L'uomo
ebbe un sobbalzo. La luce delle candele che contornavano i vertici
del pentacolo si era improvvisamente fatta azzurrina, le fiamme erano
diventate rigide come se si fossero trasformate in punte metalliche.
Oltre i limiti del pentacolo, nell'angolo più buio della stanza una
figura dapprima vaga e indistinta come una chiazza di nebbia, poi man
mano sempre più concreta, aveva cominciato a materializzarsi.
L'uomo
sperò, sperò con tutte le sue forze che le prescrizioni riportate
nell'antico grimorio fossero efficaci, e il pentacolo e i simboli
ricamati sulla veste cerimoniale costituissero una protezione
sufficiente.
La
figura aveva ora un aspetto ben definito: una testa enorme,
mostruosa: una faccia animalesca da cui si prolungava una mascella
spropositatamente lunga da cui sporgeva una doppia fila di acuminati
denti conici, e la si sarebbe detta una sorta di incrocio fra un orso
e un coccodrillo, due lunghe braccia scimmiesche che terminavano in
mani unghiute con unghie che parevano gli artigli di un uccello da
preda, un torace villoso più scimmiesco che umano, e il ventre
enorme, enfiato; al confronto le gambe apparivano piccole, contorte,
sproporzionate, di dimensioni inferiori all'enorme fallo che si
notava fra di esse. Nel complesso, la creatura sembrava la
materializzazione di uno degli incubi raffigurati nei quadri di
Hieronymus Bosh.
L'uomo
sapeva che in realtà la natura di quell'essere era puramente
spirituale. Perché mai quando si manifestavano, assumevano un
aspetto così ripugnante? Se avesse voluto, quell'essere avrebbe
potuto apparirgli come un bel giovane o una graziosa fanciulla, o con
qualsiasi aspetto desiderasse assumere. Ma era chiaro, per
terrorizzare gli incauti che osavano evocarli, sperando sempre con
ciò di indurli in qualche errore fatale!
L’essere
parlò con una voce innaturale che faceva gelare il sangue, qualcosa
che era in qualche modo simile nello stesso tempo al muggito di un
toro e al sibilo di un serpente. Di nuovo, l’uomo pensò che se
quella creatura avesse voluto, avrebbe potuto avere la voce melodiosa
di un usignolo, ma di nuovo, era scena per terrorizzare.
“Come
hai osato disturbarmi, misero, sciocco mortale”, chiese. “Cosa
vuoi da me?”
L’uomo
si fece forza e rispose fissando i suoi occhi in quelli di brace del
demone:
“Voglio
fare un patto”.
“Un
patto col diavolo?” chiese l’essere mostruoso. “La solita
procedura, la realizzazione di un desiderio in cambio della tua
anima?”
L’uomo
annuì.
Il
tono del demone parve diventare quasi amichevole.
“Quando
è così”, sibilò, “dopo tanto tempo, ci siamo organizzati”.
Nella
sua mano comparve di colpo una pergamena.
“Questo”,
disse, “è il contratto standard. Puoi leggerlo e firmarlo, col
sangue, naturalmente”.
Fece
il gesto di porgere la pergamena all’uomo, ma questi si guardò
bene dal protendersi oltre il bordo del pentacolo per afferrarla: era
un trucco, il demone non aspettava altro per averlo in suo potere
senza dare nulla.
“Passamela”,
disse.
Il
demone posò la pergamena a terra e fece il gesto di spingerla col
piede oltre il pentacolo.
L’uomo
rifletté rapido: così un segmento del lato del pentacolo sarebbe
stato cancellato e lui si sarebbe trovato senza difese dal demone.
“Non
così”, disse, “O me la dai in mano o non se ne fa nulla”.
“Sei
scaltro, vedo”, disse l’essere infernale, “Ma non ti illudere,
non ti servirà a niente”.
Raccolse
la pergamena e la porse all’uomo tenendola arrotolata a cavallo
della linea del pentacolo, di cui il rotolo membranaceo eccedeva lo
spessore del bordo.
L’uomo
l’afferrò stando sempre entro la linea protettiva.
