È una vecchia statua, posta da
qualche secolo o più, nell’androne di casa. Entrando a sinistra della scalinata,
di lato alla porta che immette nel giardino e nei locali a piano terra, c’è la
statua torreggiante su un cubico basamento di pietra dura. Ha altezza di oltre
i due metri. Sembra una sentinella
muta a guardia dell’antico immobile. Rappresenta una copia dell’arringatore. L’originale è conservato
nel museo archeologico di Firenze, risalente al I sec. avanti Cristo. La bronzea statua è di lato alla marmorea
scalinata e rappresenta un uomo maturo vestito con una corta toga della Roma
antica, la toga praetexta. La destra sollevata
e la mano nel gesto di aprirsi nel parlare in pubblico. L’uomo chiede
l’attenzione della folla, di qui il nome di cui è nota: l’arringatore. Il personaggio rappresentato era un etrusco anche se
veste in maniera, ormai romana.
Non me l’aspettavo da una statua, fissa e muta. L’avevo vista sempre come
un oggetto inanimato per l’abbellimento dell’androne. Nel vederla, si avvertiva
un senso di solennità come entrando in una cattedrale del medioevo. Faceva impressione questo sì, ma a parlare
come un essere vivente ce ne passa! E invece, di punto in bianco mi parlò.
Il
mio arringatore fu
commissionato se non erro dal padre di un bisnonno, presumo paterno. Il mio
casato proviene da remoti conti della vecchia dinastia borbonica che nel
medioevo alto furono anche paladini di Carlo Magno. Di certo, gli antenati
pensarono che una statua antica come la copia dell’arringatore avrebbe
incrementato i fregi e gli araldici corredi. Questo di certo pensò chi
commissionò il falso arringatore,
ponendolo all’inizio dell’ampia scalinata. Passate ormai le vecchie glorie col
declino della nobiltà e della monarchia in genere, avendo voluto rinnovare
l’arredamento, pensai bene di disfarmi dell’arringatore.
Una statua troppo imponente ed invadente con quel gesto di saluto strafottente:
la mano destra, sollevata in direzione del portone. Ormai, non c’era nessuno da
salutare, tranne qualche amico di stramacchio
e un parente alla lontana che entrava in casa per qualsivoglia motivo. Molti
s’impressionavano nel vederlo e qualcuno addirittura si segnava, pensando ad
una statua santa. La luce del giorno proveniente dalla finestra ovale al di
sopra dell’arcata del portone, giocava a dargli in faccia e per tutto il corpo
magici riflessi. Di notte, col lucore della luna piena, assomigliava ad un
fantasma di altri tempi, rimasto lì impalato all’inizio dell’ampia scalinata.
Una bronzea statua di oltre i due metri così imponente nell’androne,
intimoriva anche me. Per un motivo pecuniario, o per atavica antipatia, dovevo
disfarmene. L’avrei trasportato in garage, in attesa di una nuova definitiva
ubicazione. Volevo far valutare la bronzea statua da occhi esperti e poi
venderla al mercato di Poggioreale, o presso quello di Porta Portese, a Roma.
Quella volta, entrando
e chiudendomi il portone alle spalle, avevo salutato con reverenza l’arringatore. Avevo avuto un vago senso
di colpa, un senso di vergogna per la
mia coscienza sporca. Stava fermo nel magnanimo saluto, mentre avevo già preso
la decisione di portarlo via da lì. Da ragazzo, lo sbeffeggiavo per la benevola
aria di superiorità con quel braccio
sollevato come accennasse ad un enfatico ammonimento. Gli dicevo:
“Salutami a soreta.”
La statua essendo
tale, taceva con pazienza e reverenza, racchiusa nello stato inferiore del
metallo modellato ad arte. Essendo entrato quella volta in casa, gli ebbi
detto:
“Salve o arringatore.
A giorni, ti trasferirò altrove. Mi dispiace, ma devo farlo…”
Stavo per
sollevare il piede sinistro e salire sul primo gradino che l’arringatore disse. Con suasiva pacatezza
ed autorità vataljò come ad una folla di altri tempi:
“Saluto a tutti quanti, a chi mi vuole bene e a chi mi
vuole male. Dico a te che stai salendo la scalinata per i piani superiori.
Proprio a te, proprietario di questa casa. Avrei taciuto ancora, ma adesso non
è cosa.”
Avendo messo da parte sia la meraviglia che lo spavento,
dissi:
“Salute a te, o arringatore.
Dimmi cosa hai da dirmi di così importante? Fallo subito perché dovrei andare
alla toilette. Cosa ti spinge a parlarmi, uscendo dalla vera identità di statua
muta?”
“La decisione di disfarti di me. Ti dico un fatto perché
capisca l’importanza di certe opere, anche se copie degli originali. L’opera
d’arte comunque è sacra. Poi, io sarei una copia effettuata dal celebre artista napoletano Micco Spataro. Al museo di
Capodimonte, ci sono ancora alcune sculture del sommo maestro.”
“Micco Spataro, un artista dell’Ottocento napoletano.
Allora, vali. Allora, ti posso vendere al mercato dell’antiquariato di Porta
Portese, dove c’è maggiore richiesta.”
“Ma non scherziamo. Sarebbe un atto grave e degno di equanime
vendetta.”
“Perché che mi faresti? Sei comunque una statua amorfa.
Per giunta imitazione di un’altra, molto più degna di ammirazione e di
rispetto, oltre che d’inestimabile valore.”
“Sono una statua che può portare male o bene, a seconda
delle circostanze. Potrei farti morire all’istante, adesso per esempio.”
“Calma. Ragioniamo. Non è che mi fai paura. Però, non la
mettiamo su certi livelli e ragioniamo con ponderazione. Io ho bisogno di soldi
e se è vero che vali molto, allora è bene che ti venda al miglior offerente.
Tanto a te che te ne fotte. O qui in questa casa o altrove, sempre statua sei.”
“Tu non capisci. Io sto qua, da quasi due secoli. Fui
concepita per starmene qui. Un tuo bisnonno di cui non hai ricordo alcuno
perché deceduto una quarantina di anni prima che tu nascessi, aveva ordinato al
fabbro-ferraio del paese un certo Masto Giacomo di San Vito, di saldarmi su
questo piedistallo di pietra dura con dei fermagli in ferro, non visibili
dall’esterno. Il tuo saggio antenato aveva stabilito che restassi per sempre
qui, seguendo i destini dello stabile. Io qui sono inamovibile per atavico
volere.”
“Posso ordinare di schiodarti di sana pianta dal
piedistallo e mandarti via quando voglio. Adesso, comando io qui.”
“Il mio destino è
legato a questo stabile. Essendo una entità che ragiona come la persona che
rappresento, cioè un oratore, cerchiamo un compromesso. Io ti faccio vincere al
lotto la somma equivalente che otterresti se mi vendessi all’asta. Va bene?”
“Cosa chiedi in cambio?”
“Di lasciarmi dove sto.”
“Affare fatto. E quando vincerei questa somma al lotto?”
“A fine settimana. Giocati questi tre numeri sulla ruota
di Napoli e statti bene. I numeri sono, prendi nota: 5, 77, 88. Ti devi giocare
in tutto dieci euro e non fare il furbo. Se giochi di più, non vinci niente e
se mi vendi, ti coglierà la mia maledizione.”
“Domani in mattinata, mi giocherò i dieci euro. Va bene?
Però sarebbe meglio una quaterna, o cinquina secca.”
“O terno secco, o niente.”
“Va bene. Continua. Che vuoi ancora?”
“Ascolta questa storia e poi vai al cesso a fare i tuoi
bisogni.”
“Io ascolto. Però, dopo devi mantenere la promessa. Terno
secco su Napoli.”
“Questa è la storia strana che devo raccontarti. Una
storia da tenere un poco a monito per i tuoi futuri giorni.”
“Dimmi.”
“O tu che mi stai davanti e in vereconda posa
ascolti le alate mie parole, poni orecchie a questo fatto strano che sembra fantasia, ma non lo è. Dopo aver ascoltato in
ascetico silenzio, vai pure al cesso ad urinare in santa pace. Questo è il
fatto.”
“Parla. Non mi muovo dal tuo cospetto. Sto ai tuoi
ordini.”
“Una volta tanto.”
“Allora?”
“Comincio la narrazione?”
“Vai avanti, non dilungarti perché all’in piedi mi stanco
pure. Allora?”
“Devi sapere che
nell’estreme lande dell’universo su un pianeta ameno, ci fu il longevo popolo
delle Aeree Divine Entità (A.D.E.) che visse in pace ed in prosperità. C’erano
come qua però alcuni predicatori invasati, fanatici e inascoltati. Vati che
pupullarono nella crisi generale, in vista dell’incombente cataclisma dove infine
la Morte avrebbe
trionfato. Ma non anticipiamo i fatti che portarono all’infausta fine.”
“Parla.”
“Ecco qui tre
esempi dei vati inascoltati. Ecco cosa disse il primo predicatore inascoltato
del mondo di ADE: O gente mia perbene, ascoltate la predicazione di chi
indica la vera vita eterna. Che senso ha vivere mille anni o dieci di fronte
alle migliaia, milioni e miliardi di anni che ci hanno preceduto e ci
succederanno? Che senso ha la nostra comunque breve
vita rispetto all’eternità? E’ necessario prima morire. E’ necessario che il
proprio corpo si decomponga nella polvere ingloriosa. Solo dopo la morte
corporale, l’anima accederà all’eterna felicità, dove tutto è bellezza e riso e
gioia...Sentitemi bene: Tutto converge nell’armonia dell’Essere. AMEN.
Chi ascoltava gli rispondeva: fottiti.”
“Non aveva torto.”
“Secondo
predicatore inascoltato del modo di ADE: Popolo di ADE, io grido ai quattro
venti: la vita eterna non può essere corporea, ma libera di materiali affetti. Chi
si lega alla grettezza, all’egoismo, al potere ed alla ricchezza, mai si
salverà e non parteciperà all’eterna perfezione dell’Essere che ci sovrasta.
AMEN.
Chi ascoltava diceva con indifferenza lo stesso:
fottiti.”
“Giusto.”
