sabato 26 dicembre 2015

MACHU PICCHU di Peppe Murro


Qui è venuto un poeta ed ha cantato l'ira e il terrore dei suoi padri, la terra profanata, le acque avvelenate dall'odio e dal sangue... qui dove niente e nessuno poté sconfiggere il cielo e le nubi che scivolano lente sui declivi delle cime.Qui Neruda ha cantato il suo verso opulento e disperato, qui ha pianto una storia decapitata dal ringhio velenoso dei vincitori, qui il silenzio spadroneggia su una foresta abbarbicata alle rocce che il sole non riesce a penetrare, qui la sorpresa e la meraviglia di chi per la prima volta, a secoli di distanza, ha scorto uscire il sole da rocce squadrate di verde.Qui Pablo, folle d'orgoglio e di pena, davanti al vuoto immane di pietre mute che sommessamente celano ricordi di uomini...folle d'orgoglio e di domande davanti al volto immane di tempo e pietre chiede al mistero verde la risposta...Qui il dolore, muto, di uomini e pietre. Non andrò mai a Machu Picchu.

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