Non
c’era altra voce che il vento presso di loro, il sole disegnava
smeraldi sinuosi tra le foglie.
Li-Po
guardò Kris con un accenno di sorriso, disegnò un cerchio con la
mano sull’erba, chiuse gli occhi, mentre con voce piana iniziò a
raccontare.
Nella
terra del Cuore c’erano due re inesorabili e crudeli che da anni si
facevano guerra: dovunque era dolore e devastazione, morte e
carestia. Ma nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro e così
un giorno decisero che si sarebbero scontrati solo i campioni dei due
eserciti. Il vincitore avrebbe assegnato la vittoria al suo re.
I
prescelti furono il prode Ki-Yuan e la fiera Chu-Lai, campioni di
spada e d’arco, di lancia e di pugnale.
Perché
la lotta fosse più feroce, i re portarono i due guerrieri in un
deserto lontano, oltre i fiumi del Vento ed i monti della Luce:
“Camminerete insieme fino al bosco dove vi
aspettiamo, e lì combatterete per noi.”
Questo fu l’ordine dei re.
E
andarono via, lasciandoli soli.
Ki-Yuan
lisciava ogni giorno la spada, Chu-Lai pettinava i suoi capelli e
lisciava i pugnali.
Camminarono
molti giorni sotto il sole terribile, senza guardarsi, senza dire
parole.
Eppure
pian piano Ki-Yuan si sorprese ad osservare sotto la luna come il
petto di Chu-Lai si muovesse piano, e Chu- Lai si sorprese della sua
sorpresa a guardare le mani di Ki-Yuan e il suo viso…
Impiegarono
mesi per uscire dal deserto e mesi per passare le montagne.
Era
fiero e sicuro il loro sguardo, ma da tempo Ki-Yuan non lisciava più
la spada, né Chu-Lai i suoi pugnali: si guardavano di nascosto,
quasi con vergogna, talvolta si scambiarono dell’acqua.
Chu-Lai
imparò ad abbassare lo sguardo, arrossendo; Ki-Yuan s’accorse di
sognare. E di desiderare.
Camminarono
affianco per il resto del viaggio e talora le loro ombre si
sfiorarono.
O
forse furono i loro pensieri.
Ma
finirono i monti, e i fiumi, e le distese desolate: in lontananza si
stagliava la linea verde cupo del bosco. Per la prima volta si
guardarono negli occhi, ricordarono le parole dei re, tornarono al
loro destino.
Al
limite del bosco, al centro della terra del Cuore, i loro re li
aspettavano,gli eserciti aspettavano: era il tempo !
Ki-Yuan
fu vestito di bianco, gli cantarono la nenia dei nemici uccisi, lo
salutarono con grida feroci di guerra.
Chu-Lai
fu vestita di bianco, gli cantarono la nenia delle sue vittorie, la
salutarono con grida e lance alzate.
Di
fronte l’uno all’altra, fermi, armati, pronti a darsi la morte:
chi può dire il freddo dei loro pensieri?
Si
lanciarono urlando l’uno contro l’altra,
le lame mandavano scintille e le vesti si
attorcigliavano in una danza frenetica e misteriosa, e il ferro
baciava le vesti senza lacerarle, la carne non aveva bocche di
sangue..
Più
Ki-Yuan la guardava combattere e più l’ammirava, più combatteva e
più capiva di esserne innamorato; le sue mani impugnavano la spada
ma avrebbero voluto carezzarla.
E
Chu-Lai non capiva,continuava la danza dei colpi, ma non voleva
ferire… le sue mani portavano la morte, avrebbero voluto portare
dei sogni.
Combatterono
a lungo, il tramonto già incendiava il cielo e incupiva il bosco: si
guardarono, fermi, ansanti. Poi Chu-Lai si scagliò verso di lui
urlando, la spada tesa in avanti.
Ki-Yuan
la guardò, le sue mani si aprirono facendo cadere la spada. Sussultò
un poco mentre la lama lo traversava. Lentamente cadde per terra,
mentre una rosa rossa si dipingeva sul bianco del sua abito.
Chu-Lai
si fermò, si inginocchiò tremando verso di lui: “Perché?
Perché non hai schivato il colpo?” Ki-Yuan
alzò il viso verso di lei, triste, dolce, : “Perché
tu potessi avermi !”
Questa
la storia che Li-Po raccontò a Kris, al suo cuore deluso, mentre
Solaris cupamente brillava dietro l’oblò, bello nel cielo nero,
inestricabile dentro i suoi pensieri.
Immancabilmente ben scritti e interessanti i racconti dell'amico Perppe.
RispondiEliminaBellissimo racconto di una lotta con poesia e amore...
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