Il
testo dell’inusuale documento non era molto lungo, e non usava un
linguaggio molto complicato: era una formula che non nascondeva doppi
sensi, era molto lineare: la realizzazione di un desiderio in cambio
della cessione irrevocabile dell’anima del contraente. Vide che il
demone aveva già firmato per la parte che lo riguardava, con uno
scarabocchio incomprensibile.
I
demoni, lo sapeva, sono ingannatori di natura, ma quando stipulano
contratti con gli umano, sono forzati a rispettarli.
Aveva
preparato tutto a dovere: si arrotolò la manica sinistra, si fece
un’incisione con una lametta sull’avambraccio, vi immerse una
penna con pennino di vecchio tipo – le uniche che si potevano usare
per un’operazione del genere, non certo le penne a sfera – e con
quella firmò usando il proprio sangue come inchiostro.
Fece
il gesto di restituire la pergamena al demone.
“Oh”,
esclamò quest’ultimo, “la puoi anche tenere!”
Dalle
labbra demoniache dell’essere infernale sgorgò una risata oscena,
immonda, che sembrava un concentrato di quanto più vi può essere al
mondo di turpe e lubrico.
“Ora”,
sogghignò la creatura diabolica, “Voglio che tu ti renda conto di
cosa hai firmato. Al momento della tua morte, la tua anima entrerà
in nostro possesso. Ti aspetta un’eternità di sofferenze e
tormenti senza un attimo di requie. In forza di questo documento che
tu hai liberamente sottoscritto, non ti è più consentito pentirti,
invocare il perdono del Cielo, non ti sarà concesso. E tutto questo
per che cosa? In cambio della realizzazione di UN SOLO desiderio.
Pensi che ne valga la pena? E’ la cosa più stupida che un uomo
possa fare. Ma sono tanti gli sciocchi come te che ci cascano: sono
sempre convinti di saperne una più del diavolo. Anche quell’altro
sciocco, quel tedesco, quel Goethe, ci ha reso un bel servizio col
suo “Faust”, ha instillato in voi mortali la convinzione che il
diavolo si possa gabbare, ma questo è impossibile.
Solo
se io non potrò o non vorrò esaudire il tuo desiderio, il contratto
sarà automaticamente nullo. Ma non ti illudere che questo possa
succedere, i miei poteri sono illimitati”.
“Lo
so”, rispose l’uomo, “ero consapevole di tutto quel che mi hai
detto ben prima di evocarti”.
“E
allora”, disse il demone, “sentiamo qual è questo desiderio”.
“E’
semplice”, rispose l’uomo, “voglio essere immortale, vivere per
sempre”.
E' un racconto bello e misterioso. La descrizione della malvagitá in persona é proprio da incubo... I miei complimenti.
RispondiEliminaInteressante finale. Mi par di vedere la faccia basita del demone.
RispondiEliminaRacconto ben scritto.
Bel racconto, con un finale fantastico come una vecchia fiaba.
RispondiEliminaDanilo Concas
Ecco, il protagonista di questa storia ne sa proprio una più del diavolo. In un'atmosfera medioevaleggiante, si stipula il solito contratto con il diavolo che però ha un certo sapore moderno. Poi il colpo di scena finale, proprio d'effetto... e anche un tantino filosofico.
RispondiEliminaRacconto serrato, pieno di suspence e ben scritto.
Giuseppe Novellino
Testimonianza: ALLEANZA CON SATANA
RispondiEliminaSto dando questa testimonianza per aiutare i miei fratelli e sorelle che hanno voluto fare il patto per anni senza conoscere il circuito.
Ammetto che è stato difficile per me in un primo momento, ma attraverso la mia amica Brigitte che è diventato un milionario durante la notte.
Ho fatto il mio patto con il signore oscuro Sto lasciando le logge oggi con 5 milioni di euro nel conto Deutsche Bank e 170 mila euro nel N26.
Non posso spiegare tutto su Internet ecco l'indirizzo del tempio che mi ha aiutato per coloro che vogliono farlo: espiritualtemplo@gmail.com