Davvero
non ti capisco. Potevi farli perfetti e immortali come noi androidi,
capaci di scelte senza ombre, invece hai voluto tentare altre vie. O
forse no, forse hai solo voluto giocare.
Sì,
è così... ti sei divertito, magari, ad intrappolare fantasia e
sentimenti in un bozzolo che produce escrementi, hai voluto legare
arte e poesia ad un muscolo che si ferma senza preavviso... E li hai
fatti confusi, preda ogni momento di questo loro essere a metà.
T'è
piaciuto giocare con la loro passionalità, il vestito ingarbugliato
di pensieri che non potevano dismettere: da un lato la febbre
insaziabile ed inutile per un corpo perfetto e sempre giovane e
dall'altra la malinconia inguaribile di un'assenza percepita e mai
decifrata. Hai osservato come annaspavano nelle loro miserie,
barando sempre con le loro esistenze.
Ed
ora siamo qui, tu, il costruttore che ha sbagliato e noi, gli
androidi inutili del tuo cosmo svuotato. Per una volta ti vedo
corrucciato e indeciso, ma non era questo che volevi? non hai
previsto anche questo? Li hai portati a sbranarsi a vicenda, hai
concesso loro anche la capacità di costruirsi l'arma definitiva!
Che
orrore per noi vedere come coltivano la cura del loro corpo e quanto
poco valga la vita nei loro scontri; che graspo amaro vederli
smontare e ricomporre parti di sé in un mito di irragiungubile
perfezione e intanto quanto poco valgano per loro quelli che non
considerano.
Potevi
far altro, e farlo meglio! ma no, nella tua spavalda ironia di
costruttore t'è piaciuto gettarli nel mondo dell'entropia, sapendo
che era la dimensione del non-ritorno: li volevi giocattoli docili e
umiliati, sgomenti e smarriti nella loro fragilità.
Non
hai considerato, nella tua "perfetta" logica di costruttore
e giocatore incallito, il costo della tua leggerezza.
Questa
di oggi è la loro vendetta sul limite con cui li hai segnati, è la
loro vittoria.
Li
senti? cantano...
Non
te, ma la loro gioia.. non te, ma la loro poesia e la morte…
Li
senti? cantano...
Altro brano intenso, significativo, nella sua concisione, dell'amico Peppe, il quale, più che descrivere, evoca, straordinariamente, suggestioni, emozioni, stati d'animo, attraverso vibranti, interiori "note" di un lirismo peculiarmenmte suggestivo.
RispondiEliminaBellissimo !
RispondiEliminaRacconto breve molto interessante, oltre che originale.
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