativo, stavano sfogliando per l'ennesima volta le relazioni della spedizione esplorativa inviata sul pianeta Terra, terzo della stella Sol.
«È completamente inutile», disse KTC 3463, «Immetterle nel computer; nessuna di esse presenta il minimo punto di contatto con nessun'altra.»
«Già, basta confrontare la descrizione del pianeta data da XQB 3821 con quella data da XQB 3823, o gli indigeni descritti da XQB 3822 con l'esemplare esaminato da XQB 3826.»
«Tra l'altro», aggiunse KTC 3463, «XQB 3822 non è stato molto preciso; sembra che sia rimasto molto colpito dal fatto che i terrestri sono bianchi e neri, ma non ha neanche precisato come è diffuso il colore, a chiazze, a strisce, reticolato.»
«C'è una sola cosa da fare», disse AXW 1011, e schiacciò il pulsante di un dittafono.
«KLM 2141?»
«Si, signore?»
«Ordini per la spedizione XQB 382 in missione di esplorazione sul pianeta Terra della stella Sol; trasmissione immediata con priorità A: «Rientrare immediatamente e dirigersi al Centro Medico di Callisto IV, considerarsi in quarantena»; Precedenza Assoluta. TKC 3463, prendi nota e prepara una scheda da inserire nel computer.»
Cominciò a dettare:
«DA AXW 1011, Segretario Ministero della Colonizzazione Galattica.
DESTINAZIONE: Archivio Computer.
OGGETTO: Spedizione di esplorazione sul pianeta Terra, terzo della stella Sol.
CODICE: XQB 382.
La predetta spedizione è annullata, causa la presenza di fattore tossico sfuggito alle analisi nell'atmosfera del pianeta Terra.
Detto fattore risulta causare gravi forme di allucinazione agli equipaggi.
Il pianeta viene dichiarato infetto, posto sotto quarantena e permanentemente interdetto alla colonizzazione.»

2 commenti:

  1. Bel racconto di fs. Bisogna dire che é anche bello vivere in questo pianeta, anche se é in quarentena...

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  2. Racconto divertente e che mette in risalto lo sciovinismo verso le razze aliene enunciato da Carl Sagan in Contatto Cosmico.

    Danilo Concas

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