Lo stava guardando
corrucciato e pensoso: l'ovale perfetto, chiaro, levigato,.. non c'era bellezza
simile ovunque si fosse voltato.
Fermo, lì, come fosse indifeso, ma da questa
silenziosa dolcezza, lo sapeva da tempo, sarebbe nata la vita e finalmente
avrebbe avuto compagnia: tanti piccoli che ti si accoccolavano vicino, che ti
strusciavano, che cercavano il tuo calore, che giocavano con te! Avrebbero
rallegrato la sua solitudine e lui avrebbe insegnato loro a cantare la gioia
dell'alba e la malinconia della sera, li avrebbe abbracciati tutti,uno per uno.
E sarebbero cresciuti! i figli, si sa, non ti appartengono e son
fatti per volare via. Poi anche loro avrebbero avuto dei figli ed anche i figli
dei loro figli: certo, sarebbero cresciuti belli e numerosi.
Si soffermò un attimo su
quel pensiero: beh, troppo numerosi non era il caso, non è che da lui ci fosse
molto posto, sarebbero stati piuttosto stretti, avrebbe dovuto magari anche
sopportare la loro invadenza. No, sicuramente non era il caso, in troppi non
potevano stare lì, gli avrebbero rubato spazio e tranquillità e magari pure
rovinato il meraviglioso pavimento morbido della sua casa.
Troppi,
decisamente, e poi vengono altri e pretendono
e urlano e puzzano e tu non puoi più stare in santa pace neppure a casa tua.
Gli avrebbero rubato
spazio, e tempo, e occasioni; sottratto il cibo e il letto, lo avrebbero
umiliato e mortificato e magari anche picchiato, se così gli andava. Non lo sopportava, non poteva accettarlo !
Erano intrusi, erano un
pericolo, una minaccia mortale.
Doveva porvi rimedio,
doveva salvarsi da quell'invasione di selvaggi petulanti e vocianti che forse
portavano pure malattie....
Guardò di fronte a sé,
lo sfiorò: nella sua silenziosa perfezione quasi non sembrava un pericolo
mortale... che ipocrita,e dire che poteva
essere mio fratello! Ora sapeva che una belva si nascondeva in quel bianco all'apparenza
indifeso.
Un colpo secco, deciso,
e si sentì subito soddisfatto.
Si girò di fianco per
dormire, non si curò neppure di pulirsi il becco.
Bello eppure breve il racconto di Murro, come sempre pieno di ironia e con finale a sorpresa...
RispondiEliminaPieno di ironia e di una certa velata malinconia. Efficace nella sua brevità e nella sua prosa funzionale.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino