mercoledì 1 aprile 2015

L’AMORE È CIECO di Renato Pestriniero



Mister Marmaducke spense il traduttore e rimase immobile in silenzio. Ansava per l'emozione. Se avesse avuto gli occhi avrebbe pianto.
Il suo collaboratore intuì la gravità della situazione, si avvicinò al traduttore e applicò i sensori su sé stesso. "Oh!", esclamò due o tre volte, e poi, verso la fine:  "Ooohhh...!", esalò. Quando ripose il traduttore, annuì e disse a mister Marmaducke:  "Penso anch'io che non ci siano più dubbi. Cosa pensi di fare adesso?"
Mister Marmaducke cominciava a dare segni di ripresa. Inghiottì un paio di volte a vuoto. "Devo raggiungerla", dichiarò, "non mi resta altro da fare altrimenti impazzisco". Sventolò il foglio che il traduttore aveva fatto cadere nel vassoio. "Ormai è tutto chiaro, mi vuole, anche lei non ce la fa più come me, capisci? Niente ci potrà tenere divisi!".
Il collaboratore udì mister Marmaducke borbottare parole insensate mentre usciva dalla stanza agitando il foglio, e infine gli pervenne un deciso io la voglio detto con tono reso basso dalla passione. Mai sentito prima quel tono. Ma il collaboratore capiva, chi non avrebbe capito? Mister Marmaducke sarebbe stato il primo ad aprire un capitolo nuovo nella storia dei rapporti sessuali.
Ovviamente Marmaducke non era il suo vero nome. Si trattava solo della traduzione più fedele, praticabile da un essere umano, dei fonemi che componevano il suo nome originale. Perché mister Marmaducke era un abitante di Titano, il più grande e il più misterioso dei satelliti di Saturno, almeno fino a quando il lander della missione Cassini non era atterrato sulla sua superficie.
Grazie a uno di quei trastulli che il caso sceglie per punteggiare la nostra esistenza, i tre avvenimenti che determinarono una svolta nella storia dell'uomo avvennero contemporaneamente. I primi due furono la nascita delle astronavi spinte dai motori Neilson-Berry e la scoperta di vita intelligente su Titano. Le caratteristiche di Titano e dei suoi abitanti sono ormai di dominio pubblico, l'indispensabile Titano, i suoi abitanti e i loro usi e costumi di Chistopher Blumstead ha contribuito a portare nelle nostre case, anche se non fisicamente, i coinquilini del sistema solare.
Il terzo avvenimento derivò dai primi due, e fu lo sviluppo del sistema percettivo-telepatico usato dagli abitanti di Titano non possedendo essi, come noto, organi visivi. Nacque così quell'aggeggio comunemente chiamato traduttore che permise a loro e a noi di comunicare e comprenderci.
Poi avvennero tante altre cose. Per esempio, quando i primi campioni di suolo titaniano furono analizzati, si scoprì l'altissima percentuale di D3TO. E allora entrò in campo l'industria e il business. Quelli della Interplanetary Import Export furono i più spregiudicati; senza scrupoli e senza guardare in faccia nessuno riuscirono per primi a gettare le basi per un contratto commerciale con Titano. Eccetera.
Tornando a mister Marmaducke, il testo che lo aveva sconvolto non era che l'ultimo messaggio in puro stile burocratico-commerciale inviato da Katie McAllister, direttrice della sezione Import della Interplanetary Import Export, opportunamente trasformato dal traduttore in immagini mentali titaniane.
Il messaggio diceva: "Nell'impossibilità di un abboccamento, Le invio in seno alla presente un grafico esplicativo con le curve di consumo dal quale potrà rilevare l'aumento costante della domanda. Sono convinta che, in una joint-venture accuratamente programmata dai nostri rispettivi membri incaricati, la penetrazione del Suo prodotto darà senz'altro risultati fecondi. Da parte mia avrà il massimo della disponibilità e riservatezza, e cercherò di soddisfare ogni Sua esigenza. Conto quindi anche sulla Sua collaborazione per penetrare in profondità nella nostra area. Desidero assicurarLa che tutti gli organi competenti sono già stati sensibilizzati. Nella mia veste di rappresentante della Interplanetary Import Export, e in attesa di un Suo sollecito cenno di intesa,  voglia gradire i sensi della più profonda stima'.
Agendo come catalizzatori nella biologia titaniana, i termini burocratico-commerciali del messaggio avevano messo in moto un meccanismo imprevedibile e incontrollabile.
Ripresosi quasi del tutto, mister Marmaducke chiamò il suo collaboratore che gli rotolò accanto premuroso.
"Mi fa piacere sentirti più rilassato." Disse il collaboratore, e mister Marmaducke colse in quelle parole una non insignificante traccia di invidia.
"Ho aperto una nuova èra", disse mister Marmaducke rivolto al collaboratore che aveva assunto la forma di un cuscino floscio, "tu sarai, dopo di me, uno dei primi a beneficiarne. Ciò che le creature femminili di quel pianeta potranno darci va al di là di ogni immaginazione, avremo un pianeta intero a nostra disposizione, per i più meritevoli naturalmente. E sarò io ad aprire quella strada! Sì, lo sento, è la ricompensa per i nostri affanni, per le nostre... ma ora basta, è tempo di por fine alle sofferenze d'attesa di quella meravigliosa creatura".
Mister Marmaducke riascoltò attraverso i sensori il messaggio di miss Katie McAllister e, come la prima volta, fu preso da estasi. Poi si apprestò a rispondere.
"Mia cara", disse, e il traduttore trasformò in linguaggio terrestre conformando il concetto alle esigenze burocratico-commerciali, "proprio ora ho finito di sentire il tuo ultimo foglio ancora odoroso del tuo seno. Finalmente ho capito tutto ed è meraviglioso, lo spazio non ci può dividere! Ti prometto, mia adorata, che troverò il modo di venire a te per realizzare quell'avventura congiunta a cui aneli. Non ho avuto il coraggio prima d'ora di pensarti così apertamente perché non ero certo dei tuoi sentimenti e non riuscivo a rendermi conto che in due mondi diversi, così lontani tra loro, potesse esistere la stessa passione. Oh, sì, quell'abboccamento ci sarà, e poi ce ne saranno altri e altri ancora, e finalmente potrò assaporare quelle curve deliziose che così urgentemente mi chiedi di esaminare. Tutto il mio essere è teso verso di te e già ti sento... ti sento...".
Il traduttore segnalò un'emergenza. Il collaboratore accorse rotolando vorticosamente. Mister Marmaducke non aveva retto all'emozione e la sua mente aveva cessato di formulare parole, naufragata in un vortice di sensazioni. Un sorso di klen lo riportò alla realtà.
"Dov'è!", gridò mister Marmaducke, "Era qui ed è scomparsa, cosa nei hai fatto!"
"Càlmati", lo interruppe il collaboratore, comprensivo, "la tua immaginazione ti ha preso un po' l'estremità, ma ora va meglio. Un altro po' di klen?"
"Grazie", ansimò mister Marmaducke. Subito dopo aver trangugiato l'intero bicchiere, disse: "Riprendiamo. Devo resistere fino alla fine, per lei, per il suo amore."
"Certamente", condivise il collaboratore allungando la sua struttura per appoggiare il bicchiere vuoto sul tavolo. Regolò il traduttore. "Ecco, puoi riprendere."
Mister Marmaducke si fece ripetere dal traduttore il brano già registrato e d'impeto continuò: "E infine ci sarà la penetrazione! Te lo prometto, mia esotica bellezza, e il risultato sarà senz'altro fecondo, tu stessa ne sei convinta. Oh, non è possibile rinunciare a questa brama, a questa necessità di dare il meglio di te solo a causa della distanza che ci divide, è la distanza stessa ad alimentare la bramosia di unione. Il frutto da sempre promesso si è finalmente rivelato, basta coglierlo ed è tuo, ed è mio, SARÀ NOSTRO! Mi sembra di capire dal tuo foglio che esprimi incertezza sulla capacità di soddisfarmi. Ma come puoi pensare una cosa simile? Non dubitare, mio fiore non ancora colto, i miei organi, come tu confessi anche per i tuoi, sono sensibilizzati oltre misura, i nostri membri non mancheranno di espletare le loro funzioni di unione che tu hai predisposto. Non vedo l'ora di sfilarti la veste a cui accenni e che già immagino mollemente adagiata sulle tue for...m...e...".
Il traduttore ricominciò a segnalare emergenza ma mister Marmaducke, con sforzo ammirevole, si ricompose e completò il messaggio: "Abbi fiducia e aspettami. Mi avrai."

