In fondo all’orto, il vecchio albero di
albicocche viveva la segreta esistenza vegetativa. Dorate iridescenze sulle
folte foglie, come i capelli di selvaggia dea. Nel pomeriggio afoso, sprigionai
la possente forza, animata da energia giovanile. Per noia, mi arrampicai
sull’albero con larghe bracciate, tra ramo nodoso e ramo frondoso. Con la
stretta delle cosce, facendo leva sui ginocchi, risalii il tronco squamoso che
come cavallo domo tremolò. Ero giovane e potente. Ero la piccola vedetta
lombarda nel libro Cuore di De Amicis. All’orizzonte non c’erano gli
Austro-ungarici, ma il fulgore del tramonto estivo che allungava al suolo ombre
a dismisura. Pesai: se cado da quest’altezza, mi rompo un osso. Potrebbe cedere
il femore a frantumarsi come il vetro, o la tibia-fibula, o i legamenti
crociati del ginocchio, o il calcagno, o le ossa dell’avambraccio. Se fossi
caduto davvero male come un fesso, avrei potuto lussarmi la colonna vertebrale.
Così oltre all’albero che muto mi sorreggeva, con quel caldo avrei scomodato il
traumatologo. Un fresco venticello m’accarezzò la pelle. Su di me, il garrito
delle rondini. Tra la resinosa scorza, una formica spersa. Sbadigliai:
m’annoiavo pure lì. Avrei potuto chiamarti col telefonino. Saresti salita con
me sull’albero d’albicocche, assecondandomi. Nel tramestio di frasche, sarebbe
caduto un immaturo frutto: piccolo martire del nostro amore.
Sul triforcuto tronco, la coscienza si
sciolse come nebbia. Quasi accogliendo un segreto invito che il vecchio albero
m’inoltrava, m’addormentai sia pur per poco. Ero davvero un ominide scimmiesco,
nella siesta. Nel breve sonno, vidi da lontano i vecchi genitori, morti ormai
da tanto, sorreggersi a vicenda ed allontanarsi per una ombrosa
via. Intorno, un tremolio di foglie.
potentemente barocco, è un quadro riuscito di afosa e sottile malinconia
RispondiEliminapeppe murro
Intenso, poetico, suggestivo.
RispondiEliminaHa le caratteristiche della prosa d'arte. Colorito e suggestivo nel linguaggio, è un bel quadretto che nasconde un sottile mistero.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino