Claudio
si sposta sulla corsia di emergenza e arresta la sua Asik Turbo L10 con
cannoncino retrattile. Accende una sigaretta e abbassa il finestrino. Il
contrasto fra l’aria condizionata e il clima esterno è violento. Un alito
caldo, olezzante di gomma e di asfalto, gli accarezza la faccia.
Ecco, adesso deve decidere cosa fare.
L’uscita è bloccata. Chissà a che ora potrebbe raggiungere la sua dimora
nell’elegante quartiere blindato degli automobilisti piacentini, dove lo
attende la moglie per la partita serale con gli amici del CEPE (1).
Da quando la loro figlia diciottenne,
Martina, se n’è andata, la vita è diventata più tranquilla ma un po’ triste.
Non è sufficiente appartenere alla categoria degli automobilisti, con tutti i
vantaggi e le distrazioni che essa comporta. Ci vorrebbe qualcosa d’altro. I
motori, le strade moderne, i nuovi modelli e gli accessori sempre più
sofisticati non bastano più a riempire la vita. Forse una volta… Adesso, con i
suoi cinquantasette anni, Claudio comincia ad essere stanco. Il rapporto con la
moglie va abbastanza bene, non ha accusato contraccolpi. Ma il vuoto lasciato
da Martina è notevole e non può essere facilmente colmato. Lui si sente il
diretto responsabile del suo allontanamento. Con grande dolore ha dovuto
cacciarla di casa, dopo che aveva rifiutato di sposare Vito Uber, campione
nazionale di warcar. Ma questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare
il vaso. Martina, da un po’ di tempo, era diventata incompatibile con il ruolo
sociale di normale automobilista della classe media.
Accende
l’autoradio. Forse il notiziario darà le informazioni sull’incidente, i cui
fumi si disperdono all’orizzonte. Sintonizza su Turboelite, la stazione
più ascoltata dagli automobilisti.
“… non
interamente percorribile.” È la voce effeminata di Rosco Errani, il beniamino
dell’emittente. Una musica elettronica si sente in sottofondo. “Ma non crediate
che nelle altre zone siano tutte rose e fiori. Per esempio, ci segnalano
proprio adesso un incidente all’uscita di Piacenza Nord. Ma non possiamo dirvi
granché, in proposito, aspettiamo altre notizie. La bretella Brescia Sabbioneta
Ferrara risulta ancora del tutto intasata. Che fare? Pare proprio che questa
sera raggiungere Ferrara sia piuttosto problematico. Ci sarebbe la Cremona
Mirandola Ferrara. Ma qui la Deambulans imperversa da tre giorni. Mi
dicono che quei fanatici hanno assediato una stazione gestita dall’APADE (2). Sono cavoli acidi,
dunque, per chi viaggia da Mediolano, Tauri City e Genova in direzione Ferrara.
Cari ascoltatori, una soluzione ci sarebbe, anzi due, ma mi vergogno un po’ al
solo pensiero di suggerirvele.” Pausa, durante la quale la musica di sottofondo
risuona più forte. “Beh, comunque non ho scelta. È mio dovere. Potreste dunque
percorrere l’Autosole fino a Modena… Sì, proprio quella vecchia arteria piena
di buche, attraversata ogni tanto da bisce e topi di campagna, che qualsiasi
automobilista rispettabile non oserebbe neppure nominare. In quella località
sarebbe agevole imboccare il raccordo con asfalto insonorizzato La Spezia
Sassuolo Cento Ferrara. Ma attenzione: mi dicono che si è formata una coda di
centodue chilometri.” Ancora breve pausa con musica. “Un tantino migliore, a
questo punto, la seconda soluzione. Risalite fino a Verona, prendete per
Venezia sulla Intereuropean Velocity Road con curve intelligenti, che vi porta
rapidamente a Mestre; e da quella località potete raggiungere Codigorauto,
uscire al chilometro 1.347 e raggiungere Ferrara con la iperstrada locale n°75 Padania
Deltica. Insomma, un bel giro.” Ancora musica. “Ma se avete una buona auto,
come la nuovissima Mercedes Charlotte modello 2043 con pneumatici prensili, il
gioco è fatto. Anche perché, cari autoascoltatori, lasciatemelo dire, è ancora
in vigore, fino alla mezzanotte, la grande offerta di supercarburante Chevron,
che troverete in tutti i distributori Chevron, ma anche negli associati Zakka
Petroli e New Shell. Buon viaggio!” Stacco musicale. “Ed ora…”
Claudio
riduce il volume dell’autoradio. Un tizio si è avvicinato al finestrino. Ha una
barba di quattro giorni, i capelli incolti e gli occhi spiritati.
