sabato 8 febbraio 2014

AA. VV. ANNIVERSARIO DI PEGASUS – SECONDA PARTE


(La seguente pubblicazione raccoglie brevi scritti di vari autori per l’anniversario di PEGASUS, la cui denominazione era, in origine, Letteratura Fantastica.  La seconda parte comprende racconti di Donato Altomare, Damiano Lotto, Giuseppe Novellino, Maurizio Setti, Sauro Nieddu, Peppe Murro. La terza e ultima parte sarà pubblicata tra quattro giorni)

AUGURI di Donato Altomare
C’è una splendida luna piena in questa notte di compleanno.
Auguri anche da NOI
Augur… Augu… Aug…
Auuuuuuuuuuu AUUUUUUUUUUU GRRRRRRRRRIIIII
* * *
BIANCANEVE  di Damiano Lotto

         Il principe rovesciò l'ultimo nano per terra con la punta dello stivale. Gli occhi sbarrati rimasero diritti al cielo, il cappello a punta rosso rotolò via.
-Perché? - esclamò il principe.
Il daino dagli occhi acquosi scappò tra gli alberi, i passerotti saltellarono come impazziti sui rami più alti e il coniglietto corse a nascondersi sotto a un tronco.
-Perché? - ripeté il principe.
Un singolo raggio di sole penetrava tra i rami e colpiva la bara di cristallo, sprizzando riflessi multicolori.
Lei giaceva con le braccia conserte sul petto. Bellissima. Come la ricordava.
Ma non c'era vita sulle labbra tumide, non c'era respiro che si agitasse sotto il corsetto.
Il principe cadde in ginocchio. La sua mano lisciò i neri capelli.
-Perché?
Si chinò su quelle labbra e premette le sue. Erano fredde. Immobili.
Un suono stridente risuonò nella foresta, lontano, ma non vi badò.
Si sollevò sulla bara... e gli occhi di lei lo fissavano!
-Bianca...! - aprì la bocca il principe, ma il grido gli si spezzò in gola.
Lei spalancò le zanne e lo azzannò al collo. Il sangue rosso spillò, ma il principe non reagì. Lasciò cadere la spada e sussurrò: - Ora saremo sempre insieme, Biancaneve...!

* * *

LA CONQUISTA DELLO SPAZIO di Giuseppe Novellino


L’atterraggio non fu del tutto secondo le regole del manuale, ma non si verificarono inconvenienti. Così i primi uomini misero finalmente il piede sulla superficie di un pianeta esterno al Sistema Solare. Ovviamente il corpo celeste non aveva ancora un nome. Si sapeva solo che apparteneva al sistema di Proxima Centauri.
Era stata un’impresa straordinaria.
Il capitano Randolph Jones decise di capeggiare il piccolo gruppo di esploratori. Salì sul primo dei due mezzi cingolati che si misero presto in moto, sollevando una nuvola di impalpabile polvere argentata.
Lo spettacolo era incredibile. La stella illuminava con la sua luce azzurrognola i rilievi aspri e le vallate ricoperti da una sottile sabbia luccicante.
- Il momento è solenne! – esclamò Jones. – Da oggi l’uomo può ben dirsi conquistatore delle stelle. Saremo immortali!
A un certo punto videro qualcosa che affiorava dal terreno: una forma di parallelepipedo semi interrata e messa un po’ di traverso.
Jones volle essere il primo a verificare la natura dell’oggetto: forse il manufatto di una razza aliena. L’emozione era all’apice.
Il contenitore sembrava di alluminio.
Su una facciata incrostata di rena campeggiava la scritta: Fizzy Cola formato famiglia – Distribuzione Ditta Jacobson & Figlio, Middletown Connecticut.

* * *
L’ULTIMO GIORNO di Maurizio Setti

  Era già tutto previsto; ogni secondo scandito dal tempo pareva interminabile, agonizzante, inconfondibile ed io ero lì, impassibile, a subire ogni sorta di cambiamento e stravolgimento generale.
 Vedevo deformarsi gli oggetti intorno a me, assistevo a metamorfosi che mai avrei potuto immaginare anche nei miei peggiori incubi o deliri.
 Pensavo irrimediabilmente di essere giunto alla fine del mio percorso, di una esperienza, di una prova, tuttavia il mio innato senso dell’ottimismo mi portava a credere che l’apocalisse in atto fosse l’effetto di una serie interminabile di azioni e comportamenti disumani che nel corso dei secoli avrebbero portato a questo infausto evento.
 Sull’onda di questa sensazione chiusi gli occhi e cominciai a  meditare.
Rivedevo come in un sogno le meraviglie naturali che il pianeta ci aveva offerto per tutto questo tempo chiedendoci in cambio solo un po’ di cura, rispetto e niente altro.
 Pensavo a ciò che avevamo perduto, a tutti i giorni trascorsi senza entusiasmarci per una bella giornata di sole o a quelle impassibili dinanzi a una pioggia o una nevicata.
 Ora non si poteva tornare indietro, tutto era già scritto, come un solco sulla pietra, come un lampo a ciel sereno, come un chiaro evidente  ultimo giorno.
    
* * *
HAI FATTO I COMPITI, MARCO? di Sauro Nieddu

Marco non ha finito i compiti. Già la terza volta nella settimana. E mamma e papà s’infurieranno. Poi la maestra s’infurierà e gli metterà una nota. Poi papà e mamma s’infurieranno di nuovo. Marco striscia carponi lungo il corridoio. Attento a non sporcare il silenzio attorno.
Il buio non può farmi male. Il buio non può...
Il papà quando si arrabbia dice sempre che è stupido. Dice anche altre cose cattive. Anche la mamma diventa cattiva, quando non fa i compiti. E la maestra. Comincia a risalire la scala della soffitta.
Il buio non può farmi male. Non c’è niente lassù…
– Marco! A tavola, la cena è pronta!
Sobbalza nell’entrare in soffitta. Così stipata di oggetti che qualcosa si può nascondere ovunque.
Non c’è niente quassù. Non c’è niente...
Arrivato alla finestra sguscia fuori lentamente. Ormai deve solo arrivare alla scala a pioli, alla fine della veranda. Un lampo squarcia il cielo. Le nuvole sono fauci bramose. Marco le guarda, gli occhi sbarrati. Scivola, rotola lungo il tetto della veranda.
Un tonfo. Lucia corre fuori. Un altro lampo illumina la scena. Il corpo del bambino infisso nell’inferriata. Gocce di sangue che colano lungo il muro bianco. Un grido straziante di donna.

* * *
SEA di Peppe Murro

Ben prima di Ulisse
senza essere un eroe,
il pescatore giunse agli scogli
e lì cantarono solo per lui
le sirene
il loro canto di casa e di nostalgia.

E quando chiuse gli occhi
per sognare
rivelarono appieno il loro volto feroce
di guasto e decomposizione

Morì il pescatore, col cuore dilaniato
dalla distanza feroce tra sogno e realtà,
in faccia agli scogli
che il mare carezzava. 

1 commento:

  1. Ancora un insieme di piacevoli scritti: dall'horror, alla fantascienza, alla poesia... che non guasta mai.

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