Il commissario stellare
Rufus Aldea irruppe, come una furia, nell’anticamera dell’ufficio di Jerol
Sedrik, direttore generale della Polizia Galattica di Frenzel. Si rivolse alla
segretaria seduta dietro una grossa scrivania:
«Devo immediatamente vedere il suo capo,» disse,
passandole innanzi senza fermarsi. «È urgente.»
«Non so, commissario, se in questo momento può
riceverla.»
«Me ne infischio,» rispose Aldea, e aperta la porta
dell’ufficio vi entrò con decisione. La richiuse violentemente alle sue spalle.
La segretaria rimase seduta alla sua scrivania,
immobile, le orecchie tese. Si aspettava di udire, da un istante all’altro,
strepiti e grida. Sapeva bene che, da qualche tempo, tra il commissario e il
suo capo non c’erano buoni rapporti. Ne ignorava il motivo né, del resto, le
importava saperlo.
Stranamente, dall’ufficio di Jerol Sedrik non giunse
rumore. Ci fu soltanto, a un tratto, lo squillo dell’interfono sulla scrivania
della segretaria.
«Signore?» disse lei, dopo avere premuto un pulsante.
«Sono Rufus Aldea, signorina… Venga immediatamente.»
La segretaria si alzò dalla sedia; si diresse verso
l’ufficio. Quando fu al suo interno, le si presentò una scena che la fece
restare senza fiato.
Jerol Sedrik giaceva riverso sulla poltrona con la
gola squarciata, da cui il sangue continuava a uscire in gran quantità.
La segretaria si mise le mani sulla bocca, una
sull’altra, per impedirsi di urlare, poi volse lo sguardo intorno…
«Sono qui, signorina,» disse, tranquillo, il commissario
Aldea, uscendo dalla stanza da bagno. Aveva una strana espressione sul volto
grassoccio. «Non dubiti. Gli autori del delitto saranno acciuffati e puniti
severamente.» E intanto si puliva le mani imbrattate di sangue… E sangue aveva
dappertutto: sulla camicia, sulla giacca, sui calzoni, sulle scarpe, sui
capelli brizzolati. «Li prenderemo, signorina,» aggiunse il commissario. «La
sua testimonianza, al riguardo, ci sarà di grande aiuto.»
«La mia…?»
«Lei li ha visti uscire di corsa dall’ufficio: un uomo
e una donna di giovane età, appartenenti alla Setta dei rivoltosi di Kadam… Mi ha capito bene?» Quindi, mostrando
un grosso pugnale dalla lama seghettata, ripeté marcando la voce: «Mi ha
capito, signorina?»
Il suo sguardo era freddo, truce, come quello di un
folle.
«Si… si… si…» balbettò la donna indietreggiando di un
passo. «Ho… ho capito, commissario… Sono stati due rivoltosi di Kadam… di giovane età… un uomo e una donna.»
«Perfetto!» esclamò il commissario. «Lei è molto
efficiente, signorina.»
Noir galattico di sicuro impatto. Cattivo e fulminante nella sua brevità. La narrazione, piena di suspense, riesce a catturare l'attenzione del lettore fin dalle prime battute.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino
Bravo l'autore di questo brevissimo horror story. Non c'é dubbio che la cattiveria puó essere fredda e spietata...
RispondiEliminaFelicissimo che vi sia piaciuto. Grazie dei complrimenti.
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