
Mi
rivolgo a tutti voi sperando di ricevere un suggerimento per uscire
dalla situazione nella quale mi sono cacciato. Prima di descrivervi
in dettaglio ciò che è accaduto, premetto che sono consapevole di
aver fatto degli errori. Vi prego di non giudicarmi e di non
concludere con un semplice: te la sei cercata. Non mi liquidate con
un giudizio morale: qui c'è un problema reale da risolvere e ho
bisogno di qualche suggerimento!
Allora,
partiamo dall'inizio.
Avete
presente il generatore neuronale?
Si,
sto parlando di quel maledetto affare che va tanto di moda oggigiorno
per viaggiare in luoghi che non potresti mai raggiungere fisicamente.
Ti
attaccano al generatore, ti inducono a uno stato di sonno profondo e
parte il viaggio. Non pensate che io sia come quelli che scaricano le
proprie frustrazioni con i viaggi del sesso. Non metto in discussione
la valenza morale di questa soluzione che ha eliminato la criminalità
a sfondo sessuale. L'impatto sociale del generatore è stato
decisamente positivo perché ha consentito a tanta gente di sfogare
le proprie frustrazioni e perversioni all'interno della propria
mente, mantenendo, al pari delle esperienze vissute nella cosiddetta
realtà, ricordi di avvenimenti che hanno il sapore del vissuto.
Tutto
molto bello e utile dal punto di vista sociale, ma io non sono uno di
quelli.
Ho
deciso di viaggiare perché ero curioso e volevo sperimentare di
persona ciò che avevo letto e che mi era stato raccontato.
I
tizi dell'agenzia erano un po' stupiti dal fatto che volevo
semplicemente fare un viaggio a New York, ancora di più dalla mia
scelta di farlo da solo, senza ninfomani, trans e altra roba del
genere.
Insomma,
alla fine si rassegnano alle mie scelte normali,
mi attaccano gli stimolatori e mi addormentano.
New
York è affascinante. Comincio a girarla in lungo e largo. E alla
fine arrivo nella sede della Viaggi
Fantastici.
Me
ne rendo perfettamente conto: ho fatto un'idiozia. Ma a mia discolpa
vi ricordo che una delle caratteristiche che rendono affascinanti
questi viaggi è il limitato controllo della mente razionale del
viaggiatore sul viaggiante.
Così
il mio viaggiante è entrato e ha chiesto di fare un viaggio a
Pechino.
L’hanno
collegato al generatore, hanno indotto il sonno profondo e il mio
viaggiante ha creato un altro viaggiante. Si, lo so, sembra un po'
complicato leggendolo la prima volta, ma fatemi continuare con la mia
storia.
Tutto
sembrava perfetto, salvo che il viaggiante del mio viaggiante aveva
un controllo ancora più limitato da parte mia, il viaggiatore. Così,
il cretino – scusate l’espressione, ma non saprei come meglio
definirlo – ha deciso di fare un viaggio a Las Vegas. Terzo
livello. E poi un quarto, un quinto e non so quanti altri.
La
teoria dice che quando stai facendo un sogno nel quale stai sognando,
se ti svegli blocchi tutto, primo e secondo sogno. Ovvio. In teoria.
Nella
realtà, le prove sono state fatte solo con due livelli e tutto ha
funzionato come ci si aspettava: l'interruzione al primo livello
blocca il secondo viaggio.
Quello
che non hanno mai sperimentato è l’effetto matrioska.
Io
ho scoperto che il livello superiore blocca quello inferiore ma non i
livelli più profondi. Non chiedetemi perché, non sono uno
scienziato.
Il
quinto viaggiante proseguiva il viaggio nonostante il terzo si fosse
svegliato. Incredibile, vero?
Ma
nessuno era stato così stupido prima di me da provare questa
anomalia.
Ora,
io sono qui, ma non so se sono colui che ha iniziato il viaggio o
sono uno dei viaggianti dispersi nei vari livelli.
Non
so più chi sono.
Sono
rimasto in attesa che succedesse qualcosa e ho sempre la speranza
che, svegliandosi il primo me stesso, tutto cessi. Ma fino ad ora non
è stato così.
So
che il tempo all’interno dei viaggi è deformato e dieci minuti del
viaggiatore nel generatore possono corrispondere a un anno per il
viaggiante. Il problema è che ogni viaggiante si porta dietro tutti
ricordi del viaggiatore e quindi non c'è un'interruzione nella
sequela dei ricordi.
Io
sono il viaggiatore o uno dei viaggianti?
Non
so come uscirne e talvolta ho la sensazione di essermi frantumato
come uno specchio in mille pezzi: ciascuno riflette immagini e, preso
a se stante, può sembrare lo specchio.
Io
sono uno dei frammenti o sono lo specchio intero? Non lo so.
Qualcuno
tra voi ha idea di come possa uscire da questa situazione?
Racconto interessante, come il solito scritto magistralmente.
RispondiEliminaL'idea di questo racconto è davvero intrigante ed è qui presentata con una narrazione piana ed efficace, che rende bene l'idea della complicata situazione in cui si è cacciato il protagonista. Si tratta di un'altra riflessione sul quesito ultimo dell'uomo: chi siamo, perché viviamo, dove andiamo? Qui si prospetta, attraverso il viaggio virtuale, l'esistenza di piani o mondi paralleli, infiniti.
RispondiEliminaIl racconto però mi sembra troppo breve per un'idea così interessante. Forse andrebbe ampliato un po', anche senza trasformarlo in un romanzo.
Giuseppe Novellino
Devo ammettere che l'idea di trasformarlo in qualcosa di più di un breve racconto è stimolante.
RispondiEliminaNon so se questo tema sia stato trattato da qualcun altro.
Uno spunto per il racconto l'ho avuto ripensando al film Inception e un altro cogliendolo dal romanzo Limit di Schatzing, ma non ho memoria di qualcosa specificamente dedicato a questo tema.
Proverò a buttare giù qualcosa.
Grazie
Massimo
Ciao Massimo; francamente il racconto in sé, pur interessandomi, non mi ha entusiasmato (forse troppe domande concentrate in poco spazio) ma concordo con Giuseppe sul fatto che sia ricco di spunti importanti.
RispondiEliminaPersonalmente, appena terminata la lettura, ho iniziato ha chiedermi a che regole dovrebbe sottostare una di questi sub-realtà e che possibilità offrirebbe a chi ci vivesse ma, contrariamente al narratore, non fosse consapevole della propria origine. Quale potrebbe essere l'essenza di un nativo di quel mondo? Una fantasia del narratore o un entità con una vita propria?
Sauro Nieddu
Il racconto mi è piaciuto molto. Ho trovato l'idea interessante.
RispondiEliminaCredo che se fosse durato qualche riga in più lo avrei sicuramente preferito. Questa breve storia si potrebbe considerare, eventualmente, come una specie di bozza in attesa di un racconto più lungo.
Di sicuro è stata una lettura gustosa.
Antonio Ognibene
Carino. Se devo dire, non mi sono sffermato gran che su tutta la logica del ragionamento, forse non ci ho capito molto, ma poco importa. Certo, di fatto è una lunga domanda, ma a me piacciono i racconti brevi per cui l'ho apprezzato.
RispondiElimina