“Terzo predicatore
inascoltato del mondo di ADE: O gente distratta dalla volontà di esistere
per sempre, sentitemi bene: l’enigma si scioglie nella grande sera. Accettate
la fine della vita e non arrovellatevi a prolungarla artificiosamente. Non
perdetevi nelle illusioni della scienza e della tecnica. La vera esistenza non
è questa, dove tutto è transeunte ed ogni cosa soggiace al mutante tempo. Nulla
può la scienza contro l’incedere del tempo. L’esistenza eterna oltrepassa le
barriere materiali di questo mondo ed apre infiniti spazi dove la luce è viva e
ci dona l’eterna perfezione. Oltre inconcepibili barriere, c’è il vero mondo
che per omonimia fa ADE. Lì tutto è tenebra.
Noi siamo dentro e fuori l’esistenza. Siamo dentro la vita e dentro la Morte. Siamo immersi nella luce
del giorno e dentro il mondo infero che è profondo, chiuso e buio.
Tutto converge
nella sacralità divina. AMEN.”
“Dopo queste
prediche, cosa accadde d’interessante?”
“Cose
portentose.”
“Guarda, o arringatore, di questi tre
predicatori non me ne fotte un cazzo, ma vai avanti e fammi vincere al lotto
come abbiamo pattuito, se no ti distruggo, seduta stante.”
“Continuo?”
“Sì.”
“Molti di
passaggio nei pressi degl’inascoltati predicatori, facevano scongiuri e
pernacchie. Molti erano scocciati e molti irritati. Qualcuno come eccezione che
conferma la regola, distrattamente li ascoltava.”
“E’ normale che uno si scoccia. Anch’io in chiesa,
se la predica dura troppo.”
“Invece, nel Grande Osservatorio Centrale (G.O.C.)
una voce amplificata, trionfante annunciò al popolo: Ascoltate, gente, c’è una
nuova specie intelligente nell’universo.”
Lo osservavo,
cercando di capire dove finisse in lui la bronzea materia e dove cominciasse
l’uomo dell’antichità che rappresentava. Alla fine dissi: “E allora?”
“Per la precisione, questa trionfante voce era di
E/4, dove E sta per Entità ed il numero 4 indica l’appartenenza al quarto
osservatorio planetario. Chiese tosto il Direttore del GOC: Si può far evolvere
questa nuova specie intelligente, così da ottenere presto l’avvento di una
grande quantità di geni nel campo artistico?”
E/4: Dice sì il
mega computer explorer.”
Incuriosito, dissi: “ Facevano indagini interplanetarie
perché cercavano pittori?”
“Pittori, scultori, fotografi di pregio…artisti delle arti
figurative in genere.”
Facendo finta di capire, dissi: “Capisco.”
“Dunque, eravamo
rimasti a ciò che il Direttore diceva. Infatti, disse ad E/4:
“Domani all’alba, riunirò la Commissione dei Quasi
Eterni (CO.QU.E.) per comunicare la scoperta e valutare le possibilità di
evoluzione di questa nuova specie intelligente.”
“E allora?”
E/4 fu
soddisfatta. Era la prima scoperta rilevante dopo tanto tempo. Una scoperta di
portata straordinaria che gli avrebbe di certo fruttato la propria promozione
ai vertici della società scientifica. La sensazionale scoperta riguardava il
pianeta Terra, il terzo dei corpi celesti a ruotare intorno all’astro centrale,
il Sole. Per l’abbondanza di acqua, il pianeta apparve sul monitor di colore
azzurro. Una specie di ominide lo abitava. Un ominide intelligente e sensibile
che evolvendosi, avrebbe potuto sviluppare artistiche doti di eccellente qualità.
Di questo, tutti gli ADE osservatori furono certi. L’ominide terrestre derivava
dagli scimpanzè arboricoli della foresta pluviale primaria era onnivoro e
prediligeva la stazione eretta.”
“Come lo sono anch’io: uomo, onnivoro e quindi eretto, ma
non retto, ahimè.”
“La Commissione dei Quasi Eterni aveva il compito di
promuovere l’evoluzione di specie intelligenti su pianeti compatibili.
Prerogativa indispensabile per la sopravvivenza delle Aeree Divine Entità
(A.D.E) era che potessero restare a lungo in vita, solo se di tanto in tanto
osservavano, nutrendosene, opere artistiche di alto valore. Ciò evitava la
graduale, inevitabile degenerazione intellettiva, prolungando quasi all’infinito
l’esistenza corporea. Per la precisione, è bene specificare che gli A.D.E non mangiavano
un’opera d’arte.”
Stringendomi ogni
tanto le pudende con una mano a causa dell’impellenza ad urinare, dissi:
“Questo fatto non
mi è chiaro. Le opere d’arte facevano vivere a lungo questo strano popolo di
nome ADE, abitante di una sfera planetaria più o meno come la Terra.”
“Ti spiego meglio
o tu che ascolti muto e ti storci tutto per l’urina trattenuta. La cosa
funzionava in questo modo. Gli A.D.E. osservavano un’opera d’insuperabile
valore. Attraverso gli occhi, l’immagine era veicolata al centro del cervello,
dove speciali neuroni la scomponevano, elaborando biochimiche sostanze,
riversate nel torrente circolatorio. Tali sostanze – dette Sostanze Arte Dipendenti
o S. A. D.- interagivano con recettori di specifica struttura, distribuendosi
all’interno delle cellule che si proteggevano in questo modo dall’usura.
Sebbene l’azione eterea delle S.A.D. avesse effetto prolungato, col tempo
scompariva dal sangue circolante. Per questo, gli A.D.E. erano alla continua
ricerca di opere d’arte d’elevato valore da cui attingere energia novella e
vita prolungata. Gli scienziati degli A.D.E. sostenevano che le S. A. D.
elaborate dalla mente con legami covalenti, erano strutturalmente uniche e non
riproducibili. Secondo alcuni l’effluvio, la luce, la vita viva della Verità,
la forza creativa che un’opera artistica emana, raggiungevano tutti insieme la
mente attraverso gli occhi, inducendo l’elaborazione delle inimitabili molecole
anti deterioramento corporale. Molecole anti-età, davvero efficaci e non come
quelle reclamizzate al presente sulla Terra.
Potevano essere
quadri dipinti ad olio, ad acquerello o a tempera, oppure statue come me, o
sinfonie eteree, o tutte e quattro queste cose assieme. Inoltre, le pitture
avrebbero potuto essere eseguite anche con tecniche miste, ma l’importante era
che fossero d’insuperabile valore al fine d’indurre nei loro cervelli che
tramite gli occhi la realtà osservano, le preziosissime molecole, dette S.A.D.,
come sopra riferito. A sostegno delle scientifiche ricerche, qualcuno teorizzò
che i più grandi doni della Natura fossero quattro: la salute, una vita lunga a
dismisura, un’intelligenza superiore e la bellezza del proprio corpo, sempre in
gioventù. Chi avesse posseduto questi quattro doni avrebbe raggiunto facilmente
anche la ricchezza, l’agio e la felicità. Sui quattro doni della Natura,
campeggiava l’Arte, come un eterno sole che vivifica e fortifica.”
“Hai finito? Posso andare al cesso?”
“No. Ti devi trattenere, se no l’accordo va a farsi
fottere.”
“Va bene. Dimmi. Io ascolto.”
“Ti spiego cosa sarebbero queste S.A.D. Penso che te lo
sarai chiesto.”
“Tre pensieri e quello quattro. Ma racconta, se no mi
piscio addosso.”
“Le S.A.D. (Sostanze
– Arte – Dipendenti) sarebbero come l’acqua di un ruscello limpido e
immacolato che nasce dal cervello e infiltratosi nel suolo nel restante organismo,
provvederebbe alla traslazione di energia novella, supporto non eludibile per
la corretta longevità. Qui sulla Terra, Eraclito lo aveva intuito quando si
mise a scrivere:
Per le anime è morte diventare acqua;
e per l’acqua è morte diventare terra.
Dalla terra sorge l’acqua e dall’acqua l’anima.”
“Capisco ciò che dici. Si tratta dell’eterna metamorfosi e
rinnovamento dell’anima, attraverso l’acqua. E’ una cosa risaputa, ripresa
anche da Freud. I liquidi ancestrali…quelli dell’amnios prima della nascita…i
liquidi che uno sogna e che nel sogno rinnoverebbero l’anima del sognatore.”
L’arringatore sgranò gli occhi, o così mi parve, visto che
avevo capito il suo pensiero. Disse dunque:
“Uno di questi A.D.E. lo aveva ammesso: L’Arte ci penetra con le sue voci interiori
e le armonie silenti. Abbiamo la sensazione di una beatitudine che addolcisce e
ringiovanisce. E’ forza soprannaturale che rinnova le membra,
infonde energia, contro il dilagare del fluttuante Tempo. Per questo, l’Arte
rinvia la Morte
sine die.”
“Importante…”
“L’Arte era luce
inaccessibile, in essa albergava l’eternità a pieno titolo. I suoi frutti erano
dunque gocce di questa eternità che solo gli A.D.E. data la superiore civiltà,
avrebbe potuto cogliere pienamente. Però, un’opera d’arte osservata a lungo, a
lungo andare avrebbe perso l’efficacia rinverdente. Come lo stesso cibo che in
primo acchito può fare bene, ma a dosi giornaliere comporta scompensi
vitaminici, minerali ed alimentari in genere. In altre parole, dopo circa un
secolo, l’opera d’arte andava sostituita con una nuova. Nei giganteschi musei
degli A.D.E., c’erano scomparti di centinaia di metri, alcuni con opere d’arte
nuove ed efficaci, altri di serie B con opere desuete che stavano perdendo
effetto, mentre specie di scantinati bui contenevano nei sotterranei, opere
ormai prive d’efficacia ed ivi accantonate, solo per la catalogazione d’epoca.”
L’arringatore
sembrava un voro oratore. Continuò a spiegarmi:
“Artistiche
creazioni, procurate nella spasmodica ricerca di giovinezza eterna, dopo un po’
si deterioravano nell’essenza e se ristrutturate nei minimi particolari,
perdevano lo stesso l’effetto iniziale. Da qui, la necessità di munirsi dopo un
certo arco di tempo di opere d’arte nuove. Quanto più erano fresche, singolari
e di artistico valore, tanto più benefici effluvi di ringiovanimento donavano.”
