Mister Marmaducke
spense il traduttore e rimase immobile in silenzio. Ansava per l'emozione. Se
avesse avuto gli occhi avrebbe pianto.
Il suo collaboratore
intuì la gravità della situazione, si avvicinò al traduttore e applicò i
sensori su sé stesso. "Oh!", esclamò due o tre volte, e poi, verso la
fine: "Ooohhh...!", esalò.
Quando ripose il traduttore, annuì e disse a mister Marmaducke: "Penso anch'io che non ci siano più
dubbi. Cosa pensi di fare adesso?"
Mister Marmaducke
cominciava a dare segni di ripresa. Inghiottì un paio di volte a vuoto.
"Devo raggiungerla", dichiarò, "non mi resta altro da fare
altrimenti impazzisco". Sventolò il foglio che il traduttore aveva fatto
cadere nel vassoio. "Ormai è tutto chiaro, mi vuole, anche lei non ce la
fa più come me, capisci? Niente ci potrà tenere divisi!".
Il collaboratore udì
mister Marmaducke borbottare parole insensate mentre usciva dalla stanza
agitando il foglio, e infine gli pervenne un deciso io la voglio detto
con tono reso basso dalla passione. Mai sentito prima quel tono. Ma il
collaboratore capiva, chi non avrebbe capito? Mister Marmaducke sarebbe stato
il primo ad aprire un capitolo nuovo nella storia dei rapporti sessuali.
Ovviamente Marmaducke
non era il suo vero nome. Si trattava solo della traduzione più fedele,
praticabile da un essere umano, dei fonemi che componevano il suo nome
originale. Perché mister Marmaducke era un abitante di Titano, il più grande e
il più misterioso dei satelliti di Saturno, almeno fino a quando il lander
della missione Cassini non era atterrato sulla sua superficie.
Grazie a uno di quei
trastulli che il caso sceglie per punteggiare la nostra esistenza, i tre
avvenimenti che determinarono una svolta nella storia dell'uomo avvennero
contemporaneamente. I primi due furono la nascita delle astronavi spinte dai
motori Neilson-Berry e la scoperta di vita intelligente su Titano. Le
caratteristiche di Titano e dei suoi abitanti sono ormai di dominio pubblico,
l'indispensabile Titano, i suoi abitanti e i loro usi e costumi di
Chistopher Blumstead ha contribuito a portare nelle nostre case, anche se non
fisicamente, i coinquilini del sistema solare.
Il terzo avvenimento
derivò dai primi due, e fu lo sviluppo del sistema percettivo-telepatico usato
dagli abitanti di Titano non possedendo essi, come noto, organi visivi. Nacque
così quell'aggeggio comunemente chiamato traduttore che permise a loro e a noi
di comunicare e comprenderci.
Poi avvennero tante
altre cose. Per esempio, quando i primi campioni di suolo titaniano furono
analizzati, si scoprì l'altissima percentuale di D3TO. E allora entrò in
campo l'industria e il business. Quelli della Interplanetary Import
Export furono i più spregiudicati; senza scrupoli e senza guardare in
faccia nessuno riuscirono per primi a gettare le basi per un contratto
commerciale con Titano. Eccetera.
Tornando a mister
Marmaducke, il testo che lo aveva sconvolto non era che l'ultimo messaggio in
puro stile burocratico-commerciale inviato da Katie McAllister, direttrice
della sezione Import della Interplanetary Import Export, opportunamente
trasformato dal traduttore in immagini mentali titaniane.
