I
I corsi e
ricorsi della storia (o, se preferiamo, della sconfitta): forse immusonito
dalla vergogna dell’insuccesso, l’Unto del Signore – lì all’aperto, sulla
soglia del sepolcro rupestre (una minuscola grotta naturale) in cui l’ennesimo
esperimento fallito aveva preso luogo – cercò di giustificarsi davanti ai
microfoni e alle telecamere del mondo intero, farfugliando le solite scuse
(poche) su quanto fosse comunque rilevante aver vinto di nuovo la morte,
spalancando ai fedeli – anche stavolta – vasti orizzonti di redenzione.
Dopodiché, per stemperare in qualche modo la delusione che sentiva in cuore,
aggiunse in un tono colloquiale, che si fingeva frivolo e leggero: «Che dire...
certo che questi, chiamiamoli così, “tentativi d’apnea” son davvero la mia
spina nel fianco! O magari... nel capo». E si toccò l’ormai risaputa corona
pungente, esibendo all’ingiro sorrisetti deboli e striminziti, che domandavano
perdono e complicità ai giornalisti che lo attorniavano. Subito, però, uno di
essi colse la palla al balzo e - per tutta risposta – commentò sghignazzando,
con una battuta: «Beh, più che la sua spina nel fianco o nel capo, sarebbe il
caso di definirli la sua lancia nel costato, non crede?».
All’ilarità
insolente e canzonatoria che dilagò generale fra cronisti, reporter ed inviati
vari di emittenti o quotidiani, il Messia reagì pieno di confusione, dapprima
grattandosi perplesso, attraverso il sudario, una vecchia cicatrice che aveva
sul petto e, quindi, assurgendo nervosamente ai cieli, determinato a piantare
in asso i media impuniti e i loro rappresentanti, per rifugiarsi nel profondo
del Paradiso a smaltire in privato malinconia e imbarazzo.
Buona Epifania!
RispondiEliminaRacconto dal fascino enigmatico. I risvolti teologici sono trattati attraverso una specie di allucinata distorsione. Il linguaggio volutamente non piano aggiunge fascino alla materia narrata. Mi è piaciuto.
RispondiEliminaGiuseppe Novellino