La volta che soffrii di una crisi esistenziale, andavo
desolato per le strade dove una volta vedevo la luce e, in tempi lontani, usavo
camminare con belle ragazze che mi prendevano per il braccio. Ah, come mi
mancano quei vecchi tempi! Ora senza una meta fissa nel mio viaggio tormentato,
mi ritrovai con l’altro me, che soffriva di una crisi d’amore; così
abbiamo bevuto e pianto insieme senza tener conto dei giorni e delle notti che
siamo stati impegnati nella nostra estesa conversazione; poi, già avanti nel
tempo e nelle coppe, l’altro io del mio alter ego, è apparso come
un essere rattristato da irrimediabili dolori. Senza rendermi conto, o forse fu
in un batter d'occhio, migliaia di io sono apparsi e non sapevo a quale
di quei corpi appartenesse la mia anima; così ci ha trovato l’alba di chissà
quale mese che aspettavamo per ricevere la consolazione scesa dal cielo, ma non
abbiamo ricevuto il sollievo che volevamo. E, senza porre rimedio ai nostri
mali, riempimmo la città con i nostri lamenti fino a consumare tutta la gioia
che c’era nell'universo.
(Traduzione di Adriana Alarco)
Fulminazione fantasy dai risvolti filosofici. Molto ben scritto, lascia emergere una certa malinconia esistenziale.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Thankss for posting this
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