Contenendomi dal
pisciare, dissi: “Ciò mi sembra strano. Qui sulla Terra, l’arte sovrabbonda. I
mercatini dell’usato ne sono pieni.”
“Il fatto è questo.
Gli A.D.E. per quanto intelligenti e avanti nella tecnica, non furono mai in
grado di produrre vera Arte. I loro artisti
si cimentavano a dipingere un quadro, o a creare una scultura o altro, però alcun
benefico effetto queste opere conferivano nel prolungare l’esistenza corporale.
Secondo gli A.D.E., solo esseri intelligenti e davvero coscienti della Morte
dopo una vita relativamente breve,
potevano generare opere artistiche, salvifiche finestre di vera, corporale eternità.”
“Dicono, o arringatore, che l’Arte si avvicini alla
schizofrenia. Ciò che distingue davvero l’Uomo dagli animali è la schizofrenia.
I grandi artisti erano tutti schizofrenici bipolari, più o meno. Si parla di
cultura collegata ad una condizione schizoide.”
“Agli ADE, questo non importava. Importava entrare
in sintonia con una vera opera d’arte, scultura, pittura, fotomontaggio e
similari.”
“C’è da
specificare un’altra cosa, o tu che ascolti me in vereconda attesa, davanti a
questa scala. Non tutti gli esseri intelligenti di un dato pianeta producono
opere di celestiale bellezza, perfezione
ed armonia. Solo pochi, i cosiddetti geni, immortali nella loro arte, producono
capolavori eterni. Le specie intelligenti poi sono molto rare, così come i
pianeti compatibili con la vita.”
“Ho capito. Ma chi me l’ha fatto fare di scolarmi al bar
tutta quella birra che adesso mi riempie la vescica!”
“C’è da
aggiungere un’altra cosa.”
“Lo sai? Una lunga
pisciata è una delle cose più belle della vita. Ti senti risollevato. Quante
belle pisciate mi faccio. Le più belle, quando bevo birra.”
“Un cataclisma
improvviso come meteora che precipita, può distruggere in poco tempo gran parte
della vita di un pianeta, bloccando o rallentando l’evoluzione delle specie.
Erano tutti eventi temuti dagli A.D.E.”
“Importante!”
“E
prima di andare oltre, c’è da specificare questa cosa. Una volta, gli A.D.E.
vivevano molto meno a lungo. Erano come comuni mortali, dalla vita media di
poche decine di anni. Poi vennero i progressi in biologia, l’ingegneria
genetica e la scoperta dei geni soppressori, dei geni della morte cellulare
programmata e dei geni regolatori. In virtù di ciò, gli A.D.E. allungarono la
durata dell’esistenza di alcuni secoli, né pochi e manco tanti, ma alla fine
bisognava pur morire e questo pensiero li terrorizzava. Finirono col
considerare la Morte
corporale il principale nemico da combattere con ogni mezzo. La Morte divenne una vera
ossessione. Finire nel Nulla eterno fu incomprensibile. Avevano vinto altri
pericoli: non si facevano più guerre tra loro e avevano messo sotto rigido
controllo l’incremento demografico con un livello di crescita uguale a zero.
Anche l’effetto serra a causa dell’inquinamento atmosferico era stato abbattuto,
grazie ai motori all’idrogeno che davano come scarto di combustione solo acqua.
Gli A.D.E. erano tutti ricchi e felici, questo è innegabile.”
“Beati loro e non disperati come me, unico rampollo di un
nobile casato, in decadenza ed in completa estinzione, visto che non ho figli.”
“Robot – servitori
accudivano le principali faccende delle loro ville ed erano robot del tutto
simili ad esseri viventi con corpo, testa e compagnia bella. Solo che erano
robot esecutori e non individui pensanti. Se uno li vedeva camminar per strada,
mica distingueva l’ADE naturale dall’artificiale. Hai capito?”
“Beati loro!”
“Frange estreme di
fanatici si discostavano dal vivere comune, criticando la stessa civiltà e
invogliando l’accettazione della morte corporale, senza la minima esitazione.
Era una frange ignorata dalla maggioranza e tollerata democraticamente.”
“Hai finito?”
“Dopo queste premesse, adesso entriamo nel vivo del
racconto perché riguarda direttamente il nostro pianeta e la nostra civiltà.”
“Io mi siedo su questo primo gradino. Tu parla. Permetti
se mi siedo?”
“Fa pure, sei a casa tua…”
“La scoperta di E/4 indusse l’apposita Commissione dei Quasi Eterni (Co.Qu.E.)
a valutare la possibilità di favorire o meno l’evoluzione della nuova specie
intelligente sulla Terra. La CO.QU.E. operò seguendo parametri pre-definiti che
determinavano a priori se una specie evolvendosi, avrebbe prodotto opere d’arte
d’inestimabile valore. I parametri pre-definiti furono i seguenti. Uno. Rapporto
cervello/massa corporea uguale a 1,5. Per esempio i delfini e l’elefante hanno
massa cerebrale superiore a quella
umana, ma il rapporto massa cerebrale/massa
corporea è inferiore al nostro. Due. Cervelletto voluminoso con elevata densità
neuronale. Tre. Elevata complessità cerebrale.
Quattro. I due arti superiori molto mobili con mani munite di numerose dita.
Inoltre c’era bisogno di mantenere una stazione eretta, oltre alla possibilità
di un eloquio complesso. Infine, l’immancabile auto coscienza e la
consequenziale paura della morte.
Nel processo evolutivo, la specie intelligente,
acquisendo questi aspetti anatomici e fisiologici, avrebbe prodotto opere
d’inestimabile valore, come un albero che si fortifica e cresce, fino a donare
frutti salutari.
La CO.QU.E.
esaminò i dati e vide che la nuova specie arboricola del pianeta Terra si stava
sviluppando in una ristretta zona equatoriale, dove abbondavano l’acqua, le
piogge torrenziali ed il cibo vegetale. La nuova specie arboricola aveva anche
una buona capacità cranica, di circa 400 cc, appena superiore a quella degli scimpanzé.
Evolvendosi, questa nuova specie avrebbe sviluppato un cervello di 1300 cc, con
elevata complessità.
La CO.QU.E.
sapeva di un pericolo capitale, l’altra faccia della medaglia. La Co.Qu.E.
auspicava e temeva la genialità umana.”
In che senso?”
“Nell’evoluzione della specie umana, sarebbero di tanto in
tanto nati geni della scienza e della matematica che avrebbero conferito ad
alcuni popoli della Terra grande potenza, pericolosa per la stirpe degli A.D.E.
C’era la probabilità che i terrestri potessero un giorno scoprire la reale
presenza degli A.D.E e combatterli. Questo sarebbe potuto accadere con ogni
civiltà, sviluppata sui più remoti pianeti. Ecco perché le planetarie civiltà
dovevano essere spiate nella loro evoluzione, selezionate e sfruttate per la
loro Arte ed al momento critico, eliminate.”
“O arringatore,
una volta sui venti anni, facemmo a gara a chi avesse la più lunga pisciata. Ci
eravamo ingozzati di birra, dopo le partite a tressette. Era quasi mezzanotte e
la strada dal paese deserta. Ci mettemmo in fila a pisciare contro gli
alberelli di oleandro, sui marciapiedi. Vinse un mio diretto concorrente la cui
pisciata inondò il cerchio di terra in cui era stato piantato l’alberello, che
per inciso, il giorno dopo seccò.”
“Scusami, ma non
m’interrompere, se no addio al terno secco.”
“Continua pure,
ma io mi piscio sotto.”
“E vai pure al
cesso.”
Di corsa, scesi per
le scale di lato al ballatoio dell’entrata. Quelle scale una volta portavano
alle stalle dov’erano rinchiusi i cavalli ed i muli per la campagna. Adesso,
c’erano altri locali pavimentati tra cui uno dei tre cessi di cui l’edificio è
fornito. Urinato a piacere con un sospiro di sollievo, tornai dalla mia statua
parlante che queste cose disse:
“La CO.QU.E.
riunitasi in pompa magna, esaminò i dati pervenuti dalla Terra che testualmente
riportavano quanto segue. Uno. C’era la reale possibilità di evoluzione degli
ominidi arboricoli, abitatori della foresta pluviale primaria. Si tratta di un
evento con elevate probabilità. Due. Il periodo evolutivo che abbracciava l’arco di tempo tra ominidi arboricoli,
Homo sapiens fino ad Homo sapiens sapiens era esattamente (anno meno, anno più)
di sette milioni di anni. Durante tale arco di tempo, ci sarebbero state ben
sei specie di ominidi, qui elencate. Uno. Ominidi arboricoli abitanti le parti
inferiori degli alberi della foresta pluviale primaria; le parti superiori degli
stessi alberi sarebbero state frequentate da gruppi di scimpanzè più numerosi e
forti. Spesso gli ominidi arboricoli erano costretti a scendere ed a camminare
a terra affrontando gravi pericoli. Seguirebbero gli Australopithecus afarensis
con capacità cranica di circa 401 centimetri cubici. A questi, si
succederebbero gli Australopithecus africanus con cavità cranica media di 442 centimetri
cubici. Subentrerebbero quindi sulla scena evolutiva gli Homo habilis: con
capacità cranica di circa 644.
A questo stadio evolutivo, la specie umana potrebbe già
cominciare a produrre oggetti lavorati, sia pure rudimentali come utensili ed
armi da taglio con schegge di pietra. Gli ADE capirono che se Homo habilis fosse
stato davvero in grado di lavorare le pietre e le ossa di animali uccisi, avrebbe
avuto ottime possibilità che i discendenti, continuando ad evolversi, un giorno
avrebbe prodotto opere d’arte di grande valore. Infine, ecco gli Homo sapiens
(neanderthalis) con capacità cranica di 1487 centimetri
cubici e quindi Homo sapiens ed Homo sapiens sapiens con capacità cranica di
1230 cc, leggermente inferiore al precedente Homo Neanderthalis. Ciò non stupì
la CO.QU.E. che osservava con attenzione i dati sui monitor. La minore capacità
cranica di Homo sapiens sapiens, rispetto ad Homo neandethalianus era indice di
una migliore organizzazione cerebrale
e di una maggiore efficienza intellettiva. Homo sapiens sapiens avrebbe
prodotto opere d’arte di grande valore, frutto di profonde intuizioni. A
partire del Neolitico, la specie Homo avrebbe prodotto già manufatti con un
apprezzabile valore nel campo artistico ed avrebbe cominciato a dipingere le
pareti di alcune caverne, abitate in particolare nei periodi delle grandi
piogge e nelle gelate.”
