sabato 5 ottobre 2013

I TELEMANI di Pierre Jean Brouillaud



- L’hai ucciso!
- Era già morto!
Mac si fermò a metà della discesa che portava al piano di quell’immobile  malandato; niente a che vedere con i nuovi padiglioni. Quelli almeno sono costruiti in piano!
Porse l’orecchio. Ancora una trasmissione che si sentiva attraverso la parete, ancora un teleromanzo giallo.
Mac ripartì di buona lena; uno, due, gambe rigide, pianta piatta, ruotava l’anca destra, poi la sinistra, ginocchia e piedi girati all’interno come un automa.
Con questa marcia a scatti avanzava molto velocemente, quasi a passo di ginnastica.
Ciò lo riscaldava un po’ perché faceva freddo sotto la calotta che impediva il congelamento dell’atmosfera di Tevecittà.
All’esterno l’inverno era duro. La mini glaciazione. Se ne parlava tra intenditori,  esperti del meteo e del Sani. Nessun problema per la popolazione al riparo sotto la bolla rotonda come la felicità.
Mac faceva parte dei pedestri, cioè  dei rari esseri umani che avevano ancora l’uso delle gambe.

Mac
Grado: ISPETTORE,
Funzione: CDC (controllo a domicilio)
Numero di codice: BIF 5486425
Soprannome: TELEMAC
Segni particolari: capacità di memorizzare i programmi quotidiani di 365 canali
Anzianità: 10 anni, 5 mesi e 7 giorni
Stato civile: riprodotto in un solo esemplare, maschio
Distinzione :  iridio,  per servizi eccezionali

Oltrepassò il pianerottolo. Un metro e venti con larghezza regolamentare che permetteva il passaggio delle telepoltrone.
L’occupante non era fuori misura come accadeva spesso fra i telemani che soffrivano di ipertrofia del torace e della testa.
Di forme generose e, spesso, debordanti, si davano il nome di testoni e lo giustificavano con il lavoro della vista e dell’udito.
Dietro la porta  un cane  abbaiava ferocemente.
Mac si posizionò dietro il sensore che trasmetteva la sua immagine all’interno. Il sensore scattò e la porta si aprì dopo il controllo sullo schermo interno.
Una voce tentava di calmare l’animale. Voce troppo calma. Sintetica. L’androide di servizio. Andy. Li chiamavano tutti Andy. Il cane abbaiava ancora di più.
Andy fece entrare l’ispettore; aveva l’atteggiamento troppo servile che caratterizzava i robot della ventitreesima generazione. Schiena morbida e una corona di capelli intorno a un cranio lucente.
Perché davano loro sempre più l’aspetto dei vecchi servitori che si vedevano nei film antichi?
I primi androidi mostravano ciò che erano: dei meccanismi.
Il cane, rotondo, pelo raso, di una razza alla moda, detto mortadella, fiutò le scarpe di Telemac: un uomo in piedi! L’animale non era abituato e riprese ad abbaiare.
- Fallo tacere!  disse Mac.
Andy alzò la mano sinistra in segno di impotenza. Pregò Mac di sedersi, chiamò il bar che uscì dal suo armadio a muro e si posizionò davanti al visitatore girando lentamente su se stesso per offrire una bibita a scelta.
L’ispettore rifiutò. Mai in servizio.
Si diresse verso la vittima.
In fondo alla stanza, davanti al televisore, l’uomo era rannicchiato nella sua poltrona. Seduto un po’ di traverso, sembrava dormire, il mento contro il petto.
Sulle gambe la mano stringeva il telecomando. La cintura di sicurezza pendeva contro il suo fianco.
Mac allontanò il piatto che conteneva degli avanzi del pranzo. Andy non si era preoccupato di pulirlo. Per un telemane della sua età, la vittima aveva delle gambe straordinariamente lunghe, per questo aveva abbassato completamente il poggiapiedi.
L’uomo era proprio morto; il condotto escretore era asciutto; l’ultima minzione risaliva a parecchie ore; non c’era traccia di feci.
Furioso di vedere toccare il suo padrone, il cane mostrava i denti.
- Abbassa la televisione, oppure occupati di questo animale! disse Mac.
- Io non sono programmato per regolare la televisione. Il padrone lo fa sempre lui.
- Lo faceva, vuoi dire.
Senza dubbio non si era accorto che il suo padrone era morto, perché la morte non era nella sua memoria.
Telemac tirò fuori dalla sua borsa una serie di comandi e cambiando canale passò sul canale Cane.
Nella stanza si sparse l’odore di manzo che profumava la carne di canguro in scatola.
Affascinato da una sequenza di ciao cagnolino, l’animale si mise a sbavare e si accucciò con occhi sognanti.
Il vivatron aveva trasmesso al centro documentale l’elettroencefalogramma piatto della vittima senza indicare la diagnosi tra le cinquantadue cause di decesso omologate.
Da ciò la visita dell’ispettore per un supplemento di inchiesta.
Mac esaminò il corpo; la morte risaliva a due ore prima; non c’erano tracce di violenza che giustificassero una ricerca di impronte di DNA, che permettessero l’identificazione di un eventuale aggressore.
L’ispettore si girò verso Andy:
- Il tuo padrone è morto. 
- Una  grande disgrazia - disse con voce di sintesi.
Un’ombra di tristezza passò sulla fronte dell’androide che si inclinò ed unì le mani.