Il messaggio diceva:
"Nell'impossibilità di un abboccamento, Le invio in seno alla presente
un grafico esplicativo con le curve di consumo dal quale potrà rilevare
l'aumento costante della domanda. Sono convinta che, in una joint-venture
accuratamente programmata dai nostri rispettivi membri incaricati, la
penetrazione del Suo prodotto darà senz'altro risultati fecondi. Da
parte mia avrà il massimo della disponibilità e riservatezza, e cercherò di
soddisfare ogni Sua esigenza. Conto quindi anche sulla Sua collaborazione per
penetrare in profondità nella nostra area. Desidero assicurarLa che tutti gli
organi competenti sono già stati sensibilizzati. Nella mia veste di
rappresentante della Interplanetary Import Export, e in attesa di un Suo
sollecito cenno di intesa, voglia
gradire i sensi della più profonda stima'.
Agendo come
catalizzatori nella biologia titaniana, i termini burocratico-commerciali del
messaggio avevano messo in moto un meccanismo imprevedibile e incontrollabile.
Ripresosi quasi del
tutto, mister Marmaducke chiamò il suo collaboratore che gli rotolò accanto
premuroso.
"Mi fa piacere
sentirti più rilassato." Disse il collaboratore, e mister Marmaducke colse
in quelle parole una non insignificante traccia di invidia.
"Ho aperto una
nuova èra", disse mister Marmaducke rivolto al collaboratore che aveva
assunto la forma di un cuscino floscio, "tu sarai, dopo di me, uno dei
primi a beneficiarne. Ciò che le creature femminili di quel pianeta potranno
darci va al di là di ogni immaginazione, avremo un pianeta intero a nostra
disposizione, per i più meritevoli naturalmente. E sarò io ad aprire quella
strada! Sì, lo sento, è la ricompensa per i nostri affanni, per le nostre... ma
ora basta, è tempo di por fine alle sofferenze d'attesa di quella meravigliosa
creatura".
Mister Marmaducke
riascoltò attraverso i sensori il messaggio di miss Katie McAllister e, come la
prima volta, fu preso da estasi. Poi si apprestò a rispondere.
"Mia cara",
disse, e il traduttore trasformò in linguaggio terrestre conformando il
concetto alle esigenze burocratico-commerciali, "proprio ora ho finito di
sentire il tuo ultimo foglio ancora odoroso del tuo seno. Finalmente ho capito
tutto ed è meraviglioso, lo spazio non ci può dividere! Ti prometto, mia
adorata, che troverò il modo di venire a te per realizzare quell'avventura
congiunta a cui aneli. Non ho avuto il coraggio prima d'ora di pensarti così
apertamente perché non ero certo dei tuoi sentimenti e non riuscivo a rendermi
conto che in due mondi diversi, così lontani tra loro, potesse esistere la
stessa passione. Oh, sì, quell'abboccamento ci sarà, e poi ce ne saranno altri
e altri ancora, e finalmente potrò assaporare quelle curve deliziose che così
urgentemente mi chiedi di esaminare. Tutto il mio essere è teso verso di te e
già ti sento... ti sento...".
Il traduttore segnalò
un'emergenza. Il collaboratore accorse rotolando vorticosamente. Mister
Marmaducke non aveva retto all'emozione e la sua mente aveva cessato di
formulare parole, naufragata in un vortice di sensazioni. Un sorso di klen
lo riportò alla realtà.
"Dov'è!",
gridò mister Marmaducke, "Era qui ed è scomparsa, cosa nei hai fatto!"
"Càlmati",
lo interruppe il collaboratore, comprensivo, "la tua immaginazione ti ha
preso un po' l'estremità, ma ora va meglio. Un altro po' di klen?"
"Grazie",
ansimò mister Marmaducke. Subito dopo aver trangugiato l'intero bicchiere,
disse: "Riprendiamo. Devo resistere fino alla fine, per lei, per il suo
amore."
"Certamente",
condivise il collaboratore allungando la sua struttura per appoggiare il
bicchiere vuoto sul tavolo. Regolò il traduttore. "Ecco, puoi
riprendere."