“Tutto qui? Posso andare di nuovo al cesso, adesso?”
“Di nuovo?”
“E’ per via dell’anti ipertensivo. Il medico mi ha
prescritto anche un diuretico da prendere a giorni alterni.”
“Prego, fa pure. Scaricati pure e poi torna qua. Sto a
metà storia. Intesi?”
Replay per il cesso dove urinai in abbondanza e ritorno in
sede, davanti al bronzeo arringatore.
“Sentiamo come va a finire. Tu permetti che mi chiuda la
brachetta…me n’ero dimenticato per la fretta. Fa anche rima baciata:
brachetta-fretta. Dicono che porti bene.”
“Sì, ma ora ascolta. E’ importante.”
“Fa presto!”
“La CO.QU.E.
discusse i dati elaborati dal super computer ed analizzò gli stadi evolutivi
del genere Homo sapiens. Ci sarebbe stata la necessità di seguire gli eventi
storici di Homo sapiens e di Homo sapiens sapiens. Sicuramente, ci sarebbero
state guerre tra i popoli, le nazioni e le diverse civiltà con il pericolo che avrebbero
prevalso popoli poco dediti all’arte. Ci sarebbe stato il bisogno di pilotare
alcune grandi battaglie, evitando in particolare una conflagrazione nucleare su
vasta scala, una volta che l’umanità sulla Terra si fosse impadronita della
bomba atomica.”
“Mi sembra
logico. E quindi?”
“Raggiunto il
punto critico cioè il limite insuperabile della civiltà umana, gli ADE
avrebbero spedito gli Angeli della Morte a distruggere la stirpe umana,
sterilizzando la Terra,
ma lasciando intatti animali e piante. Solo due individui eletti, uno maschio
ed uno femmina, in salute e giovani, con elevato quoziente intellettivo,
sarebbero stati messi in salvo. Questi due individui si sarebbero chiamati
Adamo ed Eva ed avrebbero dato inizio ad una nuova stirpe umana: la
stirpe-umana-due.”
“Sì, ma non capisco….siamo già in piena era atomica e di
Adamo ed Eva sono stramorti.”
“Per favore, lasciami spiegare. Calma, calma e sangue
freddo.”
“Fa con comodo, scusa pure…”
“La CO.QU.E. dichiarò terminati i lavori. Prima che la
folla uscisse fuori dal palazzo imperiale, disperdendosi per i lucidi, ampi e
marmorei gradini in direzione del corso principale, questa solenne vocazione di
rito fu sollevata al cielo: O Arte eccelsa, vento sublime che ci rassereni e
ci fai vivere nei secoli, allontana da noi per sempre l’odiata Morte. Abbiamo
eseguito trapianti d’organi da animali e da individui decerebrati appena nati, ma solo tu o Arte eccelsa,
preservi l’incontaminata mente e ci protrai l’esistenza, oltre ogni stringente
limite. Solo tu o Arte eccelsa, sorreggi le nostre menti e ci rinnovi il corpo
che trae novella forza per respingere la Morte corporale. Tu e solo tu induci in noi la produzione delle
preziose molecole S.A.D. che distribuite dal sangue in tutto l’organismo ci
danno energia vitale e ci rinnovano l’esistenza. Arte, armonia sottile, eterna,
luce e vita che ci disseti e ci proteggi. Arte, sottile melodia eterna che
entri in noi e ci consoli. Arte, bellezza pura, eterna che tocchi ciò che ci è
più profondo e ci preservi dalla corruzione corporale, dall’usura del Tempo e
dal decadimento cerebrale. Arte, la
tua potenza preservi noi dal devastante turbine del Nulla.”
“Importante…”
“Passarono gli anni, anzi è dir poco anni, passarono
invece i secoli ed i millenni. Dall’alto del loro mondo, gli ADE osservavano
l’evolversi delle specie sul pianeta Terra, in particolare di Homo. Nel
frattempo per sopravvivere, si nutrivano di sottoprodotti artistici,
provenienti da altri pianeti di cui è costellato l’universo intero. Ogni tanto
a dire il vero, un ADE moriva per denutrizione
artistica prontamente rimpiazzato da un neonato, in modo da evitare
l’estinzione della specie. Le opere d’arte di cui gli A.D.E dovettero
“nutrirsi” permisero una sopravvivenza di pochi secoli, veramente un tempo breve, essi che volevano solo vivere ed eternamente
vivere. Comunque, la loro esistenza non era eterna e anche se molto lunga e
prolungabile col sentore dell’Arte pura, era comunque soggetta alla biologia
del corpo ed alla fine non c’era niente da fare e si sarebbe estinta.
Spettacolo orribile, quando un A.D.E.
sentiva la propria morte appropinquarsi. Non c’era medico che lo salvasse, o
opera creativa, pronta a contrastare l’eterna fine. Tutto si annullava,
condannando l’individuo alla Morte eterna! Egli levava grida disperate. Aiuto
di qua e aiuto di là. Gli strilli duravano in media tre o quattro giorni,
mettendo tutti in fuga. Una volta morto, l’A.D.E era imbalsamato e conservato
in eterno in un mausoleo, adibito allo scopo. Punto e basta. Pace all’anima
sua. Da buon cristiano, potrai obiettare che forse un’anima quell’ADE non
l’aveva. Questo pure è vero, ma non lo si può assolutamente dire.”
“Infatti, lo pensavo…non si sa mai con lo spirito divino.”
“Ma andiamo avanti
e non interrompere ché perdo il filo ed il fiato.”
“Scusate, scusate tanto, fate come se non ci fossi…”
“Da qualche tempo dunque, gli A.D.E si aspettavano che in un remoto pianeta, almeno uno in tanti che ce ne sono, si creassero capolavori eccelsi grazie ai quali, essi potevano vivere oltre i dieci secoli. Per questo, presero ad osservare con entusiasmo i graffiti degli uomini neolitici sulla Terra.”
“Da qualche tempo dunque, gli A.D.E si aspettavano che in un remoto pianeta, almeno uno in tanti che ce ne sono, si creassero capolavori eccelsi grazie ai quali, essi potevano vivere oltre i dieci secoli. Per questo, presero ad osservare con entusiasmo i graffiti degli uomini neolitici sulla Terra.”
“Importante.”
“Arrivarono le prime grandi civiltà: gli Assiri, i
Babilonesi, gli Ittiti, gli Egizi ed i Fenici, per non parlare di altri popoli
nella Cina, o nelle Americhe. Gli A.D.E ammiravano estasiati la produzione
delle piramidi, dei geroglifici, delle pitture murali e delle sontuose statue
nei templi e nelle regge. Si complimentarono l’un l’altro.”
“Presumo che tramite l’arte umana del Neolitico, gli A.D.E.
fossero ormai certi di poter risolvere gli assillanti problemi di sopravvivenza
corporale.”
“Infatti…”
“E allora che fecero?”
“Prontamente, azionarono il grande convertitore di materia
e trasferirono le riproduzioni delle prime opere d’arte terrestri nei loro musei
nazionali. Cioè intendiamoci bene. Le opere d’arte rimasero sulla Terra in
appositi musei, o in abitazioni private, o ad abbellire piazze, vie, o le
pareti delle grotte del Neolitico. Però, gli A.D.E. col loro convertitore di
materia, detto il Grande Convertitore di Materia Artistica (G.C.M.A.)
riproducevano un’opera d’arte terrestre, alla perfezione ed all’istante. Tra
l’originale sulla Terra ed il duplicato nel mondo etereo degli A.D.E. non c’era
differenza alcuna. Era come se l’artista a sua insaputa, avesse riprodotto in
contemporanea due opere. Una rimaneva visibile sulla Terra ed una grazie all’entangment ed il G.C.M.A., trasferita a
insaputa dell’autore nel mondo degli A.D.E., pronta ad agire sul prolungamento della
vita. Hai capito? Hai inquadrato bene il fatto?”
“Sì. Gli A.D.E. utilizzavano l’Arte terrestre per
prolungare di secoli l’esistenza, rinviando così l’inevitabile attimo della
propria morte.”
“Più o meno.”
“Cioè, essi non potevano abolire la propria Morte, ma
rinviarla, questo sì, per secoli grazie all’Arte pura. Però, è tutto difficile
di comprensorio.”
“Non mi sembri
convinto. Ti spiego. Il fenomeno è conosciuto come entanglement e permette di trasferire all’istante le proprietà di
particelle elementari, collegate a distanza tra loro. Gli A.D.E., molto più
avanti di noi, avevano perfezionato al massimo questa proprietà della materia e
la utilizzavano tramite la speciale macchina G.C.M.A.”
“Ho capito. Vai avanti che mi piscio di nuovo addosso.
Forse, comincio ad essere incontinente. La vecchiaia si avvicina, caro mio. La
prostata…le pillole contro l’ipertensione…i diuretici, altro che Arte ed eterna
giovinezza.”
“Voi umani non siete gli ADE.”
“Questo è vero ed è forse meglio, ma va avanti.”
“L’osservazione da
parte degli A.D.E. delle prime opere di Homo sapiens ebbe un che di grandioso e
di misterioso. Gli A.D.E. fecero la fila nei musei per ammirare le creazioni,
provenienti dalla Terra. Ammirandole, il loro cervello super-sensibile ai
frutti dello spirito universale, fabbricava
S.A.D. in grande quantità. La vita si allungò a dismisura, tanto che alcuni
pensavano di non morire più. I loro musei diventarono veri santuari. Qualcuno
si metteva a gridare per l’entusiasmo: signori, non si muore più. L’Arte
terrena ci renderà eterni. Qualcun altro gli ricordava che si poteva solo
rinviare la propria fine, che anche se dopo secoli, era ineluttabile. Amen.”
“Bisogna sempre morire.”
“Quando pervennero
le prime opere arcaiche appunto della Magna Grecia, la gioia diventò tripudio.
