
«Cosa
vedi, Alfredo?»
«Quello
che vedi tu, Alberto.»
«Vedo
un uomo che bacia una donna con passione.»
«Vedo
questo anch’io... O invece è la donna che bacia l’uomo?...
Mah!... Credo che sia la stessa cosa.»
«I
loro visi sono annebbiati. Duro fatica a metterli a fuoco.»
«Hai
ragione... Sono piuttosto annebbiati, evanescenti, quasi due ombre.»
«Come
avvolti da un forte bagliore, ma non accecante.»
«No,
non accecante, ma comunque un bagliore.»
«Ora
l’uomo muove le labbra, sta dicendo qualcosa.»
«Anche
la donna muove le labbra, risponde, sorride... Ha denti smaglianti…
Non vedo più niente, Alberto, è buio.»
«Neppure
io, Alfredo, vedo più niente. Ma cosa succede?… Aspetta, ecco di
nuovo il bagliore… Dove sono l’uomo e la donna? Dove sono finiti?
Riesci a vederli?»
«No,
non li vedo… Un’auto corre lungo una strada polverosa.»
«Sì,
un’auto nera… Un momento… Ce n’è un’altra che insegue.»
«La
vedo. È gialla, sportiva.»
«Perché
sparano, Alberto?»
«Non
so, Alfredo. In effetti sparano. Un uomo è ferito. Non è quello che
prima baciava la donna?»
«No,
Alberto. Questo qui ha i baffi... Perlomeno sembrano baffi.»
«Sei
sicuro, Alfredo?»
«Sono
baffi, Alberto.»
«Adesso
è scomparso… E quello cos’è?... Un cane o un cavallo?»
«Nessuno
dei due, sembra piuttosto…»
«Tutto
è buio ora, all’improvviso. Buio completo.»
«Già,
vedo buio anch’io… o niente?»
«Forse
niente, Alfredo. Neanche buio... solo niente.»
«È
questo il niente, Alberto?»
«Non
so… Forse è niente e forse è buio.»
«Certo
se è niente, è un po’ anche buio, non ti pare?»
«Aspetta,
aspetta… Ora vedo…»
«Come
un bagliore modesto, stavolta. Riesco a distinguere un prato, un
cielo, una casa e auto che corrono ancora, sollevando nubi di polvere
giallastra… Mi sto chiudendo di nuovo.»
«Mi
accade lo stesso, Alfredo. Mi chiudo a poco a poco.»
«Ho
sonno.»
«Ho
sonno anch’io.»
«Buonanotte,
Alberto.»
«Notte,
Alfredo.»
E
i due occhi, Alberto e Alfredo, il destro e il sinistro dello stesso
viso, si chiusero contemporaneamente.
Il
televisore rimase acceso nel piccolo salotto.
Immagini
di auto in corsa e banditi che sparavano, lungo strade polverose di
campagna, si susseguirono sullo schermo con ritmo incalzante.
L’uomo
seduto in poltrona ora dormiva profondamente, e russava.
Alberto
e Alfredo non russavano: erano parte integrante di quel russare.
Decisamente originale... suggestivo! Una bella prova di come il racconto di un quotidiano processo fisiologico possa trasformarsi in un racconto fantastico, pieno di suspense. I due occhi sono i protagonisti, davvero incantati, della vicenda. Mi è piaciuto anche lo stile: il testo si regge mirabilmente su un lungo e serrato dialogo.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Beh, questo finle non me lo aspettavo. Mentre leggevo ipotizzavo vari possibili epiloghi, ma questo è davvero originale.
RispondiEliminaComplimenti.
Antonio Ognibene