Mister Marmaducke si
fece ripetere dal traduttore il brano già registrato e d'impeto continuò:
"E infine ci sarà la penetrazione! Te lo prometto, mia esotica bellezza, e
il risultato sarà senz'altro fecondo, tu stessa ne sei convinta. Oh, non è
possibile rinunciare a questa brama, a questa necessità di dare il meglio di te
solo a causa della distanza che ci divide, è la distanza stessa ad alimentare
la bramosia di unione. Il frutto da sempre promesso si è finalmente rivelato,
basta coglierlo ed è tuo, ed è mio, SARÀ
NOSTRO! Mi sembra di capire dal tuo foglio che esprimi incertezza sulla
capacità di soddisfarmi. Ma come puoi pensare una cosa simile? Non dubitare,
mio fiore non ancora colto, i miei organi, come tu confessi anche per i tuoi,
sono sensibilizzati oltre misura, i nostri membri non mancheranno di espletare
le loro funzioni di unione che tu hai predisposto. Non vedo l'ora di sfilarti
la veste a cui accenni e che già immagino mollemente adagiata sulle tue
for...m...e...".
Il traduttore
ricominciò a segnalare emergenza ma mister Marmaducke, con sforzo ammirevole,
si ricompose e completò il messaggio: "Abbi fiducia e aspettami. Mi
avrai."
La bionda Monica entrò
nell'ufficio di Katie McAllister. "Ecco la cassetta di risposta. Lo credi
che sono emozionata? Pensi che abbia accettato? Veramente mi sembra un po'
troppo sollecito per una risposta affermativa, io ci avrei pensato un po' di
più. Di solito è per respingere che si risponde così presto."
"Monica!",
urlò Katie, "Vuoi smetterla di blaterare e infilare quel coso nel
traduttore?"
Monica si affrettò
alla macchina per infilare la cassetta. Attese ritta davanti al monitor che i
concetti di mister Marmaducke si trasformassero in parole comprensibili. Katie
McAllister era rimasta al suo posto seduta dietro la scrivania, ben appoggiata
allo schienale della poltrona e con un braccio ciondoloni. Batteva leggermente
la penna sui forti denti bianchissimi, in attesa.
Il traduttore
sussurrava, sul monitor apparivano le solite strisce multicolori che si
stabilizzarono nelle prime parole. Monica attese qualche secondo, poi si portò
la mano sulla bocca come a soffocare un grido. "E' andata! Sì, sì, è
andata! Oddio... dice che verrà addirittura lui stesso per concludere l'affare
e che contribuirà personalmente alla campagna di promozione! Katie, ci pensi?
Dice che... ecco qua, dice che anche i loro organi competenti sono stati messi
al lavoro e... dice che farà tutto il possibile per soddisfare le nostre
richieste, saluti eccetera."
Monica si girò verso
Katie e restò a guardare la donna che continuava a battere la penna sui forti
denti bianchissimi. Katie McAllister stava pensando. Poi si alzò di scatto.
"Mobilitazione! Tutti in sala riunioni fra dieci minuti esatti. Vi voglio
tutti, intesi? Qualsiasi altro impegno dovrà essere annullato." Passando
accanto a Monica le pose una mano sulla spalla. "Sì, è fatta. Con questo
abbiamo fregato sul tempo anche la Unites States Mines Corporation.
Adesso bisogna pensare a ricevere il cliente che determinerà non solo il futuro
della Interplanetary ma forse il futuro dell'intero pianeta."
Uscì lasciando aperta
la porta.
Per mister Marmaducke
non fu difficile infiltrarsi nella stiva della Cosmic Dream, l'astronave
della Interplanetary Import Export in partenza da Titano per tornare
sulla Terra. Avrebbe potuto partire scopertamente ma era necessario farlo così,
bisognava mantenere l'atmosfera di ansiosa attesa, circondandosi di proibito e
anche, perché no, di un pizzico d'imprevisto. Quell'incontro non permetteva
nulla che rientrasse nella grigia normalità, nella fredda logica.