Tutti gli ADE tranne i predicatori inascoltati, osservavano quei capolavori
grandiosi ed unici nella loro perfezione. Il grande convertitore di materia
trasferì nei loro musei in tempo reale, le sculture e gli affreschi tombali dei
greci e dopo dei latini. Col passare dei secoli, le migliori composizioni umane
della Terra, prodotte nel travaglio della creazione passavano in aldilà, nell’apparente
mondo perfetto degli ADE. Nei loro sterminati musei, gli ADE respiravano
eternità. La loro vita prese ad allungarsi ancora e solo di tanto in tanto
qualcuno moriva tra i mille spasimi che il terrore dell’avversa Morte generava.
Man mano che le riproduzioni ad hoc affluivano dalla Terra, si aprirono altri
sontuosi musei. Il mangiare, il bere, il vestire e far l’amore passarono in
secondo piano. Solo la visione di opere artistiche della Terra dava il pieno
appagamento. Artisti unici nella loro grandezza come Mirone, Scopa, Prassitele
e Lisippo inviavano a loro insaputa una di queste copie salutari al mondo degli
A.D.E. per non parlare degli artisti del romano impero e di quelli del medioevo
come Giotto. Appena una nuova opera d’Arte traslava all’istante dalla Terra
agli A.D.E., la gente faceva la fila ad ammirarla, ricevendone novella
esistenza.
La storia umana posta sotto attenta osservazione e
monitoraggio da parte degli A.D.E. che la usavano come una delle più preziose
miniere dell’universo.”
La statua dell’arringatore fece una pausa come a
prendere fiato, o ravvivare l’ispirazione del racconto. Pressato
dall’impellenza di andare di nuovo al cesso, dissi:
“Allora, come finì la faccenda?”
“Nell’alto Medioevo, la gran parte delle opere artistiche
era di scarso valore e gli A.D.E. pur non potendo evitare l’avvento di questa epoca
nefasta, ne limitarono durata e i danni. Arginarono l’onda dei barbari in
Europa (la zona del pianeta più evoluta artisticamente e culturalmente) e
favorirono la ripresa della vita nelle città a partire dall’anno Mille. In epoche
successive, limitarono pure le devastazioni di due guerre mondiali ed
arginarono le guerre, i conflitti e le devastazioni locali, sorte dopo i due
conflitti mondiali.”
“Cerchiamo di sintetizzare. Se facciamo tutta la storia
artistica dal medioevo fino a noi, non basterà il giorno e la notte.”
“Arrivò l’era
moderna dell’umanità, con le scoperte sulla relatività che indirettamente
influenzò anche il filone artistico delle neo-avanguardie. Però, il mondo ameno
degli A.D.E. cominciò ad allarmarsi. Importanti ricerche e scoperte
scientifiche degli Homo sapiens sapiens
stavano avvenendo in vari campi, dalla biologia alla fisica molecolare. Gli A.D.E.
avrebbero potuto ordinare alla chetichella l’uccisione di scienziati eminenti,
ma il progresso umano, comunque sarebbe andato avanti e qualcuno avrebbe
avanzato il sospetto che dietro la
Storia umana, ci fossero esseri superiori che la pilotavano
alla chetichella. Bisognava fare una sola cosa. Decretare l’estinzione
dell’umanità ed attuare il Codice Zero (C.Z.). Gli uomini erano divenuti troppo
potenti ed intelligenti, un reale pericolo per gli A.D.E. L’Arte stava passando
in secondo piano. A regolare gli umani flussi ed i riflussi nella storia c’era
l’economia, il web ed i media in generale. Le arti figurative in genere,
compresa la scultura e la letteratura erano ormai entità obsolete. Grazie alla
Scienza pura, gli umani, come nel mito di Prometeo, stavano lì per lì per
manipolare le dimensioni dello Spazio-Tempo. Inoltre cosa altrettanto grave,
avrebbero dato somma importanza alla Scienza e quasi niente all’Arte,
considerata ormai un sottoprodotto in estinzione dell’attività umana. La gente
ci faceva i soldi col web, con le scienze della fisica nucleare e con
l’economia, giocando in borsa. L’Arte non serviva più alla specie umana. Gli
A.D.E. avevano capito che si era giunti al momento critico.”
“Cioè?”
Sospirando, la copia esatta dell’arringatore disse:
“Era arrivato il
momento critico, ahimè! Si era alla soglia del non-ritorno. La Storia umana
andava drasticamente eliminata dal contesto dell’universo.”
“Terribile.”
“Terribile, sì.”
“Questi ADE sono solo stronzi.”
“Perché gli esseri umani no?”
“Sì, noi siamo stronzi, ma non fino a questo punto.”
“In alcuni casi, è peggio.”
“Dimmi il seguito. Cioè dimmi cosa accadrà nel prossimo
futuro, visto che ormai queste profezie sembrano già avverarsi. Il dominio
assoluto della Scienza ed il declino dell’Arte sono già in atto.”
“Non hai capito.”
“Cosa non avrei capito?”
“C’è una prima fase
di distruzione e dopo ci sarà una nuova resurrezione dell’umanità. La fase
della distruzione avvenne millenni fa, ai tempi del diluvio universale, o forse
molto prima ancora. Un cataclisma generale che distrusse l’umanità.”
“Allora che accadde nei particolari?”
“Gli Angeli della
Morte (A.M.) in clandestinità e nell’invisibilità totale, scesero sulla Terra,
segnando la fine dell’umanità. Arrivarono in frotte, oscurando il tramonto
vermiglio simili del tutto a nubi nere, foriere di tempesta. La gente cadde in
un profondo torpore, cui seguì la Morte. I
TG di allora parlarono di virus mutanti e peste incurabile, da tempo silente. Città
brulicanti si spopolarono con strade
piene di cadaveri. Nessuno riuscì a capirne la vera causa. Nessuno potette
porvi rimedio, data la rapidità d’azione sui centri nervosi delle letali
sostanze. Due esseri prescelti si salvarono, un uomo ed una donna, entrambi
giovani ed in salute. I due appartennero a differenti razze, questo per rendere
migliore la discendenza. I due si chiamarono Adamo ed Eva due. Da Adamo ed Eva
di seconda generazione, o A.E. Due, discenderà una nuova stirpe umana, la
nostra, l’attuale, capace più di prima, di produrre opere d’arte originali,
grandiose e rigeneranti.”
“La Storia si ripete dunque. I flussi ed i riflussi
storici…”
“Comunque, non sono certo se voi siete gli A.E. – Due.
Forse, è più probabile che siete gli A.E. Tre, non importa ai fini del
racconto.”
“A.E. Due o A.E. Tre, sarebbe dunque lo stesso.
Cambierebbe solo la scala temporale.”
“Però ad un certo
punto avvenne l’imprevedibile. Nei cielo del loro pianeta, si udì distinta la
biblica voce che disse: Stolti, l’età
dell’universo è di circa cinquanta miliardi di anni. La vostra esistenza sia
pur secolare è pura illusione. Di ognuno di voi, come anche del vostro pianeta
non esisterà niente, nel lungo silenzio della stasi assoluta post-universo.”
“Ci mancava pure la biblica voce a dire che gli ADE erano
nell’intima essenza degli stronzi. Stronzi nati, cresciuti e pasciuti. Nazisti
veri, anzi peggio.”
“Gli A.D.E cominciarono a morire di nuovo come millenni
prima. Morivano dopo una breve esistenza.
Si fa per dire dopo breve vita,
visto che vivevano in media per alcuni secoli. Fatto sta che il loro organismo
giovane cominciò a deperire ed invecchiare.”
“ Tié!”
“L’esistenza s’accorciò all’improvviso e di molto. Belli
cazzi! Alcuni erano disperati, altri impazzirono quasi. Sui loro corpi e sulle
loro coscienze, le opere d’arte non ebbero più effetto. Di conseguenza, dovevano
morire più o meno come voi, come comuni mortali, dopo breve
(si fa per dire) vita. Dopo un poco, il popolo degli A.D.E cessò fatalmente
d’esistere. Parlo al passato remoto anche se non sono certo sull’epoca della
loro definitiva estinzione. Perché oltre la morte individuale dopo una brave
vita, l’intero popolo si estinse. L’estinzione potrebbe essersi verificata da
poco, ma ciò non è rilevante.”
“Cazzo! Avrebbe detto Omero: Stolti che osaro violare i
sacri al Sole Iperion candidi buoi.”
“Non lo so che
avrebbe detto Omero.”
“Capisco. Meno male che non ci sono più.”
“E’ da precisare
che gli ADE non sollevarono l’ira di alcun Dio che li distrusse, almeno è
questa l’ipotesi più accreditata. Gli A.D.E.
morirono tutti chi prima chi dopo, anche quelli nati da poco, perché i loro
cervelli smisero di produrre molecole salva vita, dette anche S.A.D. che come
ho detto sarebbero le Sostanze – Arte - Dipendenti. L’intero popolo degli A.D.E. avrebbe potuto riprendere
a riprodursi, fare figli e mettere su famiglia. Almeno si perpetuava la stirpe,
anche se di vita breve. Invece, l’attaccamento spasmodico alla vita, agli agi
ed ai viaggi li aveva resi indifferenti all’amore fisico, ad Eros ed al sesso
in sé e per sé. Gli A.D.E. consideravano questi trastulli una prerogativa dell’inferiore
pianeta Terra, una perdita di tempo, nonché dannosa. Le terminazioni nervose ai
genitali si erano da tempo atrofizzate, per cui l’atto sessuale era privo di
erotico piacere. Erano diventati impotenti e non più fertili. Vivendo per
secoli, erano diventati tutti libertini nati. Coi loro super-macchinari, si
davano altri tipi di piaceri smisurati e l’accoppiamento tra i sessi,
considerato retaggio animalesco. Per non parlare dei figli, la cui esistenza
stava a indicare che un giorno i genitori sarebbero morti ed i discendenti
sarebbero sopravvissuti alla loro morte definitiva. Idee da aborrire ab initio. I figli davano l’insana idea
che i genitori, prima o poi sarebbero invecchiati e morti per sempre. Inoltre
come ho specificato, la loro esistenza pressoché illimitata imponeva un
drastico controllo sulle nascite.”
“Cioè non potevano neanche fottere più.”
“Era un’idea che ad essi non interessava, di secondo
piano. Il sesso un semplice trastullo di portata secondaria, appannaggio degli
esseri inferiori.”
