(La seguente pubblicazione raccoglie brevi scritti di vari autori per
l’anniversario di PEGASUS, la cui
denominazione era, in origine, Letteratura Fantastica. La seconda parte comprende racconti di Donato Altomare, Damiano Lotto, Giuseppe Novellino,
Maurizio Setti, Sauro Nieddu, Peppe Murro. La terza e ultima parte sarà pubblicata tra quattro giorni)
AUGURI di Donato Altomare
C’è una splendida luna piena in questa notte di
compleanno.
Auguri anche da NOI…
Augur… Augu… Aug…
Auuuuuuuuuuu AUUUUUUUUUUU GRRRRRRRRRIIIII
Auguri anche da NOI…
Augur… Augu… Aug…
Auuuuuuuuuuu AUUUUUUUUUUU GRRRRRRRRRIIIII
* * *
BIANCANEVE di Damiano
Lotto
Il
principe rovesciò l'ultimo nano per terra con la punta dello stivale. Gli occhi
sbarrati rimasero diritti al cielo, il cappello a punta rosso rotolò via.
-Perché? - esclamò il principe.
Il daino dagli occhi acquosi scappò tra
gli alberi, i passerotti saltellarono come impazziti sui rami più alti e il
coniglietto corse a nascondersi sotto a un tronco.
-Perché? - ripeté il principe.
Un singolo raggio di sole penetrava tra
i rami e colpiva la bara di cristallo, sprizzando riflessi multicolori.
Lei giaceva con le braccia conserte sul
petto. Bellissima. Come la ricordava.
Ma non c'era vita sulle labbra tumide,
non c'era respiro che si agitasse sotto il corsetto.
Il principe cadde in ginocchio. La sua
mano lisciò i neri capelli.
-Perché?
Si chinò su quelle labbra e premette le
sue. Erano fredde. Immobili.
Un suono stridente risuonò nella
foresta, lontano, ma non vi badò.
Si sollevò sulla bara... e gli occhi di
lei lo fissavano!
-Bianca...! - aprì la bocca il
principe, ma il grido gli si spezzò in gola.
Lei spalancò le zanne e lo azzannò al collo. Il sangue rosso
spillò, ma il principe non reagì. Lasciò cadere la spada e sussurrò: - Ora
saremo sempre insieme, Biancaneve...!
* * *
LA CONQUISTA DELLO SPAZIO di Giuseppe Novellino
L’atterraggio non fu del tutto secondo le regole del
manuale, ma non si verificarono inconvenienti. Così i primi uomini misero
finalmente il piede sulla superficie di un pianeta esterno al Sistema Solare.
Ovviamente il corpo celeste non aveva ancora un nome. Si sapeva solo che
apparteneva al sistema di Proxima Centauri.
Era stata un’impresa straordinaria.
Il capitano Randolph Jones decise di capeggiare il
piccolo gruppo di esploratori. Salì sul primo dei due mezzi cingolati che si
misero presto in moto, sollevando una nuvola di impalpabile polvere argentata.
Lo spettacolo era incredibile. La stella illuminava
con la sua luce azzurrognola i rilievi aspri e le vallate ricoperti da una
sottile sabbia luccicante.
- Il momento è solenne! – esclamò Jones. – Da oggi
l’uomo può ben dirsi conquistatore delle stelle. Saremo immortali!
A un certo punto videro qualcosa che affiorava dal
terreno: una forma di parallelepipedo semi interrata e messa un po’ di
traverso.
Jones volle essere il primo a verificare la natura
dell’oggetto: forse il manufatto di una razza aliena. L’emozione era all’apice.
Il contenitore sembrava di alluminio.
Su una facciata incrostata di rena campeggiava la
scritta: Fizzy Cola formato famiglia – Distribuzione Ditta Jacobson &
Figlio, Middletown Connecticut.
* * *
L’ULTIMO GIORNO di Maurizio Setti
Era già tutto previsto; ogni secondo scandito
dal tempo pareva interminabile, agonizzante, inconfondibile ed io ero lì,
impassibile, a subire ogni sorta di cambiamento e stravolgimento generale.
Vedevo deformarsi gli oggetti intorno a me,
assistevo a metamorfosi che mai avrei potuto immaginare anche nei miei peggiori
incubi o deliri.
Pensavo irrimediabilmente di essere giunto
alla fine del mio percorso, di una esperienza, di una prova, tuttavia il mio
innato senso dell’ottimismo mi portava a credere che l’apocalisse in atto fosse
l’effetto di una serie interminabile di azioni e comportamenti disumani che nel
corso dei secoli avrebbero portato a questo infausto evento.
Sull’onda di questa sensazione chiusi gli
occhi e cominciai a meditare.
Rivedevo come in un sogno
le meraviglie naturali che il pianeta ci aveva offerto per tutto questo tempo
chiedendoci in cambio solo un po’ di cura, rispetto e niente altro.
Pensavo a ciò che avevamo perduto, a tutti i
giorni trascorsi senza entusiasmarci per una bella giornata di sole o a quelle
impassibili dinanzi a una pioggia o una nevicata.
Ora non si poteva tornare indietro, tutto era
già scritto, come un solco sulla pietra, come un lampo a ciel sereno, come un
chiaro evidente ultimo giorno.
* * *
HAI
FATTO I COMPITI, MARCO? di Sauro Nieddu
Marco
non ha finito i compiti. Già la terza volta nella settimana. E mamma e papà
s’infurieranno. Poi la maestra s’infurierà e gli metterà una nota. Poi papà e
mamma s’infurieranno di nuovo. Marco striscia carponi lungo il corridoio.
Attento a non sporcare il silenzio attorno.
Il buio non può farmi male. Il buio non
può...
Il
papà quando si arrabbia dice sempre che è stupido. Dice anche altre cose
cattive. Anche la mamma diventa cattiva, quando non fa i compiti. E la maestra.
Comincia a risalire la scala della soffitta.
Il buio non può farmi male. Non c’è
niente lassù…
– Marco!
A tavola, la cena è pronta!
Sobbalza
nell’entrare in soffitta. Così stipata di oggetti che qualcosa si può
nascondere ovunque.
Non c’è niente quassù. Non c’è niente...
Arrivato
alla finestra sguscia fuori lentamente. Ormai deve solo arrivare alla scala a
pioli, alla fine della veranda. Un lampo squarcia il cielo. Le nuvole sono
fauci bramose. Marco le guarda, gli occhi sbarrati. Scivola, rotola lungo il
tetto della veranda.
Un
tonfo. Lucia corre fuori. Un altro lampo illumina la scena. Il corpo del
bambino infisso nell’inferriata. Gocce di sangue che colano lungo il muro
bianco. Un grido straziante di donna.
* * *
SEA di Peppe Murro
Ben prima di Ulisse
senza essere un eroe,
il pescatore giunse agli
scogli
e lì cantarono solo per lui
le sirene
il loro canto di casa e di
nostalgia.
E quando chiuse gli occhi
per sognare
rivelarono appieno il loro
volto feroce
di guasto e decomposizione
Morì il pescatore, col cuore
dilaniato
dalla distanza feroce tra
sogno e realtà,
in faccia agli scogli
che il mare carezzava.
Ancora un insieme di piacevoli scritti: dall'horror, alla fantascienza, alla poesia... che non guasta mai.
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