- Spiegami. Com’è accaduto?
- Ero fuori, a spasso con il cane. Non l’avevo fatto da 48 ore.
- Possibile. Grazie ai progressi della genetica essi si mantengono. E allora?
- Doveva succedere proprio allora!
Inutile discutere sul caso. La nozione sfuggiva agli androidi.
- E quando sei rientrato?
- Sembrava che dormisse.
- A metà di una trasmissione?
- Si, ispettore.
- E allora?
- Di solito quando uscivo mi chiedeva di stringere la cintura per non cadere, ma quando la trasmissione cambiava si risvegliava sempre.
- E questa volta non l’aveva chiesto?
- No.
- E tu l’hai visto dormire senza amarra, e non ti sei allarmato?
 Una luce si accende negli occhi di Andy. Amarra. Allarme. Espressioni  che non facevano parte del suo vocabolario.
Mac riprese:
- E questo non ti ha stupito?
- No ispettore, avveniva anche questo.
- Davanti a una situazione anormale tu dovevi prevenire la Sanità. Perché non l’hai fatto?
Un silenzio. Poi:
- L’emozione, ispettore.
Mac avrebbe potuto credere che Andy ridesse di lui se i robot avessero avuto il senso dell’umorismo.
- Che cosa vuoi dire?
- Io ho paura della morte!
- Alla  buonora!  Tu non avevi l’aria di sapere che era morto. Quindi  non  sai che cosa è la morte.
- Sì!
- Sai che cosa rischi per la tua negligenza?
- Sì, la disintegrazione.
- Che vuol dire?
- La demolizione.
- Si smonta, Andy, e non si rimonta più.
La luce si ritirò dall’occhio giallo. Andy soffriva .
Provocare in loro il dolore che nasce dal blocco dei circuiti di alimentazione. Questa  era stata l’idea geniale, il mezzo migliore per controllarli.
E l’androide?
Escluso. Loro non potevano nuocere ai loro maestri, contrario alla prima legge della robotica emanata dal Grande Asimov (sia sempre salva la sua memoria!) - aggiunse Mac per se stesso e di riflesso.
Morte naturale. Prima ipotesi: overdose di teleromanzo. Poco probabile. La vittima non guardava che un solo schermo alla volta mentre gli altri ne tappezzano la stanza e fanno lo zapping tutto il giorno e la notte.
A dimostrazione di ciò Mac applicò il tastatore a livello della rotula.  Nessun sintomo  normale. Non vide apparire né la silhouette del celebre  animatore Philippe Bouffard né il petto gonfiabile di Lyette.
Seconda ipotesi: arresto cardiaco durante un film dell’orrore. La vittima avrà dimenticato di prendere  la pillola di antigore indispensabile per le persone sensibili? Mac si ricordò  i programmi delle ultime ore: nessun  film fantastico.
Terza ipotesi: caso di rammollimento cerebrale? Due ore dopo la morte si può ancora verificare grazie all’applicazione di elettrodi sulla fronte e sull’occipite. Rammollimento normale per un telemane di quell’età: niente di organico.
Mac cercò il dossier della vittima che comparve sullo schermo.
Età: 42 anni
Paternità: consultare  l’account personale.
Frequenza: 7 giorni su 7.
Durata di ascolto: 15 ore al giorno.
Livello di attenzione: 18/20
Zapping: tre volte in 24 ore.
Tutto normale.
Mac scelse il menu personale.
A metà della scheda entrò  nei dati della vittima.
Recuperò prima il nome e il numero di codice dei genitori.
Passando nell’account del padre ricostruì il suo telematrimonio. Scoprì che i genitori si erano conosciuti nel programma Accoppiamento. Si erano piaciuti ed avevano scambiato le loro foto, poi i loro piani all’americana.
Si erano scambiati affettuosità corrispondendo tramite messaggeri e infine, secondo la teleguida, avevano praticato autocarezze codificate; arrivati a un punto sufficiente di stimolazione avevano  proceduto all’inseminazione. Lui aveva inviato il suo sperma attraverso il Procreatore, servizio di posta espresso. In videopresenza, con l’assistenza del maschio attraverso il suono e l’immagine, lei si era fecondata secondo il metodo esposto nel programma fate i vostri figli da soli.
Niente che possa dargli un indizio. La vittima era stata concepita come milioni di altri telemani. Il coito all’antica non si praticava che in circostanze eccezionali e tendeva  ad essere giudicato deviante e perverso.