“Tutti froci…”
“Più o meno…”
“Se ho ben capito, ammesso che volessero scopare, non se
lo potevano permettere per evitare che la popolazione su quel pianeta
esplodesse, visto che ognuno viveva a dismisura. La bomba biologica la chiamano
qui.”
“Molto tempo dopo, scienziati di seconda
generazione, discendenti da quegli Adamo ed Eva salvati dall’ecatombe umana,
scoprirono il mondo degli A.D.E., la loro sconcertante storia e l’estinzione di
massa, si può dire improvvisa. Fiorirono diverse teorie sulla loro misteriosa e
per noi provvidenziale dipartita. Come per gli Etruschi che non si sa bene da
dove venissero e come si siano estinti, così si sono avute numerose e
contrastanti teorie sulla scomparsa improvvisa del popolo civile e quasi eterno
degli A.D.E.”
“Dico che ciò accade sempre se un popolo scompare per vie
misteriose. Le teorie fioriscono, circa la scomparsa improvvisa di un lontano
popolo. Lontano nel tempo e in questo caso, anche nello spazio siderale.”
“La tesi più accreditata sulla loro scomparsa è questa.”
“Sentiamo.”
“L’Arte di per sé non è comunque eterna. Il carattere
indefinito dell’Arte, anche quella prodotta da noi umani, rinvia ad un mondo con
insolite valenze, dove Spazio e Tempo hanno un criptico significato. Come ogni
cosa del resto, l’Arte è la via che indica l’eternità e nello stesso tempo è il
tramite che ci apre la posta su qualcosa di totalmente nuovo, percepibile solo
dopo la Morte corporale. I sensi sono collegati col cervello, ma l’Arte ha un
significato che oltrepassa il tempo fenomenico e gli umani sensi. L’Arte rinvia
ad un mondo etereo, eccelso e di per sé perfetto. Un mondo extra, vivibile solo
se si è privi del corpo materiale e di percezione sensoriale. In questo caso,
la Morte diventa non un momento di pura angoscia, ma di calma eterna ed
assoluta pace. Il mondo si attenua, si cancella, dandoci l’impressione che un
altro stia nascendo. C’è infatti qualcosa di più alto che il semplice vivere: è
il donarsi. La Morte
è una nuova nascita che tutte le nostre capacità ed i desideri, lasciano
intuire, solo se lo vogliamo. Gli A.D.E. non vollero mai questo. Non
accettarono questa idea. Capito?”
“Sembri un predicatore sul pulpito di una chiesa. Sono
cose risapute, anche se applicate agli ADE.”
“Sono cose risapute, ma inascoltate sia qui sulla Terra,
dove continuiamo a scannarci, sia tra gli ADE che fecero una brutta fine,
illudendosi di aver conquistato l’eternità in virtù dell’Arte.”
“Quando avrai finito, mi farò una pisciata fenomenale. Una
pisciata in tuo onore. ”
“Ma pisci sempre?”
“Te l’ho detto, è per via del diuretico. Ma continua.”
“Sì, ma l’imput alla loro distruzione –
secondo la scuola di Francoforte - avvenne quando gli ADE cominciarono ad
osservare a turno una particolare opera d’arte nei loro musei e dopo
quest’attenta osservazione, a turno cominciarono a morire. Questa opera d’arte
agli A.D.E. fatale, conteneva una maggiore carica di contraddizioni ed
ambiguità.”
“Cioè, spiegati meglio. Ci sarebbe dunque una nuova
teoria, quella della scuola di Francoforte.”
“Giusto.”
“Spiegati meglio.”
“Tieni presente il
sorriso enigmatico della Gioconda leonardesca? Una cosa abbastanza simile causò
la fine degli A.D.E. Un’opera di eccellente valore e conturbante al massimo,
capace di dare sindromi di Stendhal a raffica.”
“Suppongo una tela ad olio, 120 x 240.”
“No, una pala lignea, tre metri per tre e mezzo.”
“Che rappresentava?”
“Non ci è dato sapere a quale artista terrestre
appartenesse, a che epoca risalisse e se fosse stata una statua, un dipinto od
altro. Si sanno solo alcuni particolari di secondo piano sulle intenzioni
dell’Autore, tanto per curiosità. L’artista avrebbe voluto affermare attraverso
la sua opera, in primis l’incomprensibilità del mondo e poi
l’inesistenza di un’Arte sovrana ed assoluta, davanti alla quale inchinarsi.
Quell’opera dichiarava l’impossibilità di superare il mondo delle apparenze,
non potendo rompere la catena del dolore nelle cui maglie la vita è comunque
stretta, dalla nascita alla morte. Tu potresti dire: Sì, ma coi cazzi che questo Artista non si sa chi fosse stato. Un
Artista fatale ed in incognito la cui opera accelerò la definitiva scomparsa
degli A.D.E. sembra tutto strano. Strangers. Un artista fatale per la storia
degli ADE. Un artista che li vinse alla fine, come un vero dio trascendente.”
“Stavo pensando proprio a questo. Mi leggi nel pensiero.
Come si fa a rimanere in incognito, dopo aver causato una catastrofe
planetaria?”
“Avresti detto: Strano.
A un certo punto per colpa di qualcuno, per colpa di un semplice artista terrestre,
un intero popolo di una civiltà superiore si estingue e va a farsi friggere e
questo artista non si sa chi è. Strano!”
“Infatti...”
“Ti rispondo: neanche
di Cristo che fece quel che fece nella storia umana, si sa con certezza molto. Su
Cristo, molte congetture, ma pochi fatti certi. Così di questo Artista.”
“Potresti avere ragione. A volte non è importante il
semplice soggetto, ma la sua Arte e ciò che si è lasciato dietro.”
“Infatti… Per accennare ad un esempio più calzante: mica è
certo che Omero sia esistito. Anzi, è certo che l’Odissea fu scritta come
minimo settant’anni dopo l’Iliade. Avrebbe detto Foscolo e tu mi dai ragione…e
involve tutte cose l’oblio nella sua notte…Aggiungo io adesso: oh stolti A.D.E. Stolti due volte! che presi
da egoismo, non capiste il senso vero dell’esistenza. Egoisti e stolti.”
“Bravo, hai ragione. Aggiungo, anche stronzi.”
“Per farti contento, ti riporto un’altra tesi sulla
scomparsa di questi esseri superiori, illusi di vincere la Morte corporale. E’
però la tesi meno accreditata.”
“Quale sarebbe questa nuova tesi, meno accreditata?”
“Artisti delle varie parti dell’universo, in particolare
quelli sulla Terra, per motivi vari, smisero di produrre opere di alto valore.
Alcuni creativi addirittura si misero a riprodurre in serie le loro opere. Vedi
da noi Andy Warhol. E’ come se tutti gli artisti delle varie parti
dell’universo si fossero messi d’accordo. Secondo alcuni critici, critici di un
certo livello, questo accordo sarebbe stato impossibile. La crisi dell’arte – a
detta di questi acuti critici - fu solo la nefasta conseguenza dell’evoluzione
dei movimenti culturali, convergenti verso una forma di decadenza universale, o
se vuoi, verso una forma inferiore di espressione artistica. Dopo aver
raggiunto l’apice, l’Arte universale aveva cominciato una rapida e inevitabile
discesa verso l’insignificanza, la superficialità e l’indeterminazione pura.
Tant’è che neanche i critici di alto livello ci raccapezzavano più un fico
secco. Nell’arte decadente prevaleva la fiction.O.K.?”
“E’ logico.”
“Gli A.D.E. che avevano continuato a trasportare nelle
loro gallerie e musei questi pezzi d’arte decadente, si accorsero che non c’era
più l’effetto desiderato. Nell’ammirazione artistica, i loro corpi ed i loro
sensi restavano mosci ed indifferenti nella sostanza.”
“Se l’erano voluta….avevano esagerato come tanti popoli
qui da noi. Con l’eternità, non si scherza. Illusi…scemi, pieni di superbia e
stronzi.”
“La nuova Arte non induceva più la produzione nel sangue
delle miracolose SAD. In alcuni individui di forte fibra, si aveva questa
produzione di molecole salva vita, ma non in concentrazioni ottimali. Cosa
molto più tragica, gli ADE capirono che cessavano di esistere per davvero e
solo dopo una manciata di decenni.”
“AMEN.”
“Gli ADE lanciarono
è vero l’allarme generale, ma non ci fu niente da fare: l’estinzione fu
inarrestabile. Secondo la scuola di Parigi, invece le cose avvennero così. La
rapida ed improvvisa e forse provvidenziale per noi, scomparsa degli A.D.E.
avvenne quando sulla Terra prese a dominare la Tecnica e la Scienza di
seconda generazione. L’Arte passò di nuovo in secondo piano. Gli A.D.E. allora
si convinsero della necessità di distruggere gli umani, troppo intelligenti,
perversi e potenti. Questa ancestrale distruzione di massa avvenne. Dopo la
fine degli umani – si salvarono come ho detto solo Adamo ed Eva Secondi, o A.E. Due o
forse, addirittura A.E.Tre – il decadimento degli A.D.E. fu inarrestabile. Non avrebbero
trovato in tutto l’universo opere d’arte di valore inestimabile, come quelle
prodotte una volta sulla Terra. Su remoti pianeti, c’erano ancora degli esseri
intelligenti, ma inadatti alla creazione di Arte eccelsa, del tipo terrestre,
come una volta generatasi. La creatività terrestre stava andando a farsi
friggere e non c’era niente da fare. Non restò valida alternativa agli ADE che
di morire, come tante altre specie estinte. Avevano sì pensato di distruggerci
di nuovo, lasciando come germi di
ripopolamento un Adamo ed Eva tre, o forse Adamo ed Eva quattro, ma la loro
estinzione questa volta fu troppo rapida e non ebbero il tempo di organizzare
la nuova spedizione, a largo raggio, degli Angeli della Morte. ”
“Amen.”
“C’è un’altra teoria non ultima in assoluto, diciamo
l’ultima tra le principali.”
“Un’altra teoria? Allora, aspetta io vado al cesso.”
Dopo le mie cose intime, lavatomi le mani e guardatomi
allo specchio con un sospiro pacato, risalii dalla parlante, nonché bronzea
statua (copia dell’originale) che disse testualmente ciò: “Dice questo….”
“Questo cosa?”