La bionda Monica entrò nell'ufficio di Katie McAllister. "Ecco la cassetta di risposta. Lo credi che sono emozionata? Pensi che abbia accettato? Veramente mi sembra un po' troppo sollecito per una risposta affermativa, io ci avrei pensato un po' di più. Di solito è per respingere che si risponde così presto."
"Monica!", urlò Katie, "Vuoi smetterla di blaterare e infilare quel coso nel traduttore?"
Monica si affrettò alla macchina per infilare la cassetta. Attese ritta davanti al monitor che i concetti di mister Marmaducke si trasformassero in parole comprensibili. Katie McAllister era rimasta al suo posto seduta dietro la scrivania, ben appoggiata allo schienale della poltrona e con un braccio ciondoloni. Batteva leggermente la penna sui forti denti bianchissimi, in attesa.
Il traduttore sussurrava, sul monitor apparivano le solite strisce multicolori che si stabilizzarono nelle prime parole. Monica attese qualche secondo, poi si portò la mano sulla bocca come a soffocare un grido. "E' andata! Sì, sì, è andata! Oddio... dice che verrà addirittura lui stesso per concludere l'affare e che contribuirà personalmente alla campagna di promozione! Katie, ci pensi? Dice che... ecco qua, dice che anche i loro organi competenti sono stati messi al lavoro e... dice che farà tutto il possibile per soddisfare le nostre richieste, saluti eccetera."
Monica si girò verso Katie e restò a guardare la donna che continuava a battere la penna sui forti denti bianchissimi. Katie McAllister stava pensando. Poi si alzò di scatto. "Mobilitazione! Tutti in sala riunioni fra dieci minuti esatti. Vi voglio tutti, intesi? Qualsiasi altro impegno dovrà essere annullato." Passando accanto a Monica le pose una mano sulla spalla. "Sì, è fatta. Con questo abbiamo fregato sul tempo anche la Unites States Mines Corporation. Adesso bisogna pensare a ricevere il cliente che determinerà non solo il futuro della Interplanetary ma forse il futuro dell'intero pianeta."
Uscì lasciando aperta la porta.