Arrivò sulla Terra
senza problemi. Le sue facoltà telepatiche lo aiutarono a percepire il luogo e
il momento adatti per abbandonare l'astronave. Sentì quando stava per finire
ciò che sul pianeta chiamavano giorno e attese quella che veniva chiamata
sera.
Quando individuò il
luogo preciso dove la sua adorata lo attendeva, il suo corpo ricominciò a
vibrare e per un attimo dubitò di poter superare quegli ultimi momenti
d'attesa. La stanza era nella penombra, solo la luce sulla macchina da scrivere
era accesa.
"Mi fermo",
aveva detto quella sera Katie McAllister alla bionda Monica, "andrò a
mangiare un boccone giù da Andy."
Le facoltà telepatiche
proteggevano mister Marmaducke molto meglio che se fosse stato provvisto di
organi visivi, lui poteva anticipare chi stava per sbucare da dietro un angolo,
l'apertura improvvisa di una porta...
Arrivò alla stanza
dove la donna lavorava. La porta era socchiusa e la sua presenza ruscellava
fuori dalla fessura. Sentiva anche altre presenze come lei, in altre stanze, ma
per quelle non provava alcun interesse. Penetrò silenzioso, le facoltà
percettive tese al massimo. L'ansia quasi lo soffocava.
Poi, finalmente, la vide.
Era al suo tavolo, illuminata dalla lampada, e quasi si sentì venir meno. Lei
rimase immobile, sopresa per quell'apparizione così imprevista. Mister
Marmaducke si avvicinò. Le sue percezioni lo avvertirono di qualcosa che lo
travolse dall'emozione, la prova tangibile che lei lo stava aspettando, che
sapeva della sua venuta lì, quella sera: la sua veste, quella veste che così
pudicamente aveva menzionato nell'ultimo foglio, non copriva più il suo corpo
ma si trovava già abbandonata sopra il tavolo. Lei taceva, consapevole che
nessuna parola avrebbe potuto arricchire quel momento già perfetto, era il
momento in cui tutto doveva compiersi. Mister Marmaducke ebbe il primo contatto
fisico con le curve inebrianti e fu scosso da un brivido irrefrenabile.
L'abisso era stato colmato, lo spazio immenso era stato vinto, adesso erano
finalmente vicini. La bocca di lei era socchiusa, fra le larghe labbra generose
lui intuiva la chiostra dei denti perfetti. Da quelle labbra erano venute le
parole meravigliose che avevano attraversato lo spazio per raggiungerlo. Il
delirio dei sensi lo sommerse. Fece scorrere l'estremità lungo quel corpo tanto
desiderato, ne seguì i contorni, la fece scendere ancora un po'. Trepida,
l'estremità continuava a insinuarsi, fece scattare la piccola lingua sensibile
e allora tutto precipitò e lei, sopraffatta dal piacere, diede libero sfogo
alla passione con sospiri affannosi e ritmati
Nel silenzio
dell'ufficio di miss Katie McAllister un'antica Olivetti Editor 4 elettrica -
un birignao alla quale la donna non aveva mai voluto rinunciare malgrado i
continui sfottò di colleghi e subalterni - si accendeva e si spegneva ronzando
a intermittenza, seguendo gli scatti della levetta di accensione.
Per mister Marmaducke
furono momenti di follia. Sembrava senza fine l'amore che gli veniva dato, mai
avrebbe pensato a un'amante così generosa.
Poi, appagato ed
esausto e anche un po' perplesso per tanta inesauribile partecipazione, si
abbandonò sul corpo di lei, pochi istanti prima che miss Katie McAllister
rientrasse per finire di battere una sua lettera privata.
Piú di una lettera d'amore, una buona risata fa incominciare bene la giornata... Bel racconto di equivoci tra i mondi...
RispondiEliminaMagnifico ed esilarante racconto. Ecco che succede quando amore e affari si mischiano.
RispondiEliminaDanilo Concas
Molto bello.
RispondiEliminaComplimenti Renato.
Complimenti, l'ho letto con piacere!
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