“Parlavo della teoria che dovrebbe spiegare l’estinzione
del popolo degli ADE, causata dall’Arte degenerata, o di minore qualità.”
“Ah, la nuova teoria, dimmi tutto.”
“L’Arte non può cogliere il nesso inscindibile dello
Spazio-Tempo. O coglie l’uno, o l’altro. Per esempio, la statua del Mosé di
Michelangelo che fece gridare all’autore: perché
non parli? contiene la massa volumica, modellata in modo insuperabile da
Michelangelo, ma questa massa marmorea resta fissata nel tempo, nel momento in
cui l’Artista la concepì. L’occhio e la mente dell’osservatore colgono questa
discrepanza universale, insita nell’Arte in sé. L’Arte è infatti allegoria,
specchio ed artifizio. Attraverso l’Arte videmus nunc per speculum in
aenigmate.”
“L’Arte come specchio, questo è pure vero.”
“Era l’artifizio puro che l’Arte universale contiene come
essenza e da sempre, a generare negli A.D.E. le specifiche molecole salva vita
– le famose SAD - che li facevano vivere tanto a lungo. Poi ci fu il patatrac.
Ci sarebbe stato un artista insuperabile e stranamente ignoto che avrebbe oltrepassato
i limiti apparentemente invalicabili, insiti nell’Arte. Questo sommo ed ignoto
artista avrebbe colto il nesso inscindibile tra lo Spazio assoluto ed il Tempo
assoluto. L’ignoto artista avrebbe trasferito in una sua opera questo potente
nesso. Si tratterebbe di una statua bronzea come me, o un quadro, o una pala
lignea. L’opera insuperabile doveva comunque essere molto vicina alla realtà,
quasi una foto, una specie d’istantanea atemporale, fissata in un eterno
presente e capace di ritrarre la realtà così com’è. Però, è da dire che la
fotografia coglie il Tempo fissato in un momento, non lo Spazio.”
“Sono d’accordo.”
“Secondo noti
esperti, tra i quali il critico francese De Illusionibus, questo sommo Artista
che consciamente, o inconsciamente decretò la fine degli A.D.E. aveva dipinto
un quadro strano in cui l’invisibile era stato traslato nel visibile,
contaminando il mondo superiore. L’ammirazione del fatale dipinto avrebbe
indotto nel corpo degli A.D.E. la sintesi di molecole aberranti, dette pseudo
molecole salva-vita e queste furono la causa della loro rapida morte. Il quadro
fatale avrebbe conferito profondità e duplicità alla comune esistenza. Verosimilmente,
l’opera conteneva fantasmi aerei, immagini buie, cupi anfratti a rappresentare
il mondo ombra
del profondo, copia esatta del quotidiano, ma in senso inverso. Il sommo
Artista avrebbe rappresentato la infera realtà, dove solo l’Ombra di ognuno ha sostanza: solo ciò che in ogni
essere umano è in ombra ha vera importanza ed esiste in aeternitate.
Stupidamente, gli
A.D.E duplicarono la tela e in base al fenomeno quantistico e quindi
intangibile dell’entanglement, trasferirono la fatale opera nel loro mondo,
ammirandolo a lungo. Tutti fecero la fila per vedere l’insuperabile immagine
che avrebbe prolungato loro l’esistenza per molti secoli. Tutti rimasero ammirati
ed estasiati. Assetati di vita, furono certi dell’effetto benefico sui loro
corpi. Erano sicuri che più l’impressione e la meraviglia generate dal fatidico
dipinto si accresceva in essi e più l’esistenza materiale si prolungava negli
anni a venire. I corpi transeunti sarebbero divenuti quasi eterni ed avrebbero
attinto dall’Arte il continuo, divino nutrimento. La vita aveva uno spasmodico
bisogno della sostanza artistica di valore e delle immagini aeree ad essa
correlata. Tutti, in un delirio dei sensi, si sentivano assetati di Arte vera,
famelici di Arte pura e dei consequenziali piaceri del rispettivo corpo.”
“Chi è che non vuole vivere molto a lungo, o forse per
l’eternità? Qui non è lo stesso?”
“Alcuni, secondo me, si scoccerebbero. Ma torniamo agli
ADE ed alla loro singolare estinzione di massa. All’inizio furono contenti,
così infatti si deduce dall’analisi dei referti cartacei. Si vede che era un
popolo felice, più o meno come i Pompeiani, prima che il Vesuvio li
seppellisse. Poi all’improvviso, gli A.D.E. morirono tutti ed in pochi decenni.
E’ da presumere che accortisi del danno, un vero cavallo di Troia da essi
introdotto in loco, abbiano distrutto la fatale opera d’arte che inneggiava
all’Ombra pura. Un’ombra che aveva le radici nel profondo della psiche
individuale. Secondo altri, non si trattava di una vera opera d’arte, ma la
Sacra Sindone, scambiata dagli A.D.E. per un eccelso capolavoro.”
“Hai finito?
Posso andare di nuovo alla toilette?”
“Di nuovo adesso?
Mentre vai, rifletti.”
Espletati i
residui bisogni corporali, lavatomi le mani, specchiatomi di sfuggita ed
aggiustatomi i capelli ribelli, tornai dalla statua. Non mi era piaciuto tanto quel
suo modo spicciolo di fare. Era come se fosse stato lui il padrone dello
stabile ed io un suo esecutore, un servo, un umile e devoto dipendente. Davanti
a lui diritto anche se mi sovrastava, dissi:
“O caro Arringatore,
non te la prendere, però ti voglio dire.”
“Dì pure, però non ti agitare troppo. E’ per via della
pressione alta di cui da un bel poco soffri.”
“Sono calmo. Però ti voglio dire. Ti sembra davvero il caso che mentre in questa regione di
merda dove in cinque giorni ci sono stati dieci omicidi ed un undicesimo è
agonizzante al Cardarelli, dico: in questa regione affamata e disastrata tu ti
metti a raccontare storie strane? Chi se ne fotte degli ADE e compagnia bella?
Qui dobbiamo sopravvivere di giorno in giorno. Qui arrivano immigrati da tutto
il mondo. Oggi ne sono approdati in Sicilia oltre mille. Oltre mille bocche al
giorno da sfamare. Ci sono centinaia di bambini sbarcati nel Meridione, come se
non bastassero i notri atavici disoccupati.”
“Hai finito?”
“No, questa regione è piena di munnezza di ogni tipo...”
“Hai finito?”
“No. Ti dico una cosa importante.
Sai cosa è accaduto a Napoli?”
“No.”
“Negli ultimi tempi, parlo a
partire dal 2003, c’è stato un assalto indiscriminato all’occupazione di posti
statali meglio remunerativi e dei posti di dirigenza nel settore privato.
Questo accaparramento è avvenuto ed avviene da parte dei politici di ogni
ordine e grado. L’espansione della politica con l’istituzione dei consigli di
circoscrizione, comunali, provinciali, regionali e l’elevato numero dei
deputati, ha prodotto asfissia e sclerosi dello Stato democratico. Questa
situazione abnorme ha spianato il campo alla corruzione e ad organizzazioni
criminali, come la camorra che rassomiglia ad un ente del parastato. Va bene?”
“Ai miei tempi, nel I secolo
avanti Cristo, andava meglio. In tutti i sensi. La natura era dominante e brevi e relativamente pochi i morti nelle guerre.
Non c’era il casino di adesso. Adesso, ne siete troppi. Come ai tempi
dell’Impero, verso il IV, V secolo dopo Cristo, la situazione non è più
governabile. Altro che A.D.E…. ”
“Aspetta.”
“E chi si muove.”
“Ti leggo un passo di un
giornalista napoletano. La data dell’articolo sul giornale Il Globo è del 1836,
prima dell’unità d’Italia. Il titolo fu: - SULL’USO DELLA FORZA CONTRO I DEBOLI.
–
Allora leggo?”
“Prego, accomodati.”
La terra
appartiene al più forte. Ercole che strangola il leone nella Selva Nemea.
Ercole che doma il furioso toro di Creta. Ercole che soffoca nelle sue braccia
il gigante Anteo. Ercole che squarta le montagne di Abile e Calpe, unendo così
l’Oceano al Mediterraneo. Ercole è il mito della forza che supplice alla
coscienza, al codice, al vangelo ed alla filosofia.
Libertà,
Eguaglianza e Fratellanza sono belle parole che illudono i popoli, che fanno la
fortuna dei più scaltri e forti. Ercole ha sempre ragione. Gli apologhi del
lupo e dello agnello, del leone che si appropria di tutto il bottino,
contengono la quinta essenza della filosofia e del magistero del mondo. Il
debole ha sempre la parte peggiore e la più scadente. Prendete tutti i libri
stampati nei secoli del Guttemberg fino al presente e buttateli in fondo
all’oceano. Il consiglio è valido anche per i libri futuri. Tutta l’umana
sapienza non arriverà mai a sostituire al Diritto della Forza, la Forza del
Diritto. NAPOLI, 1836.
Hai capito o caro arringatore,
anzi copia dell’originale fermo lì sul podio in vereconda attesa?”
“Ti sei sfogato? Io invece che
pensare ai fatti di Napoli, una città degenerata che meritava molto di più a
livello locale ed internazionale, penso all’avvenire di tutta l’umanità. Ti
dico un’altra cosa.”
“Prego. Adesso, non ho fretta. Anzi, ho sempre fretta, ma ti ascolto
volentieri. Per esempio, devo giocare i numeri che mi hai dato, più per
curiosità. Però, posso aspettare ancora un poco.”
“Sono numeri vincenti.”
“Non ho mai vinto in vita mia niente d’importante. Qualche ambo
striminzito, qualche dodici al totocalcio. Tu dici che adesso farei una grossa
vincita. Speriamo. Se vincerò molti soldi come prometti, mi sposerò la barista
del bar in piazza, una ragazza fenomenale che non si mette con uno come me per
il semplice fatto che non sono straricco
come i miei antenati.”
“Adesso, ascolta e poi vai al lotto.”
“Dimmi tutto.”
“L’Occidente è il viandante che si sta sempre più allontanando dal
divino. La potenza vincente della tecnica vi allontana dagli dei. Come l’impero
romano allontanò i pagani dai loro dei, così la tecnica che è alla base di un
nuovo ed invisibile impero, allontana dal divino. L’apparato scientifico-
tecnologico costituisce ormai l’essenza della vostra civiltà e vi dominerà,
allontanandovi dai valori universali. Amerete la guerra, la distruzione ed il
nuovo, formidabile Impero. Sarete indifferenti al divino da cui vi
allontanerete, causando la vostra fine.”