Per mister Marmaducke non fu difficile infiltrarsi nella stiva della Cosmic Dream, l'astronave della Interplanetary Import Export in partenza da Titano per tornare sulla Terra. Avrebbe potuto partire scopertamente ma era necessario farlo così, bisognava mantenere l'atmosfera di ansiosa attesa, circondandosi di proibito e anche, perché no, di un pizzico d'imprevisto. Quell'incontro non permetteva nulla che rientrasse nella grigia normalità, nella fredda logica.
Arrivò sulla Terra senza problemi. Le sue facoltà telepatiche lo aiutarono a percepire il luogo e il momento adatti per abbandonare l'astronave. Sentì quando stava per finire ciò che sul pianeta chiamavano giorno e attese quella che veniva chiamata sera.
Quando individuò il luogo preciso dove la sua adorata lo attendeva, il suo corpo ricominciò a vibrare e per un attimo dubitò di poter superare quegli ultimi momenti d'attesa. La stanza era nella penombra, solo la luce sulla macchina da scrivere era accesa.
"Mi fermo", aveva detto quella sera Katie McAllister alla bionda Monica, "andrò a mangiare un boccone giù da Andy."
Le facoltà telepatiche proteggevano mister Marmaducke molto meglio che se fosse stato provvisto di organi visivi, lui poteva anticipare chi stava per sbucare da dietro un angolo, l'apertura improvvisa di una porta...
Arrivò alla stanza dove la donna lavorava. La porta era socchiusa e la sua presenza ruscellava fuori dalla fessura. Sentiva anche altre presenze come lei, in altre stanze, ma per quelle non provava alcun interesse. Penetrò silenzioso, le facoltà percettive tese al massimo. L'ansia quasi lo soffocava.
Poi, finalmente, la vide. Era al suo tavolo, illuminata dalla lampada, e quasi si sentì venir meno. Lei rimase immobile, sopresa per quell'apparizione così imprevista. Mister Marmaducke si avvicinò. Le sue percezioni lo avvertirono di qualcosa che lo travolse dall'emozione, la prova tangibile che lei lo stava aspettando, che sapeva della sua venuta lì, quella sera: la sua veste, quella veste che così pudicamente aveva menzionato nell'ultimo foglio, non copriva più il suo corpo ma si trovava già abbandonata sopra il tavolo. Lei taceva, consapevole che nessuna parola avrebbe potuto arricchire quel momento già perfetto, era il momento in cui tutto doveva compiersi. Mister Marmaducke ebbe il primo contatto fisico con le curve inebrianti e fu scosso da un brivido irrefrenabile. L'abisso era stato colmato, lo spazio immenso era stato vinto, adesso erano finalmente vicini. La bocca di lei era socchiusa, fra le larghe labbra generose lui intuiva la chiostra dei denti perfetti. Da quelle labbra erano venute le parole meravigliose che avevano attraversato lo spazio per raggiungerlo. Il delirio dei sensi lo sommerse. Fece scorrere l'estremità lungo quel corpo tanto desiderato, ne seguì i contorni, la fece scendere ancora un po'. Trepida, l'estremità continuava a insinuarsi, fece scattare la piccola lingua sensibile e allora tutto precipitò e lei, sopraffatta dal piacere, diede libero sfogo alla passione con sospiri affannosi e ritmati
Nel silenzio dell'ufficio di miss Katie McAllister un'antica Olivetti Editor 4 elettrica - un birignao alla quale la donna non aveva mai voluto rinunciare malgrado i continui sfottò di colleghi e subalterni - si accendeva e si spegneva ronzando a intermittenza, seguendo gli scatti della levetta di accensione.
Per mister Marmaducke furono momenti di follia. Sembrava senza fine l'amore che gli veniva dato, mai avrebbe pensato a un'amante così generosa.
Poi, appagato ed esausto e anche un po' perplesso per tanta inesauribile partecipazione, si abbandonò sul corpo di lei, pochi istanti prima che miss Katie McAllister rientrasse per finire di battere una sua lettera privata.

4 commenti:

  1. Piú di una lettera d'amore, una buona risata fa incominciare bene la giornata... Bel racconto di equivoci tra i mondi...

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  2. Magnifico ed esilarante racconto. Ecco che succede quando amore e affari si mischiano.
    Danilo Concas

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  3. Complimenti, l'ho letto con piacere!

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