- Vieni
con noi! Lascia questa infernale trappola di plastica e lamiera!
Claudio
capisce al volo. Si tratta di uno di quegli invasati della Deambulans.
Aziona il comando per chiudere il finestrino. L’individuo ritira in tempo le
mani, prima che il cristallo gliele tranci di netto.
Ma subito
Claudio vede l’auto assediata da altri forsennati. Certamente sono riusciti ad
aprirsi un varco nella barriera protettiva parallela al nastro stradale e ora
cercano di bloccare la circolazione.
Dai
veicoli che sfrecciano in quella direzione risuonano i clacson come protesta
contro i temerari contestatori.
Che fare?
Claudio può azionare il cannoncino
nascosto nel cofano. Tutto legale, trattandosi di pedoni esposti. Ma nessuno di
loro, furbescamente, sta davanti al muso della macchina.
Quelli
cominciano a sballottare il veicolo. Qualcuno è salito sul tetto e ora si
esibisce in una vera danza di guerra.
Tutto il
suo odio per la Deambulans esplode ad un tratto. Sarà pure in crisi, ma
lui è un automobilista benpensante, perfettamente integrato nell’unica vera
società: quella dei motori, degli pneumatici ultima generazione, della fitta
rete autostradale, del guard-rail programmato e dei supercarburanti. E lui,
checché ne dicano quei cialtroni, ama l’odore dell’olio bruciato e
dell’asfalto. Gradisce immensamente abitare nei nuovi quartieri blindati per
automobilisti perbene, lasciando i vecchi centri storici ai topi, alle erbacce,
alle bisce e agli antichisti. È talmente convinto delle sue idee che presto si
iscriverà al partito Interland Rotoforza.
Lancia
una bestemmia. Ingrana la prima e parte sgommando.
Sente il
ballerino volare dal tetto.
Ma
improvvisamente gli si para davanti una donna con le braccia alzate. Un tonfo
sul cofano e quella fa un volo spettacolare.
Da dove è
sbucata?
Chissà
perché, dopo pochi metri, arresta la macchina. Eppure si tratta solo di un
pedone più che mai esposto. È stato legittimo investirlo. Avrebbe anche potuto
prenderlo a cannonate.
Non fa in
tempo a predisporre le difese del suo veicolo contro le minacce esterne, che i
contestatori della Deambulans gli sono addosso. Spalancano lo sportello, lo
trascinano fuori dall’abitacolo e lo fanno inginocchiare accanto al cadavere
della donna investita.
- Guarda
che cosa hai fatto! – grida un barbuto capellone che deve essere il capo.
La rabbia
di Claudio si trasforma in angoscia.
Ai suoi
piedi, sporca di sangue e adagiata in un’assurda posizione, c’è sua figlia
Martina.
Il pianto
di Claudio viene coperto dai clacson dei veicoli sfreccianti.
1)
C.E.P.E – Contrapposizione ai pedoni esposti
2) A.P.A.D.E. – Associazione patriottica
Automobilisti d’Europa
Bel racconto, Giuseppe, pieno di suspense e sorprendente nel finale. Scrittura, come il solito, piacevole.
RispondiEliminaDavvero un bel racconto. Scritto bene.
RispondiEliminaG.S.
Bella sorpresa finale.
RispondiEliminaIl racconto è scritto benissimo, come prevede ormai il piacevolissimo stile letterario di Giuseppe.
Bello Giuseppe! Un vero racconto di social SF hold style, ma scritto con stile moderno e strutturato benissimo, splendido l'uso delle nuove sigle e i nomi delle città!
RispondiElimina