Mac rivide la scheda della vittima.
Non restavano che tracce sparse della sua giovinezza. Esercizi di didattica ricordavano l’epoca in cui, come tutti i bambini, imparava a comunicare. Apparentemente non era andato oltre le conoscenze di base. Perché aveva in memoria queste prove ed errori di sintassi e altri? Erano rari i Telemani che riempivano i loro account con tante puerilità.
Lo si immaginava bene, seduto davanti all’apparecchio, che agitava le piccole gambe già colpite da atrofia. A quell’età, in cui pure gli occhi cominciavano a sporgere dalla testa, la fronte iniziava a stempiarsi, la mascella a ritrarsi, la voce a cambiare abbassandosi, loro avevano ancora  scatti di insofferenza, resti di eredità genetica. Non si poteva chieder loro di rimanere immobili per più di 10 ore. Smaniavano per il desiderio di passare sugli altri canali dalla fine del programma telescuola che seguivano, ciascuno dal proprio box, sotto il controllo del profandroide, robot sorvegliante soprannominato sempre Hardware,  che per controllarli deve  bloccare gli altri programmi.
Poi Mac recuperò un messaggio dimenticato negli appunti, senza indicazione del destinatario. Un ultimo controllo. Per scrupolo di coscienza  l’ispettore  consultò l’inquestron che, in caso di crimine,  riportava l’ immagine - robot  dell’omicida  grazie ad  onde residue.
Nessun risultato.
Forse l’impregnazione non era sufficiente; niente da fare, non c’erano elementi a sostegno di questa ipotesi.
Mac ebbe un brivido. Il riscaldamento mandava aria appena tiepida; forse un’interruzione di corrente?
Chiamò la compagnia  elettrica ma non c’era stata interruzione del servizio.
- Andy, hai tolto tu la corrente?
- Come avrei potuto? Io sono alimentato dalla rete!
- Tu l’hai chiusa!
- Quando ?
- Circa dieci ore fa… non mi chiedi il perché di questo numero? Perché tu conosci la risposta; è la durata della tua autonomia.
Andy non rispose.
All’inizio dovette vincere la forza d’inerzia, poi non poté più mentire. Non poteva rispondere. Il silenzio valeva un’ammissione.
Mac ripeté:
-        Tu hai tolto la corrente dieci ore fa.
-        Il tuo capo è morto in crisi di astinenza.
….
- In fondo non vi si chiede di amarlo, ma tu, diciamolo pure,  lo detestavi, vero?
Mac  credette di cogliere un leggero diniego, talmente leggero… si era sicuramente sbagliato.
-        Perché?  Te lo spiego io, Andy.
- Lui ti toglieva la televisione per punirti. Di che? Delle tue mancanze? Poco probabile, tu sei ben programmato ma sei troppo intelligente. Tu sai che il tuo maestro tiene un diario. L’hai cancellato, ma non ti sei accorto del messaggio ricalcato sugli appunti. Un messaggio che diceva: “Lui mi spia continuamente, ho paura di Andy”. Parlava con la sua macchina perché non aveva altri confidenti. Andy, il tuo maestro ti toglieva la televisione e allora tu gliela hai tolta a tua volta. Lui non l’ha sopportato.
La luce si accese impercettibilmente. Andy lottava contro la verità.
La luce si spense. La lampadina era saltata.
     Questa storia inficiava  la prima legge. I sospetti della polizia erano fondati? Il dolore aveva spinto gli androidi a far del male; ad uccidere. La vendetta di Hardware.
Andy si sconquassò.
E se questo nuovo male si diffondesse?
Telemac chiamò la squadra  anticrimine.
Una faccenda da seguire…

(Traduzione dal francese di Erica Secondini)

3 commenti:

  1. Testo peculiarmente innovativo e intensamente bello, avvincente, quello di Pierre Jean, cui rinnoviamo i nostri ringraziamenti per la cortese collaborazione.

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  2. Bel racconto davvero. Si potrebbe classificare come un giallo fantascientifico?
    G.S.

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  3. Molto, molto bello.
    Complimenti a Pierre.

    Antonio Ognibene

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