“O caro arringatore, hai finito? Sembri uno dell’ISIS. Uno
stronzo che va sgozzando la gente in giro. L’umanità non è ingenua come quella
degli A.D.E.”
“L’Impero crollerà.”
“Lo dicono quelli dell’ISIS.”
“Non me ne fotte in cazzo dell’ISIS. L’Impero non crollerà a causa di
una organizzazione di merda come gl’invasati dell’ISIS, ma se dovesse un giorno
crollare, saranno le sue contraddizioni. L’Impero si sta allontanando dai
valori universali, alcuni dei quali espressi dall’Arte pura.”
Preso dalla furia in parte
oratoria ed in parte incazzatoria, afferrai uno sgabello a mi piazzai di
fronte alla superba statua. Dissi, strillando un poco:
“O caro arringatore, adesso te ne dico un’altra. Voglio
sfogarmi. Ho urinato ed adesso voglio sfogarmi coi pensieri. Un’altra cosa
emblematica ti dico. Un fatto che riflette la vita reale qui e adesso, in questo
paesino di merda, parte di una società più vasta, ma corrotta. Giorni fa,
l’agenzia delle entrate m’intima entro sessanta giorni di ripresentare la documentazione
risalente a quattro anni fa – anno 2002 – della denuncia dei redditi sul
modello 730. Capito? Io che sono dipendente pubblico e come tale ho tutto sotto
controllo perché mi è impossibile evadere non avendo altre attività. Pago le
tasse sulle trattenute a fonte sullo stipendio. Ebbene, c’è in questo Stato di merda
chi ci guadagna a sbafo, andandosene in giro per il mondo, alloggiando in
alberghi di lusso e facendo shopping gratis nelle migliori atelier di moda.”
“Puoi essere più concreto? La cosa m’incuriosisce un poco.”
“Alessandra
Leophardus, la Presidentessa
della Regione Campania ha uno
stipendio d’oro, prebende inimmaginabili, portaborse ed auto blu
ventiquattrore su ventiquattro. Ci mancava la parade a Manhattan in
occasione del Columbus day. Alessandrina Leophardus in Mistella, la presidente
del Consiglio regionale, si è recata a Nuova York con una delegazione di 160
persone: presidenti provinciali, sindaci, assessori a vario titolo e addetti
stampa, più un certo numero di mogli, che sarebbero «a carico dei mariti».
Alessandrina ha incontrato Hillary Clinton, candidata alle prossime
presidenziali USA. Forse, l’unico fine di questa parade costata alle casse regionali circa 700 mila euro è stato
questo incontro politico. Sembra che
a Cristoforo Colombo avessero predetto l’evento e per questo abbia voluto scoprire l’America.”
“Ai miei tempi, questi parassiti facevano una brutta
fine, se non altro perché davano fastidio all’imperatore. Anzi, ai miei tempi,
la Repubblica era in crisi e si vedevano in giro i primi dittatori che poi
avviarono l’Impero, retto da un solo uomo. Comunque, questi tizi spreconi, ma senza le giuste protezioni, davano
fastidio a chiunque.”
“Lasciamo stare i tuoi tempi remoti. Adesso, il
popolo della Campania langue tra montagne di rifiuti, una disoccupazione
galoppante, un esodo biblico dei suoi giovani. Ci sono le guerre di camorra, la
corruzione e una giustizia con oltre 500 mila processi arretrati. Il servizio
sanitario campano è il più costoso, così come la benzina. Il premio nobel
PHELPS dice riferendosi all’Italia che la forza delle corporazioni frena lo
sviluppo. Questa disgraziata regione è ferma da secoli e millenni. Stasi
completa.”
“Pazienza.”
“Di queste cose, la Alessandrina Leophardus finge di
occuparsi e poi fa come l’alunno distratto che dice ai genitori di studiare, ma
ha altro per la testa. Pasolini pure aveva avanzato una previsione: vedo
intorno a me un mondo doloroso, sempre più squallido. La Alessandrina degna
moglie di un uomo di potere fine a se stesso, incarnerebbe bene questa
tendenza.”
“Pazienza.”
“Aggiungo riflessioni di qualche anno
fa, ma che si adattano all’immutabile presente. Il cambiamento sostanziale
nella vita politica italiana degli ultimi anni è stato il raduno dell’UDEUR, nel
beneventano. Cosa sia questo partito di Centro a nessuno è dato sapere. Che
programma abbia, idem. Solo vaghi accenni di riformismo alla buona che lasciano
il tempo che vogliono. Altri Stati hanno fatto progressi da gigante, uscendo
dalle piaghe del terzo mondo e sorpassandoci. In Italia, c’è stagnazione, stasi
piatta come nel Seicento. L’emblema di tale stasi è l’UDEUR di Mistella e
consorte. Una stasi che nel sud Italia dura da cinquant’anni. Una volta c’era la DC di De Mita, del clan degli avellinesi con il lungo
codazzo di enti inutili, gestiti a livello clientelare. Adesso, imperversano i Mistella
con l’elettorato di Benevento, similare a quello di Avellino in mentalità,
corruzione ed inoperosità: l’evoluzione della specie. Altrove, cambiamenti
radicali ed epocali con nuove nazioni ai vertici dell’economia mondiale, qui
solo gente falsamente blasonata. Il ciclone del potere si è spostato da
Avellino a Benevento con identica forza distruttiva.”
“Te l’ho detto: ai miei tempi, li
avrebbero crocefissi.”
“Il popolo ben pensante rifletta:
i Mistella coniugi benestanti, guadagnano al mese oltre cinquantamila euro,
trovandosi al centro di un complesso sistema di potere e inveterate collusioni.
La moglie passa ore per trucco, tupè, depilazioni e iniezioni al silicone.
Nelle pubbliche riunioni la donna – presidente della Regione Campania - si
assenta avendo in dotazione appartamentino apposito per siesta, toilette ,
strucco e trucco. Per cinquantamila euro mensili i Mistella danno di sé pura
immagine, non fatti, né contenuti incontestati. La parabola del cambiamento in
Italia è avvenuta solo dal punto geografico: da Avellino a Benevento. Viva
l’Italia. “
“Cazzo! Allora 29 ci vuole anche
il 29.”
“Che significa mi prendi in
giro?”
“No.”
“Sì invece. A Napoli, il cazzo fa
29.”
“Lo so, per questo dico che
occorre aggiungere anche il 29.”
“Mi sembra più che giusto.
Ottimo.”
“Tu sei incazzato e allora ho pensato che un semplice terno ti allevierebbe
la rabbia per poco tempo. Invece, con una quaterna sulla ruota di Napoli
saresti appagato in pieno. Giocati allora, ascolta bene, oltre che il 5, il 77
e l’88 anche il 29.”
“ Allora posso andare?”
“Vai pure, ma calmati.”
“I numeri sono: 5, 77, 88, più il 29, vero?”
“Esatto.”
“Caro arringatore, se non vinco, ti prendo di sana pianta, ti
metto sul furgone e ti porto diritto alla fonderia. In vita mia fino ad adesso, ho giocato le date
della mia nascita – giorno, mese ed anno – il giorno e l’ora esatta del mio
matrimonio andato in malora, la data (ora esatta, giorno, mese ed anno) della mia
assunzione nello Stato e non ho mai vinto niente. Bada, la mia pazienza ha un
limite. Sono io che comando qui. Capito?”
“Fino ad adesso, hai giocato con la vita. Adesso, si fa sul serio.”
“Questo è anche vero.”
“Ciao e abbi fede. Però aspetta un momento, perché a questo punto devo
rettificare una cosa. Bello mio, ti credi di essere originale con le tue
lagnanze. Invece, già ai miei tempi dicevo le stesse cose quando arringavo gli
Etruschi contro i Romani, ormai vincenti. Anch’io come te non avevo capito in
che direzione esatta andasse la storia umana. Lo aveva capito l’originale in
carne ed ossa che rappresento. Di dico: come allora, poco si può fare perché
l’andazzo finisca per davvero. Giocati i numeri che ti ho indicato e ciao.”
Stavo per uscire in strada
quando mi ricordai di un particolare. Da sotto l’architrave del portone mi
girai verso l’arringatore e dissi: “Lo sai”
“Che cosa?”
Fin dal 1998 Nelson Goodman lo aveva detto.”
“Goodman? Il filosofo statunitense che morì appunto nel 1998?”
“Sì, proprio lui. Ebbene, secondo Nelson Goodman, la natura è un
prodotto dell’Arte. L’immagine è più simile ad un’altra immagine che non al suo
oggetto. Un dipinto dev’essere un simbolo dell’oggetto che rappresenta e questa
relazione simbolica non è generata dalla somiglianza, ma dalla denotazione, che
è indipendente dalla rassomiglianza tra due oggetti. L’immagine seleziona e
semplifica. L’occhio non rispecchia il dato assoluto e puro, piuttosto elabora
l’apparenza frammentaria e plasmata dall’abitudine, ottenendo una
rappresentazione dell’oggetto.”
L’Arringatore allora disse: “Lo sai?”
“Cosa?”
“Gli ADE potrebbero essere anche
i terrestri. Forse un popolo così, gli ADE appunto, non è mai esistito. Sareste
voi, voi terrestri che v’illudete di esistere in eterno. Aspirate all’eternità
con tutti i mezzi ed aborrite la morte eterna.”
“Logico.”
“Lo dite voi che è logico.”
“Noi aspiriamo all’eternità, in
un modo o nell’altro: con la carne o senza.”
L’arringatore da dietro la bronzea maschera, così com’era stata
concepita dall’artista che l’aveva modellata (parlo della statua originale),
cercava di sbuffare. Disse:
“Comunque, non sbagliare la
giocata sulla ruota di Napoli e ciao.”
Un racconto lungo, questa volta, ma interessantissimo e di sapore realistico, con spunti divertenti.
RispondiEliminaDIVERTENTISSIMO, PIACEVOLE DA LEGGERE, INSOMMA, RACCONTO DA INCORNICIARE. Bravo !!!!!!!
RispondiEliminapeppe murro